azioni underwater period

Quello che stiamo vivendo  è decisamente un periodo complesso:
siamo ormai al quattordicesimo mese di ribassi con gli indici azionari che sono ancora ben lontani dai massimi.

Oltre che dall’inesorabile discesa dei mercati e dei portafogli, lo stato d’animo degli investitori è duramente provato dal susseguirsi di continue notizie e sorprese negative.
Sembra non ci sia mai fine al peggio: prima il covid, poi l’inflazione, la guerra in Ucraina, le tensioni tra Stati Uniti e Cina e adesso una crisi bancaria che non accenna a risolversi.

Anche gli investitori più esperti sono a un passo dalla capitolazione: un periodo così negativo protratto così a lungo non  si era mai visto.

Certo anche questo bear market finirà, ma quando? 

Questa volta è davvero diverso? L’attesa per recuperare le perdite sarà la più lunga di sempre? 

In questo articolo proveremo a capire quanto a lungo dovremo ancora aspettare prima di vedere una duratura inversione di tendenza.

Una volta investire era più facile

Anche da parte dei professionisti sento sempre più spesso dire che i mercati sono diventati come foglie al vento: pronti a cadere alla prima lieve brezza.

Certo oggi le raffiche contrarie non mancano, ma bisogna ricordare che investire non è mai stato semplice.

Nel 2009 è iniziato uno dei mercati rialzisti più lunghi della storia, bruscamente interrotto all’inizio del 2022.
Chi ha avuto la fortuna ma, soprattutto, la pazienza di prendervi parte forse ha dimenticato quanto sia stato complicato raccogliere le performance prodotte nel tempo dal mercato azionario (oltre il 10% annuo per l’indice S&P500).

Questo è il grafico dell’S&P500 con l’indicazione di tutte le disgrazie che ne hanno temporaneamente arrestato la corsa negli ultimi 14 anni:

Per citare soltanto alcune delle più celebri sciagure:

  • 2011: La crisi del debito pubblico in Europa che culminò con il default greco;
  • 2014: Il virus dell’Ebola;
  • 2015: La crisi del mercato cinese (-45% in 3 mesi);
  • 2016: Brexit;
  • 2018: La guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina;
  • 2020: Covid con prima, seconda ondata e tutte le successive varianti;
  • 2020: La contestazione delle elezioni presidenziali e il primo assalto al parlamento americano;
  • 2021: Il dissesto del colosso immobiliare cinese Evergrande.

Ognuno di questi eventi ha portato con sé ribassi dal 16 al 33%:

Anche durante un bull market pluriennale ci sono state decine di buone ragioni per abbattersi e rimpiangere di non aver venduto in tempo.

Certo è vero che, nel recente passato, i mercati hanno sempre recuperato in fretta, mentre oggi, più o meno fiduciosi, siamo sempre in attesa della svolta.

Ma quanto ancora dovremo attendere?

Quanto a lungo può durare un bear market?

Analizzare il passato non ci dice cosa accadrà in futuro ma può aiutarci a capire cosa possiamo attenderci.
Ogni mercato ribassista, ogni crisi è diversa dalle precedenti ma le dinamiche e i comportamenti dei vari attori dei mercati sono sempre gli stessi.
La crescita economica accelera, il ricorso all’indebitamento va fuori controllo, le banche centrali alzano i tassi per raffreddare il motore dell’economia e controllare l’inflazione fino a quando la crescita rallenta e arriva la recessione oppure scoppia una qualche bolla speculativa.
In tutto ciò si inserisce il comportamento degli investitori che comprano e vendono amplificando la portata dei ribassi.

Questa tabella (già proposta in un precedente articolo) mostra la durata dei diversi bear market.
Vista l’accuratezza e la profondità dei dati disponibili, i valori indicati si riferiscono al più importante indice azionario: l’S&P500

“Mediamente” un bear market dura 17 mesi.
A ben guardare, dunque, l’attuale fase non ha niente di particolare rispetto ai precedenti mercati ribassisti.
Bisogna infatti capire che la durata di un bear market viene misurata dall’inizio del declino fino al raggiungimento del punto di minimo.
Deve quindi essere aggiunto tutto il periodo necessario per recuperare i precedenti massimi.

Quanto tempo occorre per recuperare il capitale?

L’aspetto che più crea ansia e frustrazione durante un bear market non è soltanto la profondità del ribasso ma, soprattutto, la sua durata. 
Non a caso si parla di underwater period, il periodo di  tempo in cui l’investitore rimane sott’acqua
(L’under water period può essere calcolato in funzione dell’esposizione azionaria del proprio portafoglio. Ne parlo dettagliatamente in questo articolo).

Quanto impiega un investitore a recuperare il capitale dopo un bear market?

Questa tabella è un approfondimento di quella del precedente paragrafo con l’indicazione dei tempi necessari per recuperare i valori precedenti l’avvio del bear market:

Una risposta precisa non esiste, anche perché, in questo caso, basarsi su un “valore medio” ci dà ben poche indicazioni: durata del bear market e successivi tempi di recupero possono cambiare significativamente, come evidenziato anche dalla tabella.

Tuttavia osservando i dati più estremi, quelli che hanno caratterizzato i mercati ribassisti più lunghi e profondi, possiamo trarre qualche indicazione per il futuro.

