“I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri”.
Questa avvertenza viene riportata su ogni documento informativo abbinato a qualsiasi prodotto di investimento.
Mi sembra una raccomandazione assolutamente appropriata anche per un qualsiasi lazy portfolio.
Ebbene sì: anche i lazy portfolio hanno dei limiti e non sono una soluzione necessariamente adeguata per ogni investitore.
In questo articolo troverai un elenco dei contesti di mercato e delle potenziali situazioni in cui un portafoglio pigro non funziona. e quali sono i limiti di una strategia buy & hold diversificata e ribilanciata.
Questo post vuole essere una sorta di avvertenza per valutare correttamente la scelta tra una strategia buy & hold diversificata e ribilanciata e una soluzione alternativa.
Indice
Blackout delle correlazioni
La diversificazione e, soprattutto, la decorrelazione è il principio alla base di ogni lazy portfolio.
Combinare asset class che si comportano in modo contrapposto (cioè decorrelato) nelle diverse fasi di mercato (salgono le une e scendono le altre) consente di attutire l’impatto dei ribassi sul portafoglio. Inoltre, detenere asset che salgono quando altre scendono, permette di ribilanciare incrementando le componenti in sofferenza a prezzi vantaggiosi.
La teoria della correlazione ha sicuramente senso, tuttavia bisogna ricordare che i legami tra i diversi asset cambiano nel tempo.
Prendiamo ad esempio due attività di investimento che, tipicamente, sono utilizzate per compensare i ribassi delle azioni: oro e titoli di stato.
Ci sono periodi in cui la loro efficacia diversificativa risulta evidente, altri in cui questi asset funzionano meno.
Questo grafico mostra la variazione nel tempo della correlazione tra oro e azioni.
Nei periodi in cui la correlazione diventa negativa (al di sotto della linea rossa) l’oro si muove in direzione opposta alle azioni (efficacia diversificativa alta). Viceversa quando la correlazione diventa positiva (sopra la linea rossa) oro e azioni vanno nella stesso senso (efficacia diversificativa scarsa):



Discorso analogo può essere fatto per l’accoppiata azioni/obbligazioni:



I periodi al di sopra della linea rossa, possono sembrare relativamente brevi e insignificanti quando vengono osservati nei grafici ma diventano maledettamente lunghi quando sono vissuti nella realtà.
Devi accettare che prima o poi accadrà che il tuo portafoglio non funzionerà come ti saresti aspettato. E puoi star certo che prima o poi succederà (anzi: ri succederà).



