Sono certo che ognuno di noi, almeno una volta, si sia divertito nel tentativo di costruire la propria Piramide di pianificazione finanziaria, seguendo le linee guida che si trovano in rete.
In effetti la piramide di pianificazione finanziaria è una strategia molto ben congegnata e di pronta comprensione per distribuire il proprio capitale, seguendo la logica dell’investimento per obiettivi.
Già in un precedente post abbiamo parlato di investimento per obiettivi, dato che associare ai nostri soldi l’obiettivo che vogliamo raggiungere con quel denaro, è il primo passo per impostare una strategia di investimento di successo.
Su richiesta di un lettore (che ringrazio per lo spunto 🙏) oggi parleremo della piramide della pianificazione finanziaria:
Cosa è la piramide della pianificazione finanziaria?
Come comporre la propria piramide della pianificazione?
Quali prodotti e quali strategie utilizzare per la composizione dei vari livelli?
Nell’articolo di oggi cercheremo di dare risposte a queste domande.
Indice
Cosa è la piramide della pianificazione finanziaria
Troppo spesso si investe inseguendo un non ben precisato rendimento o il sogno (legittimo) di diventare ricchi.
In realtà se non ci si avvicina al processo di investimento con una prospettiva basata sugli obiettivi, sarà molto difficile avere successo nel lungo termine.
Il principio del goal based investing, spiega proprio questo processo vincente, che parte dalla definizione degli obiettivi dell’investitore.
A ogni obiettivo viene associato un determinato capitale e una determinata data futura.
Questo perché, lo avrai sicuramente già sentito, I soldi non sono fini a se stessi.
Sono il mezzo con cui realizziamo i nostri obiettivi di vita: una casa al mare, lo studio dei figli o, perché no, andare in pensione in anticipo o pianificare una rendita passiva.
Ragionare per obiettivi e suddividere la destinazione del capitale in funzione del loro raggiungimento, consente di non fare frequenti errori di programmazione di orizzonte temporale.
Troppo spesso si finisce per agire agli estremi: o vengono investite risorse che in realtà non dovrebbero essere investite, o, forse peggio, si perseguono esclusivamente strategie di breve perché “non si sa mai: i soldi potrebbero sempre servire!”.
Così si finisce, nel primo caso, a dover disinvestire parte del capitale (puntualmente sui minimi di mercato) per comprare l’auto nuova o, nel secondo caso, a lamentarsi del fatto che i conti deposito rendono troppo poco.
E’ proprio questa la funzione pratica della piramide della pianificazione finanziaria: comporre tanti “sottopatrimoni” associando ad ognuno di essi il corretto orizzonte temporale e la corretta potenzialità di rendimento.



Come costruire la propria piramide
Vediamo adesso come si compone la piramide della pianificazione finanziaria e come costruire la propria con gli strumenti più appropriati.
La piramide sarà composta partendo dalle esigenze di più breve periodo (e quindi soddisfabili con strumenti di breve periodo) salendo via via sulle esigenze più distanti nel tempo (e quindi soddisfabili con strumenti di medio e lungo periodo).
Safety portfolio (la sicurezza della base)
A cosa serve?
Il portafoglio per la sicurezza è la base della piramide dove dobbiamo inserire le risorse necessarie a soddisfare le esigenze di breve periodo.
Stiamo parlando di affitti, acquisto di abbigliamento, spese alimentari, spese per divertimento etc., oltre a quel cuscinetto (fondamentale) che serve per le emergenze.
Questa parte del capitale deve essere isolata dalla volatilità del mercato in modo da essere prontamente disponibile senza danno.
Quali strumenti utilizzare?:
- Conto corrente ordinario (ricordo che esistono dei conti correnti che consentono di organizzare la liquidità in veri e propri “progetti” o “spazi” )
- Conti deposito;
- etf obbligazionari a breve termine o fondi di liquidità;
- Crowdfunding immobiliare: è uno strumento destinato ai più intraprendenti. Si tratta di una modalità di investimento di piccole somme nel mercato immobiliare tramite siti online specializzati. Gli investimenti si concludono nel giro di 12 – 24 mesi (ne parlo approfonditamente in questo articolo – Attenzione: dedicare a questa soluzione max il 10% del safety portfolio).
Quanto destinare?
Tanto più solida sarà la base, tanto più forte sarà la piramide e, di conseguenza, il tuo piano finanziario.
L’obiettivo ideale è quello di accumulare nel “portafoglio di sicurezza” una cifra che vada tra i 12 e i 18 mesi di spese correnti.
In altre parole individua la cifra che mensilmente ti occorre per far fronte a mutuo, affitti, bollette e divertimenti e moltiplicala per 12/18.
Perché così tanto?
Perché, come spesso sostengo, i soldi servono per farci stare bene.
Avere una congrua riserva di liquidità consentirà di fare fronte anche agli imprevisti più spiacevoli senza dover disinvestire prodotti in perdita e senza avvertire il fiato sul collo di questa o quella scadenza.
