Capisco che sia strano ritenere che tra tutte le difficoltà nell’impostare una strategia di investimento, l’emotività sia al primo posto. Invece l’emotività gioca un ruolo fondamentale su chi si appresta ad effettuare un investimento finanziario e legittimamente si preoccupa di trovare la migliore allocazione per il proprio patrimonio.
E’ un problema che va affrontato ancora prima di farsi le domande che di solito l’investitore evoluto si pone cercando di capire quali siano le opportunità da cogliere e quali le insidie da evitare, impostando la propria strategia di investimento.
Come investire i risparmi? E’ il momento di giocare in borsa? E’ giusto investire in azioni?
Purtroppo la maggior parte di noi trascura il rischio maggiore, anzi, spesso lo ignora totalmente:
il nemico numero uno del risparmiatore è l’emotività!
Ognuno di noi, in cuor suo, ritiene di essere un freddo calcolatore quando sono in ballo le decisioni da prendere per effettuare i migliori investimenti.
Ma i dati parlano chiaro. L’emotività è il nemico nr 1 delle nostre strategie di investimento.
E ve lo mostrerò tra poco, grafico alla mano.
E, visto che i mercati e, quindi, i nostri investimenti, tendono a fluttuare, diventa indispensabile sapere gestire le proprie emozioni.
L’andamento dei mercati azionari
Come dico spesso, il mercato azionario globale rappresenta l’intero mondo produttivo, tutte le società del globo fabbricatrici di beni e fornitrici di servizi destinati a noi, pubblico di consumatori. E’ piuttosto improbabile che il mondo finisca a breve.
Crisi finanziarie, depressioni, recessioni, guerre e cataclismi vari non hanno mai spezzato il percorso ascendente di crescita dell’economia e, di conseguenza, degli utili delle aziende. Il mondo è destinato a crescere (o, ahimè, a finire. In quel caso avremo altro a cui pensare!).
La finanza cavalca l’evoluzione e lo sviluppo, ma… I mercati tendono naturalmente a fluttuare, proprio perchè la crescita di lungo periodo è intervallata da fasi di assestamento, i cosiddetti crolli, sempre brillantemente superati dai mercati azionari, dall’inizio del XX secolo fino ai giorni nostri. Ed è qui che entra in gioco i nostro fattore emotivo che spesso manda a monte le nostre strategie di investimento.
Ecco qua un grafico che spiega la situazione:





Andamento dei mercati azionari globali dal 1970 ai giorni nostri.
Il paradosso emotivo dell’investitore
L’errore fondamentale che non ci permette di guadagnare con gli investimenti finanziari quale è? E’ un errore emotivo, che ci fa sbagliare il timing sia dell’acquisto delle azioni che della vendita delle stesse.
E’ diventata prassi investire quando le azioni hanno raggiunto la loro massima ascesa e vendere quando ormai hanno toccato il fondo. Praticamente l’opposto di quello che sarebbe sensato fare.
Gli investitori, infatti, hanno la tendenza a passare dall’ottimismo al pessimismo (e viceversa) in funzione all’andamento del mercato. Quando i prezzi salgono, si tende ad investire sull’onda di un ingiustificato ottimismo: si segue ciò che fa la maggioranza delle persone per paura di perdersi una formidabile opportunità di guadagno. Viceversa, quando il mercato ormai è tracollato, se ne fugge terrorizzati dalla paura di vedere volatilizzati i propri risparmi.
La Finanza Comportamentale, una disciplina che studia gli effetti della razionalità, e della mancanza di essa, sulle decisioni economiche, ci spiega il perché di questi comportamenti.
Purtroppo siamo nati per essere pessimi investitori.
Il problema è di origine genetica: il nostro cervello primordiale, quando percepisce un pericolo, ci spinge a fuggire, per preservare la nostra esistenza e quindi il nostro patrimonio.





Non c’è niente da fare: i risparmiatori (anche i più evoluti!) non brillano certo per tempismo e continuano a sbagliare quello che , tecnicamente, viene definito il timing degli investimenti.
