Questo articolo si aggiunge alla serie degli approfondimenti dedicati ai Lazy Portfolio già esaminati in questo blog ( All Seasons di Ray Dalio, il portafoglio 60/40, il Permanent Porfolio, Il Portafoglio Swensen, il Golden Butterfly).
Il Pinwheel Portfolio (portafoglio a “girandola”) è un’altra pregevole creazione di Tyler, l’ideatore del portafoglio Golden Butterfly.
Non stiamo parlando di un celebre analista finanziario o di un famoso professore universitario. Tyler è un ingegnere meccanico con una passione per la finanza tanto forte da ideare il sito americano “portfoliocharts.com”, che contiene preziosissime analisi statistiche sui più famosi Lazy portfolios.
Ti invito ancora una volta a non trarre conclusioni affrettate sull’autorevolezza finanziaria di un ingegnere: i portafogli di Tyler sono davvero sorprendenti per potenzialità di rendimento e, soprattutto, per “antifragilità”.
Questo post analizza la composizione e le caratteristiche del Pinwheel Portfolio proponendone una fedele rivisitazione nell’ottica dell’investitore europeo.
Nella parte finale del post è presente una lista di strumenti (fondi attivi ed etf) per costruire un efficace portafoglio Pinwheel.
Prima di iniziare la nostra analisi ricordo che il presupposto che caratterizza ogni Lazy Portfolio è la consapevolezza che mercati e cicli economici non possono essere anticipati con certezza. La soluzione è quindi quella di costruire un asset allocation che richieda una scarsa manutenzione e che sia in grado di cavalcare le fasi di mercato positive e limitare i danni in quelle negative.
Indice
Principi alla base del Pinwheel Portfolio
Il Pinwheel è un portafoglio “neutrale” rispetto alle prospettive economiche ed è progettato per funzionare bene in qualsiasi ambiente finanziario (crescita, recessione, inflazione e deflazione).
Questo portafoglio modello si ispira al Portafoglio Swensen integrandolo con azioni a bassa capitalizzazione (le cosiddette small cap), oro e liquidità.
Si tratta quindi di un asset allocation diversificata su tutte le 4 principali attività di investimento: azioni, obbligazioni, liquidità e beni reali.
Ecco la composizione del Portafoglio Pinwheel:



Graficamente il portafoglio dovrebbe ricordare proprio una girandola. E proprio come la girandola che si adatta alla forza del vento, l’ambizione del Pinwheel è quella di adattarsi alla mutevolezza dei mercati finanziari.
Ricordo che, come accade per tutti i lazy portfolio, la composizione è pensata per l’investitore americano.
L’ideatore del Pinwheel spiega che questo portafoglio è costruito per circa il 55% da asset tradizionali (obbligazioni, azioni USA, azioni internazionali e azioni Emergenti) integrati con attività più specifiche (small cap, Reit e oro) per migliorarne le prestazioni e gestire più efficacemente il rischio.
Le azioni a bassa capitalizzazione pur essendo più volatili delle “cugine” maggiori, presentano maggiore redditività nelle fasi di accelerazione economica e minori tempi di recupero dopo i ribassi.
Le azioni dei Paesi Emergenti sono poco rappresentate negli indici globali (a questo link trovi la composizione del mercato azionario globale con il peso di ogni area geografica) e, pur essendo estremamente volatili, offrono rendimenti straordinari. Prevedere un’esposizione specifica a questo asset contribuisce a incrementare i risultati a lungo termine
L’oro deve essere inteso come una sorta di copertura assicurativa per la restante parte del portafoglio: sicuramente ci saranno lunghi periodi in cui l’investitore sarà convinto di aver sprecato i propri soldi investiti in oro. Ma al prossimo crollo dei mercati che nessuno avrà previsto, lo stesso investitore sarà estremamente grato a questo asset.
Infine la liquidità rende maggiormente flessibile il portafoglio in modo da cogliere tempestivamente potenziali occasioni di acquisto (sempre in ottica di ribalanciamento e non di market timing!!!).