Cosa accadrebbe, ad esempio, al mio piano finanziario se dovessi rimanere senza lavoro?
Un solido safety portfolio mi consentirà di “reinventarmi” senza aggiungere ulteriori ansie al trauma già subito.
Investing portfolio (i desideri si avverano)
A cosa serve?
Il portafoglio per l’investimento serve per la realizzazione degli obiettivi a medio lungo termine. Ad esempio finanziare lo studio dei propri figli, comprare la casa dei sogni o costruire un capitale per alimentare una futura rendita passiva (su questo ultimo proposito, leggi il post sul tasso di prelevamento perpetuo).
Il portafoglio deve consentirti di raggiungere i tuoi obiettivi a medio lungo termine “qualsiasi cosa accada”, ecco perché rappresenta il cuore e la parte più importante della piramide.
Quali strumenti utilizzare?
Spesso si tende a scomporre questa parte del portafoglio in tanti sottoportafogli quanti sono gli obiettivi da raggiungere. Si creano, così, una serie di compartimenti stagni che crescono in autonomia.
Francamente, non condivido questo tipo di impostazione.
Certo non vedo controindicazioni a investire in un fondo, in un etf o in una polizza per i figli o i nipoti.
Tuttavia la “storia” della suddivisione del capitale da destinare a diversi obiettivi, in molti casi finisce per diventare un espediente, da parte di chi la propone, per una continua vendita di prodotti e per distogliere l’attenzione da risultati poco soddisfacenti.
Il capitale deve essere investito e gestito nella sua interezza e complessità. Dividere e non far comunicare i vari strumenti pregiudica la potenzialità di rendimento e la stabilità del portafoglio.
Ecco perché lo strumento per costruire un portafoglio di investimento non può che essere un lazy portfolio.
Quanto destinare?
Tutto l’investibile! Ogni risorsa eccedente al “safety portfolio” deve essere destinata all’investimento di medio/lungo termine.
Il portafoglio di investimento, inoltre, dovrà essere integrato con surplus di risparmio ogni volta che sarà possibile.
Accumulo di ricchezza (pensare al futuro lontano)
A cosa serve?
L’obiettivo di questa sezione della piramide è il raggiungimento di obiettivi lontani nel tempo con la strategia dei piccoli passi.
Come spesso si dice, un buon piano finanziario passa necessariamente da un’efficiente strategia di risparmio.
Accantonare sistematicamente una piccola parte dei propri redditi in strumenti ad alto rendimento, serve ad avvicinarsi progressivamente a mete potenzialmente molto distanti.
Quali strumenti utilizzare?
Gli strumenti da utilizzare devono essere idonei a garantire un rendimento elevato nel tempo seppur a fronte di una volatilità elevata.
Trattandosi di piccoli investimenti periodici gli alti e bassi del mercato diventano un’opportunità da sfruttare e non un problema da gestire.
Quindi gli strumenti più opportuni saranno:
- Piani di accumulo su fondi/etf azionari;
- Fondi pensione su linee azionarie;
- Piani di accumulo su criptovalute.
Il mondo delle criptovalute è diventato troppo importante per essere ignorato. Pur riconoscendone l’instabilità e la scarsa regolamentazione, si tratta pur sempre di un asset con elevate potenzialità di rendimento.
Destinare complessivamente l’1% del proprio patrimonio all’investimento in Bitcoin (da realizzarsi mediante la strategia del pac intelligente) potrà farti gioire in caso di successo senza gettarti in disgrazia in caso di rendimenti negativi (parlo del bitcoin in questo post).
Quanto destinare?
Almeno 1/10 delle proprie entrate mensili o, comunque, una cifra che sia sostenibile senza eccesso di sacrificio. Investire non deve diventare una sofferenza.
Nel caso si decidesse di avvicinarsi anche al mondo delle criptovalute, l’ammontare complessivo investito in crypto non deve eccedere l’ 1% del capitale disponibile all’investimento (investing portfolio del paragrafo precedente) proprio per mettersi al riparo da spiacevoli sorprese.
Extrarendimento (un boost alla rendita)
A cosa serve?
L’obiettivo del vertice della piramide e quello di riuscire a incrementare la redditività complessiva del portafoglio investimenti.
Destinare una parte residuale del proprio capitale a strumenti a lungo termine altamente redditizi può contribuire ad un più agevole raggiungimento dei propri obiettivi a lungo termine.
Quali strumenti utilizzare?
Una delle soluzioni più idonee è il private equity ovvero l’investimento in società non quotate.
Un tempo accessibile soltanto ai “grandi patrimoni”, oggi le soglie d’ingresso al private equity sono state drasticamente ridimensionate.
Si tratta di uno strumento con potenzialità di rendimento superiori rispetto al tradizionale investimento azionario a fronte di rischi e limitazioni più stringenti.
Ho dettagliatamente trattato l’argomento in questo post.
Qui mi limiterò a dire che si tratta di un investimento a lungo termine (tipicamente 7 – 10 anni) che prevede il rimborso del capitale rivalutato in tranche successive (generalmente ogni 3 – 4 anni).
