MIGLIORI ETF 2022

A grande richiesta, ma come ormai da tradizione, con l’inizio dell’anno andremo a valutare tra le innumerevoli possibilità di investimento, quali siano i migliori etf per l’anno 2022. Vedremo quali etf utilizzare per ottenere un rendimento commisurato al proprio profilo di rischio e, anche, quali  scegliere per una protezione a prova di oscillazioni di mercato.
Nell’articolo di oggi analizzeremo infatti, una selezione dei migliori etf idonei alla costruzione e alla manutenzione  di un portafoglio completo e robusto.
Proporrò una mia personale lista di replicanti tra quelli delle maggiori case di investimento (Ishares, Vanguard, Legal & General ecc.) selezionati alla luce dell’attuale contesto di mercato.

Criteri per l’inserimento in portafoglio

Il principio per la corretta costruzione del portafoglio in ETF, come per tutti gli altri tipi di prtafoglio,  è realizzare un giusto bilanciamento tra protezione e rendimento: cicli economici e mercati non possono essere anticipati.

Questo è il motivo per cui è indispensabile impostare una corretta Asset Allocation che consenta di superare qualsiasi scenario: in ognuno dei 4 contesti di mercato ci saranno asset class di ETF che avranno andamento positivo e altre che invece soffriranno.
Sarà, quindi, indispensabile suddividere il portafoglio in etf per la protezione ed etf per il rendimento.
Ovviamente il processo di investimento dovrà essere personalizzato sulle esigenze specifiche di ogni investitore, uniche e irripetibili.

Nel paragrafo successivo vedremo, dunque, quali siano i replicanti ???? da utilizzare per la sezione “protezione” e quali per la sezione “rendimento”. Per ogni etf troverai il codice univoco “isin” che rimanda alla rispettiva scheda tecnica.

ETF protezione

In questa sezione troveremo etf che investono in obbligazioni e attività reali (oro, materie prime e reit).
Per la parte bond analizzeremo, quindi, soltanto etf obbligazionari che siano idonei a ridurre l’impatto dei ribassi dei mercati sul portafoglio (per una più completa composizione del portafoglio obbligazionario  ti invito a leggere il post dedicato alle obbligazioni).
Le attività reali, pur essendo volatili, offrono un’efficace capacità diversificativa, per cui le tratteremo, comunque, come asset per la protezione.

Obbligazionario Globale: SPDR Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond –  ISIN IE00B43QJJ40

Caratteristiche: Questo etf consente di investire in obbligazioni a tasso fisso  di elevata qualità con scadenza media pari a 9 anni circa.
Questo etf permette di realizzare la massima diversificazione obbligazionaria in modo efficiente.

Perché inserirlo in portafoglio: le obbligazioni di elevata qualità sono un efficace strumento di diversificazione per contenere gli effetti dei drawdown delle azioni sul portafoglio.

Obbligazionario USA: VANGUARD USD Treasury Bond UCITS ETF – ISIN IE00BZ163M45

Caratteristiche: Ancora un etf che investe in titoli di stato. In questo caso stiamo parlando del governativo statunitense con scadenza media 8 anni circa.
Con questo ETF andremo quindi ad esporci al titolo di stato che storicamente rappresenta il safe asset con il track record più consolidato.

Perché inserirlo in portafoglio: Uno strumento di questa tipologia sembra non aver nessun senso in portafoglio fino a quando i mercati azionari vengono colpiti da drawdown violenti. E’ proprio nelle fasi di massima tensione che questo asset mostra la sua capacità protettiva. Per un efficace funzionamento è indispensabile evitare gli etf concentrati su scadenze eccessivamente brevi (che non offrono adeguata protezione). Allo stesso modo è consigliabile evitare o comunque limitare le scadenze molto lunghe molto esposte al rischio rialzo dei tassi.

Obbligazionario Cina: Goldman Sachs Access China Government Bond – ISIN IE00BJSBCS90

Caratteristiche: Ci spostiamo verso oriente. Questo etf investe in titoli di stato cinesi con scadenza media pari a 7 anni circa.