Pinwheel: rendimenti storici
I lazy portfolio, per quanto noiosi, sembrano funzionare meglio di molte soluzioni avanzate di marketing finanziario.
Le analisi che seguono considerano un’attività di ribilanciamento periodico (ho recentemente parlato di questo importantissimo argomento in questo post). Niente di particolarmente complesso: rendimenti storici e drawdown considerano un’attività di ribilanciamento effettuata alla fine di ogni anno solare.
Rendimenti
Questo grafico rappresenta la crescita di un capitale di $ 10.000 iniziali dal 2000 fino al 2021:
Passando attraverso i più celebri crolli di mercato (che nessun esperto aveva previsto), il confronto con altre soluzioni flessibili risulta imbarazzante. Nonostante la bolla delle dot com e l’attentato alle torri gemelle (2000 -2001), la crisi finanziaria globale (2008) e il Covid il rendimento annuo sarebbe stato del 21% annuo circa semplice.
I 10.000 $ iniziali sarebbero diventati oltre 52.000.
Considerando l’effetto della capitalizzazione composta il rendimento annuo è dell’ 8.03%.
Da notare che un portafoglio interamente azionario (ricordo che stiamo parlando di America, quindi azionario USA) nello stesso periodo ha ottenuto un rendimento composto annuo del 7,54%!!!!
Parlando ancora di rendimenti, un aspetto prodigioso di questo portafoglio (che lo accomuna al Golden Butterfly e, in misura minore, all’All Seasons) è la bassa sensibilità alla data di inizio, quella che tecnicamente viene definita “start data sensitivity”.
In parole più comprensibili, i rendimenti del Portafoglio Pinwheel tendono ad essere piuttosto stabili a prescindere dalla data e dalle condizioni di ingresso sul mercato. A livello pratico un portafoglio con bassa start data sensitivity elimina l’annoso problema del market timing.
Nell’arco di tempo considerato nel grafico (20 anni circa) nella peggiore ipotesi di ingresso sul mercato, il rendimento annuo (composto) su un orizzonte di 10 anni sarebbe stato del 5,38%:



Drawdown
La questione del contenimento del drawdown è un po’ più “spigolosa”:



Il ribasso massimo è stato di circa il 35% e si è registrato nel corso della crisi del 2008. La discesa è iniziata a novembre del 2007, ha raggiunto il minimo a febbraio 2009 ed è stata totalmente recuperata a aprile 2010. Da questo punto di vista il Golden Butterfly e l’All Seasons hanno contenuto molto meglio il drawdown.
Il confronto con il mercato azionario risulta comunque vincente: nello stesso periodo la borsa americana affondava di oltre il 50%.
Il Pinwheel 2.0 adattato all’investitore europeo
Vediamo adesso come strutturare correttamente un portafoglio Pinwheel e riadattarlo all’investitore europeo.
Come tutti i lazy portfolio, il Pinwheel è costruito combinando asset class decorrelate in grado di reagire in modo indipendente nelle varie fasi di mercato.
Cerchiamo di capire come modulare l’utilizzo di obbligazioni, azioni, oro e Reit.
Obbligazioni
La parte obbligazionaria originaria è costruita con titoli di stato americani a medio termine.
Come analizzato in altri articoli questo continua ad essere un asset strategico nonostante il fatto che molti esperti disegnino scenari tragici per le obbligazioni.
Ricordiamo che la funzione di questa parte del portafoglio è quella di contenere i ribassi.
Per realizzare una maggiore diversificazione, implementeremo questa componente con l’obbligazionario cinese.
Le obbligazioni cinesi, infatti, oltre ad essere un asset decorrelato dalle azioni, offrono rendimenti a scadenza nettamente superiori rispetto alle omologhe statunitensi (ne parlo qui).
Per entrambi gli asset (obbligazioni USA e obbligazioni Cina) non utilizzeremo copertura valutaria: dollaro e renminbi sono valute che tendono a decorrelare i portafogli dai ribassi delle azioni, quindi incrementano l’efficacia diversificativa delle obbligazioni.
