OBBLIGAZIONI BEAR MARKET
BLOOMBERG DRAWDOWN OBBLIGAZIONI

“Il peggior drawdown mai registrato per il reddito fisso”.
A lanciare il monito è una delle voci più autorevoli del mondo della finanza.
Secondo gli analisti di bloomberg i venti contrari per le obbligazioni restano molto pesanti e il peggio dovrebbe ancora venire.

In questo articolo faremo un’analisi dell’attuale situazione del mercato obbligazionario fornendo qualche spunto per i portafogli di investimento.

Il crollo dei bond

Un’inflazione record e la prospettiva di un rapido rialzo dei tassi da parte delle banche centrali (cd. “inasprimento monetario”) hanno inflitto perdite senza precedenti ai mercati obbligazionari.
L’indice Bloomberg Global Aggregate, che racchiude l’andamento delle principali obbligazioni quotate a livello mondiale, è sprofondato dell’11% rispetto al livello raggiunto a gennaio 2021.
Si tratta del ribasso  più profondo dal 1990.

Questa immagine ha fatto il giro dei social sui forum a contenuto finanziario:

BLOOMBERG CROLLO BOND

Nella parte alta è raffigurato l’andamento dei prezzi obbligazionari (che compongono, appunto, l’indice Bloomberg Global Aggregate).
Nella parte bassa è espressa, invece, la profondità dei ribassi.
Visto che il percorso di rialzo dei tassi è appena iniziato, il futuro per i bond appare ormai segnato.

Così, inevitabilmente, gli investitori si sono dati alla fuga: i deflussi (cioè i disinvestimenti) dai fondi obbligazionari hanno raggiunto i 65 miliardi. Si tratta della peggior fuoriuscita dal 2007:

FUGA DAI BOND

A peggiorare le cose, la discesa del prezzo dei bond è stata accompagnata dalla simultanea correzione delle azioni.
Questa è una delle motivazioni alla base delle critiche alla tradizionale diversificazione azioni/obbligazioni del portafoglio 60/40, a detta di molti, ormai inutilizzabile (ne parlo in questo post).

Cosa aspettarsi?

Dovremo sempre ricordarci che le dinamiche dei prezzi di mercato non sono l’espressione dell’attenta valutazione di esperti analisti finanziari. I prezzi di mercato sono il frutto del comportamento di miliardi di investitori che comprano o vendono sulla base di un presunto comune buon senso spesso fondato sulle informazioni dei media.

Questo vale chiaramente anche per il mercato dei bond: in vista di futuri rialzi molti investitori hanno messo al riparo i propri capitali vendendo massicciamente i bond.
Molti venditori e pochi compratori determinano una discesa dei prezzi.

Resta ora da capire quanto del futuro percorso di rialzo dei tassi da parte delle banche centrali sia già incorporato nei prezzi. Probabilmente una buona parte.
Che ci piaccia o no, “si investe sempre in condizioni di incertezza” (cit.). 

In realtà quando si parla di obbligazioni questa affermazione vale “un po’ di meno”:
per le obbligazioni, infatti, è possibile stimare i rendimenti futuri in modo un po’ più attendibile rispetto a quanto non si possa fare per le azioni.
Gran parte del rendimento futuro dei bond può essere spiegata dal rendimento nominale all’inizio del periodo di investimento.
La cosa da tenere veramente bene a mente è che chi possiede obbligazioni con ottica di medio/lungo periodo (l’unica possibile per investire con ragionevole certezza di successo) dovrebbe pregare che i tassi di interesse salgano.
Sebbene questo comporti un ribasso nel breve periodo, con il tempo il calo sarà compensato da un rendimento futuro più elevato.
Mano a mano che le obbligazioni del mio fondo/etf verranno rimborsate, saranno reinvestite a tassi più alti aumentando il rendimento a scadenza (spiego dettagliatamente il processo in questo post).

Rendimento a scadenza e ribilanciamento

Piuttosto che focalizzarsi sulla discesa dei prezzi, l’investitore avveduto dovrebbe concentrarsi sul rialzo dei rendimenti a scadenza.
Fino a qualche mese era praticamente impossibile spremere un rendimento decente da un investimento obbligazionario.
La buona notizia è che oggi i bond sono tornati ad essere investibili

Questa tabella esprime i rendimenti annui a scadenza per le varie tipologie di obbligazioni.
Con il termine “rendimento annuo a scadenza” si intende il rendimento annuo che verrà realizzato mantenendo idealmente i bond in portafoglio fino alla naturale scadenza:

Non solo sono significativamente saliti i rendimenti delle obbligazioni più rischiose (bond emergenti, bond high yield ecc.), ma anche i bond di elevata qualità (obbligazioni governative e obbligazioni investment grade) offrono oggi rendimenti decisamente più attraenti rispetto a qualche mese fa.

Chi ha già costruito un portafoglio inserendo bond e chi si appresta a farlo non dovrebbe trascurare la caratteristica della convessità dei bond in un contesto come quello che stiamo attraversando. 
Questa particolarità rende le obbligazioni molto più reattive nel rimbalzo rispetto a quanto non siano vulnerabili nella fase di ribasso (ne parlo dettagliatamente in questo post).
Questo significa che continuando a comprare bond ribilanciando, aumenterò il rendimento a scadenza della parte obbligazionaria del portafoglio.
Certo decidere di vendere asset dove in guadagno (ad esempio oro e materie prime) per comprare ancora asset in perdita, peraltro con prospettive alquanto incerte, non è così semplice.😎

Le obbligazioni all’interno di un portafoglio diversificato

Qualsiasi asset class presa a sé stante non assume alcun senso né nel breve periodo né, tantomeno, nel medio lungo periodo.
Tuttavia la stessa asset class può assumere un ruolo straordinario se correttamente inserita all’interno di un portafoglio correttamente ribilanciato.

