QUESTA VOLTA E' DIVERSO

Dopo praticamente 10 mesi di ribassi ininterrotti di azioni e bond le sicurezze conquistate durante il bull market scricchiolano pericolosamente sotto il peso dell’incertezza.
Anche tra i professionisti e gli  investitori più preparati ed esperti il dubbio si insidia prepotentemente fino quasi a diventare certezza: questa volta è diverso!

Questo articolo sarà un breve viaggio nella storia dei mercati e della mente umana per capire se e perché questa volta sia davvero diverso.

Il peggior anno di sempre

L’anno che si accinge a chiudersi sarà ricordato per molti motivi come il “peggior anno della storia”.
Molti interpretano la mole di avversità che ha tormentato gli investitori  come una specie di tempesta perfetta.
A ben guardare tensioni geopolitiche  ed  emergenze energetiche non sono poi così infrequenti nella storia dei mercati.
E neppure i ribassi dei mercati azionari appaiono così drammatici se rapportati a quelli di altri bear market.
Quello che è stato veramente doloroso per gli investitori è l’impatto sui portafogli reali, sui cosiddetti “soldi al fronte” per i  quali nessun backtest elaborato su grafici e fogli di calcolo può descrivere il rimpianto che ne deriva.

Questa immagine mette a confronto i ribasso percentuali che hanno colpito  azioni (in blu) e bond (in rosso) nel  corso degli ultimi 50 anni: mai era successo di vedere scendere entrambi di oltre il 10%:

Il ribasso simultaneo di azioni e obbligazioni con cui sono composti la maggior parte dei portafogli diversificati (con tutte le varianti al portafoglio classico 60/40) ha provocato una distruzione di ricchezza drammatica.

Prendendo come riferimento il mercato americano, la diminuzione complessiva dei patrimoni investiti in azioni e obbligazioni è stata addirittura superiore a quella del 2008.
Il grafico mostra le perdite in soldi reali riportate dai portafogli diversificati tra azioni e bond USA: 

Non stupisce dunque che anche chi naviga da tempo i mercati sia ormai convinto che questa volta sia davvero diverso e che questa crisi possa protrarsi ancora per anni.

La lezione dalla grande depressione

Le economie e i mercati finanziari hanno una lunga storia di ascesa e prosperità a cui segue un crollo improvviso da cui si diffonde il panico.
Il modello che porta alla ripetizione di questi cicli è, più o meno, sempre lo stesso: la crescita e la prosperità incentivano l’indebitamento che cresce a dismisura fino a quando qualche evento (come i rialzi dei tassi da parte delle banche centrali) non fa rompere qualcosa determinando un crollo e il ridimensionamento degli eccessi con una fase discendente.

Benjiamin Roth fu un avvocato statunitense che tenne un minuzioso diario durante la grande depressione degli anni ‘30 probabilmente la peggiore di tutti i tempi.
Nelle sue dichiarazioni traspare il suo stupore per quanto gli anni ‘30 fossero simili alle precedenti recessioni:  “Ho letto molto sulle depressioni del 1837 e del 1873”, scrisse, “e sono stupito dalla somiglianza con le condizioni odierne”. 
Qualche tempo dopo, durante le ricerche sulla depressione del 1893, scriveva:   
“Sono di nuovo colpito dalla somiglianza”
.
Nonostante elementi di diversità, il modo in cui le persone rispondevano alla crisi,  come si comportavano le autorità politiche che dovevano gestirla, il modo in cui  l’avidità e la paura controllavano le decisioni di investimento, sembravano identici.
Lo stesso Roth affermava che “l’inizio di un movimento del mercato azionario di solito è causato dall’andamento dell’economia e degli utili, ma alla fine il movimento è spinto troppo in alto o troppo in  basso, dall’estremo ottimismo o dalla disperazione della natura umana”.

Quello che intendo dire è che ogni crisi, ogni ribasso di mercato è profondamente diverso dal precedente. Ma il modo in cui le persone rispondono alle sollecitazioni che ne derivano è sempre lo stesso. E visto che l’andamento dei mercati è determinato dalle decisioni di miliardi di investitori che agiscono sulla base del buonsenso comune, alla fine i cicli di discesa e di ripresa tendono a essere molto simili.

