Sta per iniziare un nuovo anno e in questo periodo di buoni propositi, che implicano, ahimé, attività faticose che non vorresti in verità mai fare, ti voglio parlare di una delle poche cose che, a fronte di minimo sforzo, portano un beneficio immediato: il risparmio fiscale.
Sì, perché a differenza di tutti quegli obiettivi, come la palestra, che richiedono un’attività impegnativa costante a fronte di un beneficio futuro, l’agognata forma fisica, il risparmio fiscale permette di ottenere un beneficio immediato senza rinunce o fatica.
Il concetto di risparmio fiscale
Ho già parlato in questo post dei motivi per cui è importante sottoscrivere un fondo pensione integrativo al fine di garantirsi un futuro dignitoso, ma in questo articolo voglio analizzare nello specifico il beneficio accessorio che porta con sé.
La deducibilità fiscale che, meraviglia delle meraviglie, permette di pagare meno tasse in modo del tutto lecito, ovviamente, e, di conseguenza, trovarsi più denaro a disposizione.
Entriamo nello specifico.
Tutto nasce dal fatto che i versamenti volontari (cioè eccedenti dalla quota parte del tfr) destinati al fondo pensione fino ad un massimo di 5.164,57 € annui, sono deducibili dal reddito.
Questo beneficio è dedicato sia ai lavoratori dipendenti che ai liberi professionisti.
Questo significa che i soldi versati al fondo pensione (contributi) vengono sottratti dall’imponibile irpef riducendone così la base di calcolo. Meno reddito imponibile, infatti, significa meno imposte da pagare.
Vediamo di fare un esempio che ci aiuti a comprendere meglio il passaggio: questa che segue è la tabella degli scaglioni irpef che ogni lavoratore (dipendente e non) è chiamato a pagare, a seconda del reddito percepito:





Ipotizziamo un imponibile irpef di € 35.000 (in base alla precedente tabella, cioè colpito nella fascia più alta da un’aliquota fino al 38%).
Il lavoratore in questione dovrà pagare imposte pari a (come indicato nella terza colonna alla riga del 38%):
6.960€ + 2.660€ ( cioè il 38% di 7.000€ che sono la parte eccedente ai 28.000€).
Totale 9.620 € di tasse da pagare
Il lavoratore che invece abbia versato in un fondo pensione la cifra di € 300 mensili (€ 3.600 annui) otterrà uno sgravio così calcolato:
35.000€ (reddito imponibile) -3.600€ (versamenti al fondo pensione) =
31.400€ nuovo reddito imponibile.
6.960€ + 1.292€ (cioè il 38% di 3.400€ che sono la parte eccedente ai 28.000€)
Nuovo Totale 8.252€ di tasse da pagare
Praticamente rimangono in tasca 1.368€ in più.
Non male come regalo da parte del fondo pensione.
Come beneficiare della deduzione
Per poter beneficiare della deducibilità prevista, è necessario dichiarare l’ammontare dei versamenti effettuati nel corso dell’anno tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi (730 per lavoratori dipendenti, UNICO per lavoratori autonomi) allegando la certificazione dei versamenti rilasciata dalla società gestrice del fondo.
Per i lavoratori dipendenti il bonus fiscale sarà riconosciuto direttamente nella busta paga di luglio come rimborso irpef mentre per i lavoratori autonomi il beneficio si concretizza in termini di minori imposte da pagare.
Nel caso in cui si sia aderito ad un fondo pensione di categoria, e le trattenute siano effettuate dal datore di lavoro direttamente in busta paga, non sarà necessario neppure presentare dichiarazione dei redditi, perché il risparmio fiscale verrà calcolato e riconosciuto direttamente dal datore di lavoro stesso.
Risparmio fiscale: come sfruttarlo al massimo e potenziare i rendimenti nel lungo periodo
Se l’obiettivo dell’investimento è, come dovrebbe, quello di massimizzare il rendimento nel lungo periodo, è necessario fare un’ulteriore riflessione sul corretto utilizzo del beneficio fiscale.
Per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo è consigliabile rinunciare alla tentazione di “consumare” il bonus fiscale e, piuttosto, destinarlo, a sua volta, al reinvestimento.
Questo consentirà di incrementare le performance a scadenza per effetto del principio della capitalizzazione composta (leggi il post dedicato) : è il concetto grazie al quale i rendimenti realizzati, se reinvestiti, producono ulteriori rendimenti.
Anche in questo caso un esempio viene in nostro aiuto.
Prendiamo il caso del lavoratore che risparmia ed investe in un fondo pensione il 10% della propria retribuzione (€ 300 mensili). Su un orizzonte di lungo termine (visto che stiamo parlando di piano pensionistico) possiamo ipotizzare, senza eccessi, un rendimento del 4% annuo:
Ipotesi A: investimento del solo versamento mensile senza utilizzare il rimborso fiscale





Dopo 15 anni l’investimento produrrebbe un capitale di € 73.637,40 a fronte di versamenti per complessivi € 54.000 (300 x 180 mesi, cioè 15 anni).
Ipotesi B: reinvestimento del rimborso fiscale
Reinvestendo sistematicamente per gli stessi 15 anni i 1.368 € derivanti dal rimborso fiscale avremo un ulteriore capitale a disposizione di € 20.520 (1.368 x 180 mesi – equivalenti a 15 anni -) che produrrà la somma di € 28.473,55.





Questo significa disporre di un capitale finale di € 102.110.95.
Senza considerare che la somma reinvestita a sua volta genererà ulteriore risparmio fiscale (fino al massimo deducibile di € 5.164,57).
Ecco il confronto tra le due ipotesi:
IPOTESI A | IPOTESI B | |
Versamento mensile | € 300 | € 300 |
Versamento annuo | € 3.600 | € 4.968 |
Investito totale 15 anni | € 54.000 | € 74.520 |
Capitale rivalutato 15 anni | € 73.637,40 | € 102.110.95 |
Conclusioni
- Un piccolo investimento ripetuto sistematicamente nel tempo produce un capitale che può aiutarci a realizzare un’ottima rendita per gli anni a venire;
- E’ necessario sfruttare tutte le occasioni che lo stato offre per limitare l’esborso fiscale e il fondo pensione è uno dei pochi strumenti che permette questo beneficio.
- Il risparmio fiscale rappresenta un moltiplicatore di ricchezza in grado di amplificare notevolmente i rendimenti nel tempo.
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