Contesti di mercato eccezionalmente favorevoli
Anche se può sembrare paradossale, un lazy portfolio con molta probabilità restituirà performance deludenti in contesti di mercato particolarmente favorevoli ai mercati azionari.
Le azioni sono il principale motore di performance dei portafogli in grado di produrre rendimenti ben superiori rispetto a quelle di ogni altra asset class.
Le fasi di mercato favorevoli alle azioni possono essere molto lunghe.
I periodi di esuberanza con valutazioni sorprendentemente elevate possono durare anni.
Inevitabilmente in questi contesti di mercato la parte del capitale destinata ad altre asset class (obbligazioni, oro, materie prime, liquidità), diventerà una zavorra che limiterà le performance del portafoglio.
Decidere di seguire un approccio lazy significa inevitabilmente accettare di sottoperformare i portafogli dei nostri amici, colleghi, parenti che hanno deciso di investire solo in azioni.
Prima o poi il mercato presenterà loro il conto, ma fino ad allora avrai dovrai accettare di vedere sfuggire le performance stellari delle azioni più alla moda.
Inattitudine al ribilanciamento
L’attività di manutenzione di qualsiasi lazy portfolio deve prevedere un corretto ribilanciamento periodico tra le varie asset class.
C’è chi sostiene che il ribilanciamento di portafoglio debba essere effettuato in modo accademico una sola volta all’anno (tipicamente il 31.12).
Secondo un’altra corrente di pensiero l’attività di ribilanciamento deve essere eseguita in modo discrezionale cioè più volte nel corso dello stesso anno per cogliere eventuali opportunità offerte da repentini ribassi di talune asset class (personalmente io preferisco questa seconda alternativa purché il ribilanciamento non diventi frenetico).
Qualunque sia la scelta che si intende seguire, il ribilanciamento di portafoglio non è un’attività così intuitiva come può sembrare.
Vendere asset in rialzo per comprare asset da cui tutti fuggono richiede davvero tanto distacco.
Ci sarà sempre un buon motivo per rimandare, anticipare le tempistiche, o trascurare il ribilanciamento di alcuni asset.
Incrementare attività di investimento in perdita aspettando anni per vedere i risultati è molto facile da fare nei fogli di calcolo ma estremamente complesso con i soldi reali
Improvvisare manovre tattiche per la manutenzione di un lazy portfolio può essere appassionante ma poco produttivo dal punto di vista dei risultati finali.
Se non si è in grado di vivere un portafogli con il sufficiente distacco emotivo, meglio scegliere soluzioni preconfezionate (o affidarsi a un professionista 🤓).
Troppe opzioni da gestire
Spesso si dice che un buon portafoglio può essere costruito in modo molto semplice ricorrendo a pochi semplici strumenti. Ad esempio c’è chi sostiene che un efficace portafoglio 60/40 possa essere messo in pratica mettendo insieme un banalissimo fondo obbligazionario globale con un altrettanto banale fondo azionario globale.
Questa affermazione è valida sicuramente per il lungo termine.
Tuttavia il lungo termine a cui tutti guardiamo con fiducia (fatto salvo smarrirsi al primo bear market 🤐) altro non è che la somma di tanti brevi periodi.
E ormai abbiamo imparato quanto i mercati possano farci star male nel breve termine.
L’obiettivo ambizioso di un buon portafoglio dovrebbe essere quello di raccogliere le performance dei mercati consentendoci di mantenere una certa tranquillità emotiva anche nel breve periodo.
Questo obiettivo si raggiunge, ahimè, solo con una capillare diversificazione che passa necessariamente da una maggiore complessità.
Complessità significa inserire all’interno del portafoglio diverse asset class e diversi strumenti che andranno tutti ribilanciati periodicamente.
Avere più opzioni da gestire durante l’attività di ribilanciamento può diventare un bel rompicapo: “Meglio vendere oro o materie prime? Meglio acquistare obbligazioni europee o azioni small cap value? Che fare dei bond cinesi?”.
Se non si ha maturato l’esperienza necessaria per gestire più opzioni contemporaneamente, allora meglio tornare alla semplicità di un lazy portfolio basico che, tuttavia, sarà inevitabilmente meno efficiente.
Disponibilità non adeguate
Un aspetto importante da tenere in considerazione riguarda l’entità del capitale a disposizione che può pregiudicare il buon funzionamento di un portafoglio correttamente impostato.
Infatti il processo di manutenzione tramite il ribilanciamento prevede una periodica attività di acquisto e vendita di fondi o etf per mantenere costanti le proporzioni tra le varie asset class.
Queste operazioni hanno un costo che può essere più o meno elevato.
Per i patrimoni non sufficientemente adeguati, molto spesso, l’entità dei costi fissi di negoziazione rende questo processo eccessivamente oneroso
Se non si dispone di un capitale adeguato quindi è preferibile destinare il proprio capitale a fondi o etf bilanciati o multiasset che mirano a riprodurre, in unico strumento, un portafoglio ampiamente diversificato e sistematicamente ribilanciato dallo stesso gestore.
Per chi sta gradualmente accumulando un capitale, in alternativa si potrà decidere di costruire un lazy portfolio con importi relativamente modesti, incrementandolo successivamente con nuova liquidità da utilizzare proprio per l’attività di ribilanciamento (ribilanciamento con nuova liquidità).
Resta il fatto che la nuova liquidità debba essere adeguata a giustificare i costi fissi di negoziazione.
Tolleranza al rischio inadeguata
L’obiettivo di un lazy portfolio dovrebbe essere quello di riuscire a raccogliere le performance dei mercati finanziari riducendo la volatilità. L’idea è quella di contenere i ribassi e ridurre i tempi di recupero durante le fasi più critiche.
Per quanto comodo, il percorso di investimento non potrà essere indenne da turbolenze.
La volatilità, l’incertezza, il rimpianto, rappresentano il prezzo che deve comunque essere pagato in cambio del successo negli investimenti.
Non tutti i risparmiatori sono in grado di pagare questo prezzo.
Chi è disposto a sacrificare una parte dei rendimenti di lungo periodo, in cambio di una maggiore tranquillità emotiva può pianificare un viaggio più confortevole attraverso altre strategie.
Ad esempio l’approccio barbell (bilanciere) può adattarsi agli investitori più conservativi.
Si tratta di una tecnica che consiste nello strutturare il patrimonio in due portafogli distinti (che rappresentano le due estremità del bilanciere): la parte più rilevante sarà investita in strumenti a bassissimo rischio (ad esempio un bond ladder ) mentre la parte residuale sarà investita in strumenti più volatili (a breve un ulteriore post di approfondimento sul tema).
Conclusioni
Le buone decisioni non sono sempre razionali. A un
Morgan Housel
certo punto bisogna scegliere tra essere felici e avere ragione.
Non esiste una strategia invincibile in grado di superare indenne contesti di mercati avversi.
Lo stesso celebre portafoglio All Seasons valido “per tutte le stagioni finanziarie”, nel breve termine può essere fonte di insoddisfazione.
E’ bene essere consapevoli che la certezza del successo nel medio lungo termine è il risultato della somma di dubbi e incertezze nel breve periodo.
Sarebbe irragionevole cercare una soluzione di investimento che concili gli splendidi risultati a cui tutti aspiriamo nel lungo periodo con la stabilità nel momento presente.
Semplicemente non esiste.
…purtroppo la mente dimentica che il rispetto del fattore tempo è la certezza unica che ti possa far raggiungere gli obiettivi finanziari stabiliti, continuare a concentrarsi sui prezzi e mostrare la cecità sul valore intrinseco detenuto con i vari asset, porta ad agire sul passato (prezzo) e perdere il presente (valore). Buona domenica David
Le asset class in cui l’investitore può decidere di investire sono: azioni, obbligazioni, asset reali (oro, materie prime e reit) e la liquidità. Ma c’è un’altra asset class non meno importante che troppo spesso viene trascurata: il tempo.