Lazy portfolio gestione

Sono felice di constatare che sempre più investitori guardano con interesse i lazy portfolio come soluzione per costruire la propria strategia di investimento.
Strutturare il proprio patrimonio attraverso una strategia lazy però non è sufficiente per garantire dei risultati ottimali, perché molti sottovalutano quanto sia difficile rimanere fedeli al portafoglio pigro individuato.
Anche il migliore dei lazy portfolio prevede un’attività di manutenzione banale nella teoria, ma estremamente complicata nella pratica.


L’intenzione di questo articolo è quella di mostrarti la complessità della gestione di un portafoglio lazy efficiente e darti alcune indicazioni per evitare di cadere nei più comuni errori del processo di gestione del portafoglio.
Vediamo quindi insieme quali sono le tentazioni più dannose nel processo di manutenzione del proprio lazy portfolio.

L’illusione delle convinzioni

La nostra mente è una macchina estremamente potente: crea le proprie convinzioni.
Ovviamente tutte ben articolate e basate su ragionamenti razionali e giusti.
Cambiare queste convinzioni è una delle cose più complesse nel percorso verso il corretto processo di investimento. 
Oltretutto abbiamo un disperato bisogno di certezze: mano a mano che le troviamo, cerchiamo ulteriori prove che le confermino trascurando le evidenze che le contraddicono.

Questo connubio tra convinzioni personali e bisogno di certezze viene ulteriormente rafforzato dalle nostre esperienze personali che, purtroppo, diversamente da altre situazioni della nostra vita, portano a visioni parziali e soggettive della questione: 
chi è cresciuto in condizioni di povertà, ad esempio, pensa al rischio e al guadagno in un modo profondamente diverso rispetto al figlio di un ricco imprenditore.
L’investitore che ha perso metà dei propri risparmi durante la crisi del 2008 ha vissuto un’esperienza inimmaginabile per chi ha investito tra il 2009 e i giorni nostri.
Le nostre esperienze con gli investimenti rappresentano una frazione infinitesimale di tutti gli eventi accaduti nel mondo finanziario. Tuttavia siamo convinti che le cose funzionino proprio come le abbiamo sperimentate.

I lazy portfolio servono proprio per superare questi gap cognitivi. Una volta individuato  un portafoglio lazy composto da una combinazione ottimale di asset (azioni, obbligazioni e beni reali) basterà rimanervi eternamente fedele per superare qualsiasi avversità senza il rischio di cadere vittima di decisioni basate su previsioni a breve termine.

I vari lazy portfolio (Permanent Portfolio, 60/40, All Seasons, Golden Butterfly, Peenwheel, Swensen Portfolio, Larry Portfolio)  nascono proprio per soddisfare questa esigenza.
Nella sezione dedicata di questo blog ci sono le indicazioni basilari per imparare a utilizzare questi portafogli.

contatta David Volpe

Eliminare gli asset poco performanti

Per investire correttamente, non è sufficiente semplicemente replicare un portafoglio. Bisogna comprenderne le logiche sottostanti e, soprattutto, bisogna riuscire a seguire il processo di manutenzione disciplinato.
Manutenzione significa ribilanciare costantemente vendendo parte degli asset in guadagno per comprare gli asset in perdita. 
Questo processo è maledettamente difficile da mettere in pratica:  detenere un asset in perdita per un periodo di tempo considerevolmente lungo e comprarlo mentre continua a scendere richiede  disciplina e costanza.

Per trasmettere questo concetto prendo come esempio uno dei lazy portfolio più diffusi: l’All Seasons di Ray Dalio.

Nella sua concezione originaria il portafoglio è così composto:

PORTAFOGLIO-ALL-SEASONS
  • Obbligazioni a lungo termine;
  • Obbligazioni a medio termine;
  • Azioni;
  • Oro;
  • Materie prime.

Rimanere fedele a questa asset allocation nel corso degli anni è stato tutt’altro che semplice.

Partiamo dal bene rifugio per eccellenza: l’oro.
Credo che pochi investitori abbiano coscienza di quanto sia stato difficile tenere in portafoglio un asset così “innocuo”. 
Alla fine del 2012 per il metallo giallo si è aperto un bear market che ha portato a un ribasso massimo del 30%. Sono occorsi 7 anni per recuperare l’apice precedente al crollo:

ORO ALL SEASONS

Mi domando quanti investitori hanno o avrebbero avuto la costanza di ribilanciare un asset in perdita per 7 anni consecutivi.

Se andiamo ad analizzare l’altro asset reale dell’All Seasons, le materie prime, mantenere la disciplina di ribilanciamento è stato ancora più complesso:

MATERIE PRIME ALL SEASONS

L’investitore avrebbe dovuto comprare (ribilanciando) per oltre 10 anni prima di vedere esprimere i benefici di questo asset. Per non parlare del problema del contango!

La tentazione di agire pensando “cambiando strategia posso fare meglio” diventa davvero forte.
Oggi tutti vorrebbero avere oro e materie prime in portafoglio. Ma ti assicuro che gestire un portafoglio che contempli queste due attività di investimento richiede un notevole sforzo.