Azioni
La modifica più significativa riguarda l’esposizione agli Stati Uniti. Stiamo parlando del mercato più importante al mondo e più rappresentato negli indici globali.
In uno strumento azionario internazionale (fondo attivo o etf) l’azionario statunitense pesa per oltre il 50%.
Non si tratta di puntare contro la prima potenza economica mondiale, quanto, piuttosto, di dargli il giusto peso in portafoglio senza “tentare scommesse” su quello che sembra essere il mercato più promettente al mondo.
Nel corso dei decenni passati la sovraperformance dell’azionario USA si è periodicamente alternata a periodi di sottoperformance e “questa volta non è diverso” (approfondisco il tema in questo articolo).
Incrementeremo il peso dell’azionario europeo molto meno rappresentato negli indici globali e con valutazioni più cheap rispetto agli USA.
Infine accompagneremo l’esposizione alle small cap con quella all’azionario value.
Stiamo parlando delle azioni di società che si trovano in un ciclo di sviluppo maturo e, pertanto, hanno prospettive di crescita degli utili molto meno generose rispetto alle società in forte espansione.
Le azioni value vengono da anni di sottoperformance, presentano valutazioni più a buon mercato e sono un motore di diversificazione fondamentale (ne parlo approfonditamente in questo post).
Oro
Utilizzeremo etf su oro fisico che, replicando fedelmente il prezzo dell’oro, sono un’alternativa finanziaria efficiente al tradizionale lingotto.
Anche in questo caso nessuna copertura dal rischio di cambio.
Reit
L’acronimo Reit sta per Real Estate Investment Trust ossia società immobiliari che possiedono e gestiscono immobili di varia tipologia che vengono affittati.
Si tratta, quindi, di un investimento in società immobiliari. Anche in questo caso gli strumenti utilizzati non prevedono copertura valutaria.
Liquidità
La logica del Pinwheel prevede di destinare una percentuale del 10% alla liquidità. Niente di più semplice: lo strumento da utilizzare è un semplice conto corrente o un conto deposito.
Per chi volesse “osare” qualcosa di più, potranno essere utilizzati strumenti del mercato monetario.
Un esempio reale di Pinwheel 2.0
Ecco quale sarà la nuova conformazione del Portafoglio Pinwheel:



Pinwheel: fondi ed ETF da inserire nel portafoglio
Ecco un elenco di fondi ed etf per comporre ciascuna asset class:
- Liquidità: per chi volesse sostituire il ricorso a conti o conti deposito, ho proposto un etf e un fondo che investono in obbligazioni di elevato merito creditizio a breve scadenza;
- Obbligazioni M.T. USA: sono stati indicati un etf su titoli di stato americani con scadenza compresa tra 7 e 10 anni ed un fondo attivo che investe in obbligazioni globali e titoli di stato di elevata qualità (con esposizione significativa all’area statunitense);
- Obbligazioni Cina: è indicata una selezione di 3 strumenti. Un etf e due fondi attivi sulle obbligazioni cinese denominati in renminbi. Per un più consapevole utilizzo di questa asset class, suggerisco, comunque, di leggere l’articolo di approfondimento dedicato;
- Azioni globali: il link rimanda ad una selezione di 2 etf globali e 2 fondi attivi. E’ stato inoltre indicato un fondo attivo che investe seguendo logiche ESG ( che rispettano cioè principi di salvaguardia ambientale, dei principi etici di amministrazione aziendale e rispetto dei diritti dei lavoratori e dei fornitori;
- Azioni small cap: sono presenti tre fondi attivi e 2 etf. Tutti gli strumenti sono specializzati nell’investimento in small cap a livello globale;
- Azioni Europa: puoi trovare 2 etf e due fondi attivi sul mercato azionario europeo;
- Azioni Value: il link propone 2 etf e 2 fondi attivi focalizzati sull’azionario value a livello globale;
- Azioni emergenti: anche in questo caso sono indicati 2 etf e due fondi attivi sull’azionario emergente;
- Reit: sono indicati due etf e due fondi attivi sul settore dei Reit globali;
- Oro: la lista prevede esclusivamente etf su oro fisico.