Perché inserirlo in portafoglio: la Cina è la seconda potenza mondiale. Rappresenta il ponte tra i paesi emergenti e i paesi sviluppati.
L’impero celeste ha assunto un peso e un’importanza paragonabile a quella degli Stati Uniti sia per quanto riguarda il suo apporto al pil globale sia per la solidità del suo sistema economico e finanziario. Inoltre il mercato obbligazionario cinese è ancora scarsamente rappresentato negli indici globali: questo comporterà una sempre maggiore richiesta di questo asset sostenendone i prezzi a medio termine.
Infine la Cina è un’area geografica dove non esiste il problema dei rendimenti negativi: i titoli di stato di Pechino offrono ritorni ancora estremamente interessanti (leggi il post di approfondimento sul mercato obbligazionario cinese).

Obbligazionario Euro:  iShares Euro Aggregate Bond – ISIN IE00B3DKXQ41

Caratteristiche: Questo etf consente di esporsi a obbligazioni europee di elevata qualità emesse da stati e società con scadenza media pari a 8 anni circa.

Perché inserirlo in portafoglio: la funzione è ancora quella di proteggere il portafoglio dai ribassi dei mercati. E’ importante utilizzare anche bond europei per evitare l’impatto delle oscillazioni valutarie (a cui ci si espone con gli etf fin qui analizzati).
L’investitore europeo deve, comunque, ragionare in ottica europea.

Obbligazionario indicizzato all’inflazione: Xtrackers Global Inflation-Linked Bond – ISIN LU0290357929

Caratteristiche: Attraverso questo strumento prendiamo esposizione ad un paniere diversificato di obbligazioni indicizzate all’inflazione. 

Perché inserirlo in portafoglio: I bond inflation linked rappresentano un asset strategico che dovrebbe essere sempre presente nei portafogli di investimento.
Sarebbe un errore considerare questo asset quando nascono i timori dell’inflazione. Sono estremamente interessanti come attività di investimento.
Se l’inflazione bussa alla porta e, invece di andarsene presto resta a lungo, non avere inflation linked in portafoglio diventa un errore imperdonabile. Sono l’unico asset in grado di prosperare anche in caso di stagflazione (inflazione e recessione).
Prima di inserirli in portafoglio è fondamentale capirne bene il funzionamento per non rimanere delusi dal loro comportamento (lo spiego in questo post).

Real asset: Invesco Physical Gold – ISIN IE00B579F325

Caratteristiche: Si tratta di un etc (exchange trade commodities: praticamente sotto questa sigla vengono classificati gli etf su materie prime)  che replica fedelmente il prezzo dell’oro.
La replica avviene, infatti,  certificati garantiti da oro fisico custodito nei caveau di J.P. Morgan Chase Bank a Londra.

Perché inserirlo in portafoglio: l’oro è da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza.
L’oro consente di trovare riparo quando si manifesta il pericolo del cosiddetto rischio sistemico quando, cioè, gli investitori temono seriamente per la stabilità del sistema finanziario globale.
Fondamentalmente l’oro è un asset class che presenta un rischio asimmetrico: in condizioni “normali” ha potenzialità di perdita nettamente inferiori a quelle di guadagno nel caso le cose volgano davvero al peggio.
Infine l’oro è uno dei pochi asset in grado di fornire protezione in caso di (improbabile) reset delle banche centrali (a breve un ulteriore post sul corretto utilizzo dell’oro).

Real asset: L&G Longer Dated All Commodities – ISIN IE00B4WPHX27

Caratteristiche: etc che investe in un basket diversificato di materie prime energetiche, metalli industriali, preziosi e materie prime agricole e da allevamento.
L’investimento avviene tramite contratti derivati. Purtroppo le materie prime non possono essere stoccate dalle società di gestione, per cui non c’è altro modo di prendere esposizione diretta a questo asset (leggi l’approfondimento sul “contango”).

Perché inserirlo in portafoglio: Il costo delle materie prime è uno dei principali fattori che determina un aumento dell’inflazione. Investire in materie prime  contribuisce, quindi, a proteggere il portafoglio proprio da un livello di inflazione inaspettato.
Questo è il motivo per cui le commodity dovrebbero essere sempre considerate nell’ asset allocation.(leggi il post dedicato alle materie prime).