L’emotività del rischio percepito: i dati non mentono
Noi decidiamo di investire quando le performance del prodotto valutato hanno già realizzato buoni risultati, a causa di un insensato ottimismo che ci porta a credere che queste continueranno a migliorare.
Il grafico che vedete di seguito rappresenta gli andamenti dei flussi su fondi comuni di investimento azionari, rapportati all’andamento del mercato.





A fronte dell’andamento del mercato (linea nera), le candele verdi indicano i flussi di investimento in ingresso che, come vedete, crescono con il crescere delle quotazioni di mercato (e, dunque, quando l’investimento è più sconveniente), con il picco massimo di investimenti poco prima che il mercato torni a scendere.
Quelle rosse mostrano i flussi in uscita che, simmetricamente, crescono quando le quotazioni di mercato scendono (e, dunque, quando sarebbe conveniente investire!) che, guarda caso, sono massime poco prima che il mercato torni a salire.
Spero di aver dato una chiara idea di quello che significa sbagliare il timing dell’investimento per colpa dell’emotività.
Come imparare a gestire la propria emotività?
Ecco alcuni importanti passi da seguire. Si tratta di alcune semplici regole comportamentali che possono aiutare a gestire l’istintività e l’emotività per affrontare in maniera razionale le diverse fasi di mercato prima, durante e dopo l’investimento finanziario.
Investi per obiettivi
Per capire come iniziare ad investire è indispensabile associare ad ogni investimento un obiettivo specifico: la nostra esistenza è la somma delle nostre ambizioni/esigenze che possono partire dalla pianificazione di una semplice vacanza per arrivare all’acquisto di un’auto, o di una casa. Costruire una famiglia pianificare una rendita o finanziare gli studi dei figli sono tutti diversi obiettivi che richiedono diverse strategie. E’ impensabile pretendere di investire i propri soldi, con le limitazioni delle nostre emozioni e della nostra avversione al rischio, perseguendo l’unico scopo di guadagnare il più possibile.
Investire mantenendo un’attenzione specifica sugli obiettivi prefissati aiuta a mantenere viva la propria fiducia anche nei periodi di instabilità e di turbolenza dei mercati perché si è definita una strategia basata su uno specifico punto di arrivo.
Essere onesti con stessi
Gli investitori si dividono in due categorie: quelli che sono già passati da un crash di borsa e quelli che stanno per farlo. Non si scappa facilmente. (Leggi l’articolo il prossimo crollo dei mercati finanziari per approfondire)
Questo non significa che hanno perso il loro patrimonio, ma che sono passati da un momento in cui il mercato ha avuto una forte contrazione e anche il loro patrimonio è passato attraverso un temporaneo dimezzamento.
Essere onesti con se stessi è capire, soprattutto nel momento di massima floridità del mercato, quanto siamo preparati a vedere oscillare il nostro patrimonio, in attesa di un secondo momento di rialzo.
Se quando il mercato è rialzista siamo tranquillamente disponibili a destinare parte dei nostri risparmi in investimenti anche di lungo periodo, quando il mercato si fa difficile, iniziamo presto a sentire la mancanza dei nostri soldi e percepiamo il rischio di vederli sparire. Così l’azione immediata è quella di salvare il salvabile e chiudere tutte le posizioni. E non ci resta che leccarci le ferite.
Quindi mi ripeto: è importante imparare a gestire la sensazione di perdita del denaro, ricordandoci che è temporanea visto l’andamento naturalmente oscillatorio del mercato.
Prima si acquisisce questa consapevolezza e prima si imparerà a gestire il proprio patrimonio in maniera ragionata.
Non farsi carico di rischi che non si è in grado di tollerare
Se l’ipotesi di ribasso proposta al punto primo ti sembra remota, assolutamente improbabile o ritieni di essere in grado di evitarla, allora dovresti evitare di investire nei mercati azionari.
Se non si impara a sopportare quelle oscillazioni che proprio fanno del mercato la fonte principale di guadagni strutturati, allora è consigliabile attuare una strategia diversa, ovvero modulare con gradualità l’investimento, attraverso l’impiego di piccole cifre periodiche. Questo meccanismo consente di attenuare le oscillazioni di mercato cavalcando le fasi di ribasso (in questo post parlo del piano di accumulo).