La ciclicità dei mercati

A tutti quelli che sono ormai convinti che questa volta sia diverso vorrei dire che è estremamente improbabile che sia davvero così. Questa crisi si risolverà, in tutta probabilità,  come tutte le precedenti crisi finanziarie.
Recentemente leggendo un articolo di approfondimento finanziario ho trovato estremamente interessante una definizione della ciclicità dei mercati:
La natura umana, la struttura dell’economia e della finanza e la stessa storia ci dicono che i ribassi nei mercati finanziari sono fenomeni relativamente brevi che, mediamente, durano da alcuni trimestri fino a un massimo di un paio di anni nei rarissimi casi più tragici.
Le fasi di rialzo, viceversa, durano anni (intervallati da modeste discese inferiori al 15%).

S&P500 RIALZI VS RIBASSI
Giorni di rialzo e di ribasso dell’S&P500: Fonte: Crestmont Research

A questo punto siamo ormai abbondantemente a oltre tre trimestri di ribassi: è plausibile che il trend possa protrarsi ulteriormente ma ormai è gran parte del tragitto è alle nostre spalle.

contatta David Volpe

Conclusioni

Il cane è stato addomesticato diecimila anni fa, eppure conserva ancora alcuni comportamenti tipici dei suoi antenati selvatici. E noi con un’esperienza di neppure cinquant’anni nel moderno sistema finanziario, pretendiamo di esserci perfettamente abituati.

Morgan Housel

Dopo una fase di prolungato ribasso anche i più ottimisti inevitabilmente finiscono per perdere la fiducia nella forza della crescita economica.
La tentazione di abbandonare i buoni propositi sul lungo termine e sulla diversificazione è molto forte.
E’ in queste fasi che ci si domanda davvero perché mai i mercati azionari dovrebbero mantenere il trend di crescita a lungo termine. 
Perché mai non potrebbe inesorabilmente invertirsi la direzione del secolare mercato rialzista? 

Su quale basi i mercati azionari dovrebbero continuare a crescere?

Perché questa volta non dovrebbe essere diverso?

La risposta sta proprio nel comportamento umano o, più in particolare, nella nostra innata tendenza all’ambizione.
Ogni mattina la stragrande maggioranza degli individui si alza per rendere la propria esistenza migliore: trovare un buon impiego, ottenere un giusto compenso per comprare le cose che piacciono e magari costruire una famiglia, acquistare un auto e una casa più grande.
Per coronare queste ambizioni ognuno di noi la mattina si alza, va a lavorare si guadagna uno stipendio che viene speso (mi raccomando: non tutto!) per togliersi soddisfazioni più o meno grandi.
In altre parole produciamo e consumiamo, alimentando la crescita economica e finanziaria: aumenta la disponibilità di beni e servizi e aumentano gli utili (e i dividendi) delle aziende che producono quei beni
Certo ci sono le fasi recessive ma il potere dell’ambizione è irreversibile.
I mercati crescono per la maggior parte del tempo e questa volta non sarà diverso, ecco perché la strategia Buy & Hold resta la più efficace.

I saggi hanno sempre detto le stesse cose, e gli sciocchi hanno sempre fatto esattamente il contrario

Arthur Schopenhauer

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1 Comment

  1. …per navigare nei periodi negativi può essere utile fare ricorso al tanto denigrato “ANCORAGGIO”, ovvero non perdere di vista dove voglio arrivare, accettando variazioni di percorso e non guardare solo ai prezzi dei mercati, ma anche ai valori nominali. Provare a ricalcolare il proprio NAV di portafoglio in “stile assicurativo”, almeno per la parte obbligazionaria in modo semplice, ovvero aggiungendo il rendimento atteso a scadenza dichiarato, può far mantenere la calma ed evitare gli errori istintivi: ovvero agire in stile Daniel Kahneman con il suo sistema 1 (istinto) e sistema 2 (riflessivo)… buona domenica e grazie come sempre! Grande David

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