Real asset: VanEck Vectors Global Real Estate – ISIN NL0009690239

Caratteristiche: Etf diversificato su scala globale che investe in società immobiliari e reit (real investiment trust). Si tratta di aziende che gestiscono beni immobili da cui ricavano i proventi derivanti dalla locazione.

Perché inserirlo in portafoglio: I reit riescono a offrire rendimenti in linea con quelli del mercato azionario in modo piuttosto decorrelato. Questo significa che possono andare abbastanza bene anche durante un bear market (purtroppo vale anche il contrario🧐). Si tratta, quindi, di un ulteriore strumento di decorrelazione del portafoglio ( (leggi l’articolo dedicato ai REIT)).

Avvertenze sugli etf per la protezione

La prospettiva di un rialzo dei tassi non dovrebbe stravolgere l’asset allocation tradizionale. Questo significa che non si può rinunciare ai bond in attesa che il ciclo di rialzo dei tassi sia esaurito.
Le obbligazioni (come qualsiasi altro strumento di diversificazione) possono non funzionare perfettamente nel breve termine ma adempiono al proprio compito nel medio termine.
Una corretta attività di ribilanciamento ti consentirà di poter apprezzare, nel tempo, la funzione dei bond in portafoglio.
Se non sei ancora convinto ti suggerisco di prendere confidenza con il termine convessità dei bond e di leggere il post dedicato al funzionamento delle obbligazioni.

contatta David Volpe

ETF rendimento

Negli asset per il rendimento troveremo, invece, esclusivamente etf azionari diversificati a livello geografico, e focalizzati su specifici temi di investimento.

Azionario globale Vanguard FTSE All-World – ISIN IE00BK5BQT80

Caratteristiche: Etf azionario globale che investe in azioni sia dei paesi sviluppati che di quelli emergenti (indice MSCI ACWI).

Perché inserirlo in portafoglio: L’azionario globale è il principale motore di rendimento di un portafoglio. Inutile cercare i settori e le strategie più promettenti se prima non si è scelto un etf globale: prima sii sicuro di aver coperto, nelle dovute proporzioni, tutti i settori e tutte le aree geografiche, poi pensa a eventuali strategie satellite.

Azionario europeo iShares Core MSCI Europe – ISIN IE00B4K48X80

Caratteristiche: Etf geografico focalizzato sul mercato azionario europeo.

Perché inserirlo in portafoglio: Uno strumento globale (fondo attivo o etf) è investito per circa il 60% nel mercato americano. In qualità di investitori europei, una buona diversificazione dovrebbe prevedere di riequilibrare l’esposizione complessiva verso il mercato “domestico” (inteso come Europa).
L’Europa presenta valutazioni più ragionevoli rispetto a quelle del mercato statunitense.
Inoltre la supremazia del mercato USA storicamente è tutt’altro che costante: gli Stati Uniti alternano periodi di sovraperformance a periodi di sottoperformance rispetto a quelli degli altri paesi sviluppati (ne parlo in questo post).
Quindi un portafoglio completo non può prescindere dall’azionario europeo.

Azionario value: iShares Edge MSCI World Value Factor – ISIN IE00BP3QZB59

Caratteristiche: Fondo passivo che replica l’andamento dell’indice azionario globale MSCI world value. Si tratta di un paniere di azioni di società con business maturo e utili stabili ma con potenzialità di crescita futura limitata.

Perché inserirlo in portafoglio: Si tratta di un’area del mercato azionario sottovaluta e massacrata da anni di predominio delle strategie growth. Gli ultimi 12 anni sono stati caratterizzati dalle eccezionali performance dei settori growth caratterizzati da un tasso di crescita degli utili estremamente elevato. L’esempio tipico è il settore della tecnologia.
Tutte le aziende value sono, invece, state penalizzate dalle preferenze degli investitori. Da un po’ di tempo si inizia, finalmente, a parlare di rotazione da growth verso value.
A prescindere dalle prospettive e dalle valutazioni, le strategie value devono essere sempre considerate nella propria asset allocation perché le preferenze del mercato possono sempre cambiare in maniera repentina e inaspettata.
Gli indici globali, inoltre, hanno un netto sovrappeso verso lo stile growth. Ecco che si rende necessario riequilibrare l’esposizione con strumenti specifici a vocazione value (leggi l’articolo di approfondimento sulla differenza tra growth e value).