Conclusioni
La saggezza consiste nel sapere quando si può evitare la perfezione
Arthur Bloch
Non esiste un modo perfetto per investire sui mercati finanziari. Un lazy portfolio è quanto più si possa avvicinare all’irraggiungibile concetto di “perfezione”.
Come esseri umani siamo condizionati nelle nostre scelte di investimento da input esterni, previsioni e analisi più o meno condivisibili. Scopriamo a posteriori che molti di questi fattori ci hanno portato a prendere decisioni errate, a sovrappesare l’asset che è andato peggio e sottopesare quello che è andato meglio.
Un lazy portfolio come il Pinwheel serve per riuscire a sbagliare il meno possibile nel lungo termine e non per guadagnare il più possibile nel breve.
Un asset allocation definita e ribilanciata periodicamente ci consente di lasciare lontane le nostre intuizioni o, quantomeno, limitarle in modo che facciano meno danni possibili.
“Investire bene è noioso. Se non ti annoi investendo facilmente non stai facendo utili” (cit.).
A questo punto a chi è adatto un portafoglio Pinwheel?
A chi ricerca una corretta diversificazione sulle principali attività di investimento (azioni, obbligazioni e beni reali), ambisce ad un rendimento paragonabile a quello dell’investimento azionario puro senza preoccuparsi particolarmente di contenere il drawdown.
Rispetto al Golden Butterlfy presenta un’esposizione all’oro più contenuta e dunque più comprensibile e tollerabile per l’investitore.
Non è, invece, adatto a chi cerca rendimenti nel breve termine ed è ossessionato dai segni rossi nei rendiconti.
…ottimo lavoro David, come al solito senza se e senza ma, ti suggerisco solo due alternative diverse per le soluzioni da te suggerite in quanto da utilizzare per chi ragiona in euro:
…liquidità: https://www.morningstar.it/it/funds/snapshot/snapshot.aspx?id=F000011OIS isin IE00BFZMJT78;
–reit: https://www.morningstar.it/it/etf/snapshot/snapshot.aspx?id=0P0000M67Z isin IE00B0M63284
buona vacanza!
Grazie Luca per il tuo contributo.
Ciao david e complimenti per la tua analisi . Il portafoglio in questione mi affascina molto perche’ si avvicina molto alla mia ideologia di diversificazione. L’unica cosa che onestamente mi preoccupa un pò è l’eccessiva esposizione sui reit. Alla fine i reit sono pur sempre azioni con focus sull’immobiliare . Mi piacerebbe capire quale e’ il motivo di dare una espozione settoriale cosi forte? Sono cosi verosimilmente decorrelati dall’azionario ? in quale contesto macroeconomico fa bene il suo lavoro ? Posso ridurre al 5% l’esposizione e magari spostare il resto sull’azionario globale che ha gia al suo interno il 3% di immobiliare ? Grazie mille
Ciao Francesco,
In realtà bisogna adottare una certa cautela nel modificare le composizioni dei lazy portfolio.
Per poter variare i pesi delle varie Asset class dei lazy portfolio è necessario avere le idee molto chiare su come si comportano azioni obbligazioni e beni reali nei vari regimi economici, altrimenti si può finire per snaturare il funzionamento complessivo del portafoglio senza apportare nessun beneficio.
La logica alla base del portafoglio Peenwheel (come di ogni altro lazy portfolio) sta, appunto, nel legame (cd. “Correlazioni”) tra le varie Asset class che lo compongono.
In ogni fase del ciclo economico (crescita, recessione, inflazione, deflazione) ci sono asset class che si comportano meglio e altre che si comportano peggio.
Combinando Asset class decorrelate (che reagiscono diversamente nelle varie fasi di mercato) è possibile ridurre sia l’impatto delle crisi sul portafoglio che i tempi di recupero.