L’immagine che segue mette in relazione i cicli dei rialzi dei tassi di interesse da parte della FED (parte superiore) con l’andamento di un portafoglio diversificato composto per il 40% da obbligazioni (parte inferiore).
Per ogni ciclo di rialzi è indicato il livello del tasso iniziale e quello del tasso finale.
Parallelamente é evidenziato il rendimento annuo realizzato dal portafoglio nei 5 anni successivi all’avvio del ciclo di rialzi:

LAZY PORTFOLIO E RIALZO TASSI

La riflessione a cui voglio invitare è che una corretta diversificazione (che comprenda anche la componente obbligazionaria) coniugata con il corretto orizzonte temporale, non teme il rialzo dei tassi di interesse.
Si potrebbe obiettare che, nella storia, non siamo mai partiti da un livello dei tassi di interesse così basso.
Questo può essere un buon motivo per ridurre o eliminare la componente obbligazionaria a lungo termine ma non certo per rinunciare all’intero mondo bond:
l’obbligazionario ben diversificato non è una zavorra nei portafogli ben costruiti ma una risorsa insostituibile. Oggi questa risorsa offre, finalmente, rendimenti positivi.

Conclusioni

Investire è un gioco dove vince il più disciplinato, non il più intelligente.

William J. Bernstein

Gli eventi e le performance di breve periodo delle componenti del portafoglio dovrebbero sempre essere contestualizzate.
Un ribasso del 5% o più sui bond non fa certo piacere.
Tuttavia se hai odiato le obbligazioni negli ultimi anni perché non davano rendimenti, allora dovresti essere felice del recente aumento dei tassi.
L’aumento dei rendimenti ti consentirà di inserire bond se ancora non lo hai fatto o di incrementarli (ribilanciando), migliorando così le performance a lungo termine.

Le analisi prospettiche, per quanto ragionevoli, non dovrebbero diventare una strategia di investimento: meglio essere disciplinati piuttosto che cercare di prevedere il futuro.

Leggi anche:

Come scegliere le obbligazioni per il tuo portafoglio

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9 Comments

  1. …senza tralasciare che il bond ha due fattori chiave che vengono prima del rendimento: solvibilità e liquidità. Da qui la necessità di affidarsi a dei gestori per la selezione dei titoli da inserire in portafoglio tramite fondi (scelta su asset) ed etf (copia di asset) che garantiscono entrambi almeno la corretta diversificazione interna. Sempre un piacere leggerti David! Buona domenica

  2. ciao David, sono molto dubbioso sul tipo di ETF obbligazionario da includere nel mio PTF. Ho un orizzonte di 10/15 anni e miro a un’esposizone di circa il 60% azionaria, 15% oro e restante bond. Considerato che l’azionario è parecchio sbilanciato su USA (swda + qualche singola stock) che tipo di ETF ad accumulo consiglieresti? Sono indeciso tra i soliti XG7S, MTX, AGGH, GAGG… forse MTX essendo in euro è quello che coprirebbe meglio il rischio valutario ma sono davvero combattuto. Grazie e complimenti per il blog, lettura ormai immancabile la domenica mattina;)

    1. Ciao Daniele,
      parto dal presupposto che tu, dopo aver testato ribasso massimo e tempo di recupero dell’asset allocation da te individuata, abbia individuato i risultati come coerenti con il tuo profilo di rischio/obiettivi.
      Il “faro” per costruire l’esposizione obbligazionaria dovrebbe essere il global aggregate. Per quanto riguarda il rischio valutario, il cambio dovrebbe essere considerato come un’opportunità e non qualcosa da coprire aggravando il portafoglio del costo di hedging. Oltretutto valute come dollaro USA e yen sono considerati safe asset e aumentano l’effetto decorrelante dei bond sottostanti.

      Il livello di diversificazione dipende, chiaramente, dall’entità del patrimonio investibile:
      inflation linked, bond cinesi e obbligazionario europeo sono le altre componenti con cui costruire l’asset allocation strategica.

      In questo articolo ho condiviso una selezione degli strumenti che utilizzo maggiormente nei portafogli che gestitsco.
      Mentre in questo articolo ho elencato alcune regole di buon senso per comporre la parte bond del portafoglio.

      Un caro saluto.

      1. Grazie, nel tuo articolo (che avevo già letto) vedo che gli Aggregate globali sono però a distribuzione. C’è qualcosa di simile ad accumulo?

        1. aggiungo: ho visto che in un articolo parli del T. Rowe Price Global ma ha un TER molto alto rispetto agli altri (0.55)

          1. E’ un fondo attivo: il TER è dello 0,82% .
            Rispetto a un etf il costo è nettamente superiore, tuttavia il gestore ha saputo ripagare il costo nel tempo: è stato in grado di attutire l’effetto del rialzo dei rendimenti senza compromettere la funzione dello strumento. Se sovrapponi i grafici di un qualsiasi etf global aggregate e del fondo T.Rowe (morningstar permette di farlo) avrai conferma di quanto detto.

        2. In alternativa uso questo di Amundi ad accumulazione: LU1437024729.
          Ha però dimensioni nettamente più modeste.

          1. grazie, qual è secondo te il rischio reale a cui si va incontro di un fondo con dimensioni di queste dimensioni?

          2. Spread bid/ask che possono diventare più elevati nelle fasi di stress (cosa che non dovrebbe preoccupare troppo l’investitore con un orizzonte di lungo termine) e la possibilità che l’etf possa essere liquidato o accorpato a un altro etf esponendo l’investitore a imposte improvvise o minusvalenze difficilmente recuperabili (ipotesi piuttosto remota ma non irrealizzabile).

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