Azionario small cap: iShares MSCI World Small Cap – ISIN IE00BF4RFH31

Caratteristiche: Etf azionario globale che investe in società a piccola capitalizzazione (cd. “small cap”).
Si tratta  di aziende di dimensioni ridotte rispetto ai grandi nomi più noti. Stiamo, comunque, parlando di società quotate ben distanti dal concetto italiano di “piccola azienda”.

Perché inserirlo in portafoglio: La crescita delle aziende più grandi prosegue, fisiologicamente, a un ritmo sempre più lento: dopo una brillante espansione (del giro di affari, dei ricavi e degli utili) diventa difficile per una società replicare i successi passati. Al contrario le realtà di dimensioni “più modeste” hanno margini di sviluppo e crescita superiori. Tutte le big sono state piccole una volta!
Storicamente le small cap tendono ad avere rendimenti superiori rispetto alle large cap e ad avere maggiore reattività dopo i periodi di crisi (proprio per un’impostazione più piccola e snella). Tuttavia presentano maggiore volatilità rispetto alle società di più grandi dimensioni (leggi l’articolo di approfondimento sulle small cap).

Azionario emergente: iShares Core MSCI Emerging Markets – ISIN IE00BKM4GZ66

Caratteristiche: Fondo passivo azionario focalizzato sui Paesi Emergenti.

Perché inserirlo in portafoglio: I Paesi Emergenti sono caratterizzati da tassi di crescita nettamente superiori rispetto a quelli dei Paesi sviluppati. Potremo definire gli emergenti come il primo dei megatrend
Il rovescio della medaglia è dato, ancora una volta, da un livello di volatilità più elevato.
Il 2021 ne è l’esempio lampante: a fronte di mercati globali ampiamente positivi, gli emergenti hanno restituito ritorni negativi.
E’ importante considerare che l’inserimento dei Paesi Emergenti in portafoglio aumenta il livello di diversificazione proprio quando le valutazioni dei Paesi avanzati (Stati Uniti su tutti) iniziano a raggiungere livelli preoccupanti: le valutazioni di queste aree geografiche sono decisamente più a buon mercato rispetto a quelle delle economie occidentali.
E’ bene, inoltre, considerare che gli strumenti (fondi e etf) azionari emergenti, presentano un’elevata concentrazione sul mercato cinese e su quello di Taiwan  (50% complessivo circa.) principali esponenti di questa categoria.
Attenzione, quindi, a duplicare l’esposizione a questi paesi con altri prodotti specifici.

Azionario globale ESG : Amundi Index MSCI Global Climate Change – ISIN LU1602144229

Caratteristiche: Etf azionario globale che investe in società che beneficeranno del processo di transizione energetica e climatica.

Perché inserirlo in portafoglio: non poteva certo mancare un etf “sostenibile”. Non si tratta di una scelta di moda ma di un ulteriore tassello di diversificazione.
Anche chi non fa del rispetto dell’ambiente una priorità dovrebbe comunque valutare l’inserimento di strategie ambientali nel portafoglio.
La transizione climatica genererà vantaggi competitivi da parte delle aziende più virtuose.
Puntare su queste aziende significa stabilizzare le performance e ridurre i rischi.
Ricordiamo che il rischio ambientale fa parte, comunque, dei tanti rischi da valutare nel processo di investimento.
Inoltre queste strategie sono sostenute da un’attenzione crescente da parte degli investitori e, quindi, da un supporto alle quotazioni di questo settore.
Perché la scelta abbia un senso è fondamentale individuare strumenti che perseguano strategie ambientali in maniera attiva e non attraverso strategie di esclusione che eliminano società che operano in settori controversi per quanto riguarda la sostenibilità (leggi l’approfondimento sulle strategie ESG  di integrazione e di esclusione).