Il contesto di mercato eccezionale

Guardando i grafici su una qualsiasi piattaforma o su un qualsiasi simulatore, la gestione di un portafoglio non sembra poi così difficile: “Individuo il portafoglio più adatto alle mie esigenze e lo ribilancio 1, 2 volte all’anno”.

Proviamo a dare uno sguardo alla situazione attuale e al possibile futuro:
Cosa fare con i bond in portafoglio?
L’All Seasons prevede un’allocazione sistematica alle obbligazioni.
Dal picco raggiunto nell’ aprile del 2020, le obbligazioni di elevata qualità hanno subito un drawdown dell’11%:

OBBLIGAZIONI ALL SEASONS

Come comportarsi oggi con questo asset vista l’ormai certa prospettiva di rialzo dei tassi?
Comprensibilmente, cerchiamo una fonte autorevole in grado di dare una risposta alla nostra domanda e ci imbattiamo in una serie di articoli come questi:

DRAWDOWN BOND SOLE 24 ORE

“Se il quotidiano finanziario nazionale più autorevole mi suggerisce di ridurre o, addirittura, rinunciare ai bond dovrò pure dargli retta! Magari potrei aspettare che si concluda il ciclo di rialzo dei tassi prima di prendere in considerazione le obbligazioni”.

Confondere il caso con l’abilità

I mercati rialzisti sono l’ambiente ideale per alimentare l’eccesso di fiducia nelle proprie capacità. 
Durante un bull market scelte tattiche di breve periodo vengono spesso ripagate da brillanti rendimenti.
E’ il caso dell’investimento settoriale (intelligenza artificiale, telemedicina, tecnologie del futuro ecc..) che nell’euforia generale dà un boost alla performance del portafoglio.

Finisce così che ci si convince di essere stati bravi nell’individuare il trend vincente nel momento più opportuno.
A poco a poco si prende confidenza con la propria attitudine ad anticipare i settori  e i temi dirompenti su cui viene sbilanciato il portafoglio.
Peccato che poi il mercato presenta sempre il conto: sopravvalutare le tue capacità ti porterà a farti carico di rischi che amplificheranno le perdite al prossimo bear market (questa attitudine è particolarmente diffusa anche tra i consulenti finanziari 😣).

INVESTIMENTO TEMATICO DRAWDOWN
Etf azionario globale (linea azzurra) vs. etf big data (linea rossa).

L’iperattività

Quando gli scenari di mercato cambiano e aumenta la volatilità (cosa abbastanza frequente), è naturale essere portati all’azione.
La convinzione che aggiustamenti tattici possano limitare l’impatto dei ribassi o farci cogliere imperdibili occasioni di acquisto ci spinge all’azione.
In realtà molto spesso la cosa più saggia da fare è rimanere fermi.
Restare inattivi nel pieno del bombardamento mediatico mentre tutti intorno a noi si adoperano per adeguare i portafogli al nuovo contesto può essere tremendamente difficile.
Talvolta varrebbe la pena pagare qualcuno per costringerci a non fare niente! 😎.

Conclusioni

Le decisioni giuste vengono dall’esperienza. L’esperienza viene dalle decisioni sbagliate.

F.M.

Un portafoglio correttamente diversificato è lo strumento per affrontare l’incertezza dei mercati finanziari e investire con certezza di successo in un periodo di tempo adeguato.
Tuttavia anche il miglior portafoglio serve a ben poco se si commettono sciocchezze nel percorso di investimento. E commettere sciocchezze è molto più semplice di quanto si possa pensare.

Non è sufficiente copiare un portafoglio “lazy” per capirlo e, soprattutto, per comprenderne il funzionamento e il comportamento nelle diverse situazioni di mercato sempre diverse e sempre nuove.
Ogni portafoglio va vissuto nella vita reale, e molto spesso, per imparare a gestirlo correttamente, non basta averne testato soltanto uno.

L’investitore ha, quindi, due opzioni:

  • Copiare un modello: in questo caso avrà sempre dei dubbi (è il momento di comprare materie prime? E’ giunta l’ora di vendere obbligazioni?) che molto probabilmente lo porteranno a scelte di investimento sbagliate;
  • Costruirsene uno: Magari dopo averne provati 100 e dopo aver dedicato molto tempo allo studio e alla ricerca.

Costruire correttamente un portafoglio e gestirlo nel tempo sono due attività molto tecniche a cui occorre dedicare molto studio e molto tempo.
Dipende tutto da quanto costa il tuo tempo libero.

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1 Comment

  1. …una qualunque strategia d’investimento, alias portafoglio, per essere proficua necessita di poche e semplici condizioni base di colui che vi investe: conoscenza degli strumenti e capire cosa essi siano ed il loro ruolo. Questo porta a concentrarsi sul valore e non sul prezzo, permettendo di sopportare ampie divergenze tra i due parametri, anche persistenti nel tempo, ma nel percorso dei cicli finanziari che il portafoglio deve affrontare, fatto di parabole, il valore ha il modo di esprimersi nei prezzi di mercato e restituire anche il premio al rischio associato a tale asset, come ad esempio il richiamato oro. Conclusione: in finanza certamente non puoi sapere cosa fare ex-ante, ma sempre devi capire cosa fai e come agisci. (n.d.r.). Grazie David e buona domenica!

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