Le cattive notizie sono le migliori amiche di un buon investitore
Warren Buffet
Sii cauto quando gli altri sono avidi, avido quando gli altri sono cauti!
E’ impossibile prevedere i movimenti a breve termine del mercato azionario ma è altamente probabile che, dopo una fase di forte ribasso, il mercato salirà ben prima che gli umori o l’economia si risollevino (i mercati anticipano sempre i cicli economici: vivono di aspettative future). Perciò, se rimaniamo ad aspettare che arrivino le rondini, la primavera sarà finita.
Individuare la fase di minimo del mercato è impossibile. E’, tuttavia, altamente consigliabile costruire o incrementare l’esposizione al mercato durante le fasi di forte ribasso, magari con gradualità.
I mercati si evolvono sulle aspettative
I mercati finanziari scontano le aspettative: i valori delle azioni crescono sulla base delle previsioni di crescita degli utili delle società. All’opposto i valori scendono quando le previsioni sugli utili sono al ribasso.
Questo significa che al culmine della fasi di espansione del ciclo economico (quando, cioè, l’ottimismo è diffuso), le azioni hanno già esaurito gran parte della loro potenzialità di rialzo.
All’opposto, quando l’economia stenta, arranca, singhiozza e il pessimismo dilaga (“ le cose vanno male, non potranno che andare peggio), quello è di solito il momento in cui le azioni diventano davvero attraenti.
E’ impossibile, a priori, individuare la presente fase di mercato, tuttavia ci sono due preziosi indicatori che ne rappresentano un efficace termometro:
P/E (PRICE / EARNING)
E’ il rapporto tra gli utili di un titolo ed il suo prezzo di borsa.
Per individuare il P/E di uno specifico mercato (america, europa, mondo intero), vengono aggregati i p/e dei titoli di cui quel mercato si compone.
Questo indice esprime quanto il mercato è disposto a pagare per ogni unità di utili prodotta.
Per farla semplice, se il P/E è molto alto rispetto alla media, il mercato si sta aspettando performance troppo più alte rispetto alle concrete possibilità del mercato, in preda ad un eccesso di ottimismo. Sarà proprio quello il momento più sbagliato per investire.
Il ragionamento deve essere fatto al contrario quando, invece, il P/E è inferiore alla media.
Dividend yield
Si tratta del rendimento offerto da un titolo azionario sulla base del dividendo che questo ha distribuito. E’ espresso dal rapporto tra dividendo del titolo ed il suo prezzo.
Anche in questo caso il dividendo yeld di uno specifico mercato è il risultato della media dei dividend yield dei titoli che lo compongono.
Nello specifico, più alta è la percentuale dei dividendi rispetto al prezzo di acquisto delle azioni più ci sono possibilità che l’azione aumenti in futuro.
Al contrario, se il dividend yield esprime un valore inferiore alla media (cioè la percentuale dei dividendi è molto bassa rispetto al prezzo di acquisto), significa che il rendimento del mercato azionario non è così allettante, perchè al momento sta cavalcando un eccesso di ottimismo.
Questi due semplici dati sono molto più importanti dell’andamento di tanti grafici:
I grafici ci raccontano il passato, P/E e Dividend Yield, invece, sono due barometri che esprimono le aspettative sul futuro.
Conclusioni
Le conclusioni purtroppo non possono che continuare a mettere in guardia dall’irrazionalità del mercato.
Non bisogna trascurare, infatti, che le valutazioni dei mercati possono rimanere insensate per molto tempo. Ciò significa che i mercati possono continuare, per un certo periodo, a salire anche in corrispondenza di p/e elevati o, all’opposto, proseguire nella discesa in corrispondenza di p/e modesti.
“Il mercato può rimanere irrazionale molto più a lungo di quanto tu possa rimanere solvente”.
J. M. Keynes
Attendere di prendere posizione in vista del minimo oppure continuare ad investire sperando nell’arresto della fase di ribasso senza aver prima strutturato una pianificazione finanziaria può essere in ogni caso poco redditizio o estremamente pericoloso.
L’investimento finanziario richiede pazienza, metodo e disciplina.
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