Azionario tematico:  iShares Ageing Population – ISIN IE00BYZK4669

Caratteristiche: Etf che investe in azioni di società che forniscono servizi o prodotti per la fascia di popolazione di età avanzata.

Perché inserirlo in portafoglio: Si tratta dell’unico strumento tematico focalizzato su un tema di grande attualità: il trend demografico.
L’invecchiamento della popolazione inevitabilmente comporterà un cambiamento delle esigenze dei consumatori. Questo strumento consente di cavalcare uno dei megatrend, purtroppo, inarrestabili.
Il tema del fondo mostra anche connotati difensivi visto che le società interessate vanno a soddisfare esigenze che non possono essere rimandate neppure nelle fasi di bassa crescita economica.
Trattandosi di un etf tematico il consiglio è, comunque, di farne un utilizzo ragionato e ben perimetrato rispetto all’esposizione azionaria complessiva.

Conclusioni

Consiglio pratico:

Impostare l’asset allocation strategica  per sbagliare il meno possibile anziché sull’intenzione di guadagnare il più possibile

(cit.)

L’errore più frequente nel processo di pianificazione finanziaria è quello di bramare l’asset, la strategia, l’etf che farà guadagnare il più possibile nel minore tempo possibile.
Questo è un approccio che può funzionare fintanto che i mercati sono sostenuti dall’ottimismo generalizzato, dalle banche centrali e, magari, da una crescita economica vigorosa: tutto sale e i temi più “caldi” diventano sempre più attraenti.
Prima o poi accade, però, che “La volatilità di mercato spazza via gli imbecilli che credono di diventare ricchi in poco tempo (cit.).”

Quando si imposta un portafoglio di investimento, prima di pensare al megatrend più dirompente, all’etf più esotico, alla prossima Microsoft, è bene seguire un processo di diversificazione che sia il più tradizionale possibile:

  • per la parte obbligazionaria il faro è il global aggregate;
  • per quella azionaria è l’indice msci acwi (azionario globale compreso gli emergenti);
  • per i real asset l’oro e le materie prime.

Soltanto una volta costruite le basi solide della propria asset allocation si potranno ricercare temi e le idee di investimento più specifiche (tecnologia, energie rinnovabili, economia circolare…) ben perimetrate per aumentare la diversificazione e la potenzialità di rendimento a lungo termine.
Il portafoglio deve avere una base solida, altrimenti crollerà al primo accenno di volatilità.

Per impostare una corretta asset allocation ti invito a consultare la sezione del blog dedicata ai lazy portfolio.

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8 Comments

  1. In questo momento di forte rumore ma privi di un vero segnale di pericolo per chi investe, cioè non specula, sottolineo che i demonizzati bond, indipendentemente dal tasso corrente, a scadenza rimborsano il nominale pari a 100, ragion per cui lo spread che si crea in itinere, con una gestione attiva, può armonizzare il valore reale a scadenza della parte obbligazionaria imprescindibile del portafoglio. Ogni tanto il cliente deve essere orientato a concentrarsi sul valore nominale per raggiungere l’obiettivo posto ex ante, pensiamo che con un raffreddore si usa una banale aspirina al massimo, non con antibiotici… questo per la protezione, mentre per la parte rendimento la solita regola: vera diversificazione geografica, settoriale e tematica, nessuna concentrazione MAI e come sempre occhio ai COSTI, sia di gestione, di transazione e FISCALI. Buona domenica

  2. Ciao Davide, una domanda se posso relativa ai bond ! Perché in questo momento non aggiungere treasury ad 1/3 anni ? Perché solo di medio termine? Grazie