Destinare periodicamente una parte del proprio capitale a fondi di private equity aiuta, nel tempo, a generare una rendita periodica derivante dai rimborsi del capitale rivalutato.
Quanto destinare?
Trattandosi di investimenti soggetti a vincoli nella facoltà di rimborso, idealmente l’esposizione al private equity dovrebbe collocarsi tra il 5 e il 15% del patrimonio complessivo.
Avvertenze: il rendimento nascosto della liquidità
Anche nei più attenti processi di pianificazione finanziaria si tende spesso a non considerare un fattore estremamente importante: i tuoi obiettivi possono cambiare e, molto probabilmente, cambieranno nel tempo.
Tutti abbiamo a che fare con un futuro incerto e può accadere che ciò che avevo pianificato ieri potrebbe non essere più coerente con le mie ambizioni di domani.
Un cambio sulle scelte lavorative, sentimentali e familiari, possono stravolgere le nostre vite e, di conseguenza, le nostre finanze.
Ecco perché è importante avere un elevato margine di sicurezza che consenta di poter rimescolare le carte in gioco senza far danni.
Non investire non è un opzione. Ma investire “troppo” può rivelarsi dannoso.
Mantenere una congrua parte dei propri risparmi in strumenti di breve termine (safety portfolio) contribuisce ad aumentare il margine di sicurezza e il successo di un buon piano finanziario (ne parlo più approfonditamente in questo post), ma, soprattutto, il successo nella realizzazione delle proprie ambizioni.
La liquidità è un asset esattamente come azioni e obbligazioni. Un asset privo di rendimento o, addirittura, con rendimento reale ampiamente negativo.
Ma se quella stessa liquidità mi dà la possibilità di reinventarmi tutte le volte che voglio “cambiare la mia vita”, allora il suo rendimento diventa inestimabile.
E sempre a proposito di “margine di sicurezza” dobbiamo considerare anche l’ipotesi in cui potremo non sopravvivere alla nostra pianificazione. Non deve essere un tabù e, oltretutto, parlarne porta maledettamente bene 😉.
Pianificare un piano assicurativo che consenta la tranquillità dei nostri cari nel caso dovesse verificarsi l’imponderabile è il più alto livello di pianificazione finanziaria.
Conclusioni
Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.
Italo Calvino
Uno dei maggiori problemi del mondo della consulenza finanziaria è quello di prescrivere una ricetta prima di effettuare una corretta diagnosi.
Prima si crea un prodotto o un portafoglio e poi si cerca di convincere le persone ad investirci i propri soldi.
Se non ci si avvicina al processo di investimento con una prospettiva basata sugli obiettivi, sarà difficile avere la meglio sui mercati.
I mercati e l’industria ci tentano sempre con nuovi prodotti, opportunità e soluzioni innovative.
E’ così che le persone finiscono per investire in strategie che non hanno compreso e che abbandoneranno puntualmente al primo vento contrario.
Il motivo principale per cui gli investitori cambiano la loro strategia (generalmente nel peggior momento possibile) è perché non hanno individuato i parametri giusti per iniziare.
Senza una profonda consapevolezza dei tuoi obiettivi fin dal principio non ti sarà possibile gestire correttamente i tuoi soldi.
Dopotutto i soldi servono, prima di tutto, a raggiungere proprio i tuoi obiettivi.
…e se la piramide la trasformiamo in un quadrato suddiviso nelle medesime quattro aree d’investimento, ma di uguale grandezza che si rapporta ognuna al 100% del proprio capitale allocato? Forse così possiamo meglio rappresentare il medesimo valore intrinseco delle singole aree stesse, aiutando nel complesso a guardare i comparti in modo agnostico rispetto al resto del portafoglio. Con la piramide si spinge ad accettare le perdite su una piccola parte del portafoglio, magari irrilevante nel complesso, ma si demonizza avere minime oscillazioni negative più si scende verso la base. Visione strettamente personale. Buona domenica
Grazie David per la condivisione!
Grazie a te per lo spunto Alessandro.
ciao grazie per l’articolo. Ma se costruisco una posizione azionaria con un PAC (magari all’interno di un lazy), non dovrei considerarla nell’investing portfolio anzi che nella sezione accumulo?
Ciao Daniele,
se l’obiettivo è quello di costruire gradualmente la componente azionaria di un lazy tramite pac, la risposta è sì.
Ad esempio se avessi individuato nel 30% l’esposizione azionaria obiettivo, potresti decidere un ingresso immediato del 15% è la metà rimanente tramite un pac in 24 mesi.
Provvederai poi a ribilanciare periodicamente per mantenere costante il 30% di allocazione azionaria.
In questo caso il pac fa parte dell’’investing portfolio.
Viceversa se il pac diventa un accumulo perpetuo destinato al raggiungimento di un obiettivo di lungo periodo ( capitale per rendita, studio dei figli ecc.) senza nessun ribilanciamento allora fa parte dell’accumulo di ricchezza.
Un caro saluto.