La percentuale di ogni Asset class prevista da un lazy portafoglio serve appunto per realizzare la combinazione ottimale per minimizzare i rischi (drawdown e tempi di recupero) e massimizzare i guadagni.
Il Pinwheel (come gli altri lazy esaminati sul blog) è stato testato su un arco temporale sufficientemente lungo (dal 1970) in modo da verificare l’impatto degli scenari più estremi (inflazione elevata negli anni 70, bolla dot com del 2000, crisi del 2008 ecc).
Ovviamente il mondo è cambiato e non è possibile predire il futuro con precisione, tuttavia una conoscenza del passato ci permette di costruire un portafoglio meno vulnerabile alle crisi analizzando come si è comportato quando c’è stata elevata inflazione, recessione, crescita ecc…
Ridurre drasticamente l’esposizione ai reit significa compromettere gli equilibri del Pinwheel.
Oltretutto ridurre i Reit in favore dell’azionario globale equivale a rendere il portafoglio molto più sensibile alla volatilità del mercato.
I reit storicamente offrono rendimenti in linea con il mercato e decorrelati dalle azioni: possono andare abbastanza bene anche durante un bear market. Cosa che chiaramente non è vera per le azioni.
Procedendo come tu hai indicato, il portafoglio continua a mantenere un certo livello di diversificazione ma si comporterà in modo diverso da un autentico Pinwheel.
Quindi estrema attenzione nella modifica dei portafogli: è indispensabile un’approfondita conoscenza delle Asset class (azioni, obbligazioni e beni reali), strumenti che consentano di testare il portafoglio eventualmente modificato e esperienza per leggere correttamente i risultati della modifica. Se non ci si sente a “proprio agio” con esposizioni eccessive a determinate attività di investimento, forse meglio optare per altri modelli.😅
Sono d’accordo con te, meglio non alterare i pesi. Grazie mille
Buongiorno David,
sono interessato al Pinwheel, soprattutto per la versione “Europea” per la grande diversificazione degli asset. Quest’ultima addirittura diversifica con due componenti in più rispetto all’originale. Mi chiedevo però se non diventi impegnativo il ribilanciamento soprattutto se fatto semestralmente. Immagino si tratterebbe di fare molte operazioni di acquisto/vendita per ribilanciare il tutto con quello che ne consegue in termini di commissioni bancarie per fare i movimenti. Inoltre le eventuali plusvalenze vengono tassate al 26% e quindi in realtà per ribilanciare correttamente occorre sempre aggiungere capitale. Quale è la tua opinione?
Grazie, a presto.
Buongiorno Pierpaolo,
il ribilanciamento è un’attività molto semplice a livello teorico e maledettamente complessa a livello pratico: vendere asset in guadgno per comprare asset in perdita è molto più difficile di quanto si possa pensare. A volte il tempo da attendere per vedere i frutti del ribilanciamento può essere molto lungo.
Un esempio su tutti: l’oro che compare sia nel Peenwheel che nel Golden Butterfly dal 2011 al 2017 ha subito un drawdown del 40% circa.
Quanti investitori sono in grado di ribilanciare un asset in perdita per 7 anni consecutivi? 😣
Venendo alla questione dei costi:
sui portafogli che gestisco sono applicati costi di negoziazione tra lo 0,04% e lo 0,10%. Ipotizzando la fascia più alta e una rotazione annua della metà del portafoglio (ipotesi piuttosto inverosimile), il costo aggiuntivo annuo sarebbe dello 0,10%. Un livello sopportabile. Non conosco, ovviamente, quali possano essere i costi di negoziazione sull’intermediario in questione.
Sull’aspetto fiscale, il ribilanciamento sicuramente riduce il compounding ma è indispensabile per una corretta gestione del rischio. Attenzione a sovrastimarne il peso: la fiscalità viene pagata “soltanto” sulla quota parte dei guadagno dell’importo ribilanciato e non sul totale della transazione (esempio: se vendo € 5.000 di un asset che ha realizzato un guadagno del 10%, la tassazione sarà applicata non su € 5.000 ma su € 500 ca. – ne parlo in questo post).
Un caro saluto.