    1. Francesco,
      perché le brevi scadenze (il cosiddetto”tratto breve della curva”) offrono ben poca protezione.
      Te ne puoi rendere conto sovrapponendo i grafici di due etf governativi USA a breve e media scadenza: quello a breve sale molto meno durante le fasi di stress (ad esempio marzo 2020).
      Si può obiettare che le medie (e, ovviamente, le lunghe scadenze) siano più sensibili al rialzo dei tassi.
      Questo è vero in termini accademici. Nella realtà la FED, rialzando i tassi, controlla la parte a breve della curva (appunto le brevi scadenze) mentre quella a lunga (le intermedie e le lunghe scadenze) sono influenzate da molteplici fattori. Uno di questi sono le aspettative di crescita economica: se la FED rialza i tassi si teme che il rialzo possa compromettere la crescita e, dunque, gli operatori comprano bond a lunga (facendone salire il prezzo) x proteggersi da una possibile recessione. È quello che sta accadendo: i bond a breve hanno perso più dei bond intermedi.
      E, comunque, la protezione deve essere efficace nel medio lungo termine. Oggi le brevi scadenze proteggono ben poco.
      L’utilizzo del breve ha senso per costruire un eventuale approccio barbell: si costruisce la protezione obbligazionaria solo con brevi e lunghissime scadenze.
      Tuttavia Questo è un approccio di ben più difficile gestione.

  3. Ottimo articolo veramente ben fatto e chiaro oltrettutto…
    Mi chiedevo….e riguardo al peso da dare ad ognuno? Stiamo parlando di 15 etf….
    La logica è giustissima, ma se si sbaglia poi la distribuzione del peso sui vari asset è come aver fatto un buco nell’acqua.
    Potrsti darci un’indicazione anche su come pesare (indicativamente…in un’ottica di lungo periodo….) ciascuno di questi etf?
    Grazie

    1. Osservazione giustissima: gli etf indicati servono per comporre un’asset allocation robusta di lungo periodo.
      Per individuarne i “pesi” da dare a ciascun etf ti invito a consultare la sezione del sito dedicata ai lazy portfolio : per ognuno dei più famosi modelli di portafoglio puoi trovare il peso da dare a ciascun asset tramite il relativo etf.
      Ti segnalo anche l’articolo di confronto dei vary lazy portfolio per comprendere la rischiosità e le potenzialità di rendimento.
      Infine per il processo di manutenzione del portafoglio, puoi consultare la sezione dedicata al ribilanciamento .
      Un caro saluto.

  4. Un aggiornamento in questi tempi incerti? Abbandonare temporaneamente obbligazioni in favore di oro e materie prime? Reit? La Cina è sempre un buon partito?

    1. Francamente fatico a ricordare tempi “certi”😅. Si investe sempre in condizioni di incertezza.
      Gli unici investimenti “certi” sono i conti deposito che producono esattamente il rendimento che merita chi cerca certezze.
      Da più fronti si inizia a parlare di portafogli senza bond: nessuno sa dire con certezza quanto le obbligazioni possano ancora scendere. Tuttavia sappiamo (con certezza!) che nessun altro asset è in grado di svolgere il ruolo dei bond in portafoglio.
      Pensare di poter fare market timing sui bond è una follia esattamente come eliminare completamente le obbligazioni dal portafoglio. Verrà il momento in cui aver accumulato obbligazioni con scadenza intermedia darà i suoi frutti.
      I bond sono un asset imprescindibile per il giusto equilibrio del portafoglio.

      Riguardo ai bond cinesi, continuano ad essere un asset strategico da maneggiare con cura. Alla luce dei recenti ribassi oggi ci sono molte aree geografiche che sono tornate a essere interessanti come rendimento e come decorrelatori del portafoglio. .

      In questo articolo tratto le modalità per la composizione della componente obbligazionaria.

      Un caro saluto.

  5. Buongiorno David,
    ho notato che in molti esempi di lazy portfolios da te proposti hai inserito sia ETF obbligazionari a distribuzione che ad accumulazione.
    Questo mi fa sorgere una domanda: fa molta differenza, in termini di impatto sul rendimento finale di un portafoglio di lungo termine (10 – 15 anni), inserire un ETF obbligazionario a distribuzione anziché uno ad accumulazione? Ad esempio l’Ishares € aggregate bond esg (Dist) che hai citato nell’articolo anziché un Amundi Index SRI euro aggregate bond (Acc)?
    Specie in un’ipotesi di portafoglio costruito con 2 soli etf come ad esempio iShares ACWI e per l’appunto iShares IEAG.
    Grazie e sempre complimenti per la tua chiarezza e profondità di analisi.

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