L’underwater period nei bear market peggiori

Analizzando i mercati ribassisti più angoscianti è possibile notare come una corretta diversificazione abbia significativamente ridotto i tempi di recupero per l’investitore.

I grafici che seguono mettono a confronto i tempi di recupero per un portafoglio azionario e un portafoglio diversificato 50% azioni, 40% titoli di stato, 10% oro.

Bear market 1973 – 1974

  • Azioni:
    ribasso massimo: 48%
    tempo sott’acqua: 6  anni e 7 mesi;
  • Portafoglio diversificato:
    ribasso massimo: 13%
    tempo sott’acqua: 2 anni e 2 mesi.

Bear market 2000 – 2002

  • Azioni:
    ribasso massimo: 49%
    tempo sott’acqua: 5 anni e 7 mesi;
  • Portafoglio diversificato:
    ribasso massimo: 17%
    tempo sott’acqua: 3 anni e 5 mesi.

Bear market 2007 – 2009

  • Azioni:
    ribasso massimo: 57%
    tempo sott’acqua: 4 anni e 6 mesi;
  • Portafoglio diversificato:
    ribasso massimo: 21%
    tempo sott’acqua: 2 anni e 11 mesi

L’attuale bear market: quanto ancora sott’acqua?

Ecco il grafico di confronto nell’attuale bear market:

Il ribasso massimo (cd. drawdown) è stato del 25% per le azioni e del 18% per il portafoglio diversificato e i ribassi durano da circa 1 anno e 2 mesi. 

Per quanto estenuante, il bear market che stiamo vivendo non rappresenta nulla di strano:
i ribassi vissuti nei precedenti mercati orso sono durati mediamente 1 anno e 5  mesi con un periodo di tempo medio “sott’acqua” di circa 2 anni e 9 mesi.

L’unica  vera differenza rispetto al passato riguarda il punto di partenza dei rendimenti obbligazionari: mai i tassi erano saliti così tanto (causando pesanti ribassi dei bond) da livelli così bassi.
Nel bear market degli anni ‘70 il rendimento iniziale dei titoli di stato (inteso come rendimento dei titoli del tesoro statunitense) era di circa il 5%; negli anni 2000 del 4,5%, nel 2008 prima della grande crisi finanziaria ancora del 4,5%.

All’inizio del 2022 quando è partito il declino degli indici azionari e obbligazionari il titolo di stato decennale statunitense rendeva poco più dell’1%.
Questo significa che le cedole di partenza dei bond all’inizio dell’attuale mercato ribassista erano così basse che non sono state in grado di compensare i ribassi sofferti dalle principali asset class. 

Quanto ancora dureranno i ribassi? 

Non esiste una risposta precisa.
Abbiamo detto che ogni mercato ribassista è unico perchè innescato da cause diverse da quelli precedenti.
E’ tuttavia possibile individuare delle analogie comuni a tutti i bear market, perché i comportamenti e le funzioni di reazione dei partecipanti al mercato tendono a essere sempre le stesse.
Tra gli attori più importanti ci sono senza dubbio le banche centrali che alzano i tassi fino a quando qualcosa impone uno stop e, successivamente, invertono la rotta contribuendo a far partire il nuovo ciclo economico.

Questa immagine di Alpine Macro mostra chiaramente cosa è successo in occasione di ogni ciclo di rialzo dei tassi della FED:

La crisi delle banche regionali statunitensi può rappresentare l’elemento che frena l’azione della FED e consente di raggiungere i minimi da cui ripartire.
Questo potrebbe certo significare ulteriore frustrazione in termini di ribassi, ma vorrebbe dire che in termini temporali il peggio è ormai alle nostre spalle.

contatta David Volpe

Conclusioni

Non c’è niente di nuovo, solo la storia che non hai letto

Larry Swedroe

Fino a pochi giorni fa, l’attenzione degli operatori era polarizzata sulle decisioni  delle banche centrali. Sembrava che i tassi non potessero che salire.
“Higher for longer”: i banchieri centrali si affannavano a ripetere che i tassi sarebbero rimasti alti a lungo per contrastare un’inflazione decisamente persistente.

I mercati, nella loro capacità predittiva, non hanno mai creduto a questa tesi: da tempo si aspettavano uno stop ai rialzi e un’imminente inversione.
Ancora una volta la saggezza delle folle ha probabilmente visto più lontano dei più accreditati guru finanziari.

Se davvero ha ragione “il mercato” potremmo essere vicini al punto di riemergere.

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3 Comments

  1. …ma se analizziamo le strategie azionarie a 3 e 5 anni non vedo perdite di capitale, salvo tra quelle settoriale ma qui cambia il campo da gioco, quindi nonostante il grande rumore nessuno perde ancora capitale, semplicemente ha momentaneamente restituito parte del rendimento. Se non ascolti il mercato, ma segui il percorso, magari rinforzando le posizioni già detenute con piani di accumulo, il ritorno ala media sarà ulteriormente premiato. Gli indici possono crollare, ma poi devono fare sempre un nuovo massimo altrimenti il mercato chiude. Sbagliato? Ciao e buona domenica

    1. Le evidenze, i meccanismi dei mercati finanziari e dell’economia dimostrano che il trend di crescita a lungo termine è irreversibile.
      Nonostante ciò ogni volta che ci imbattiamo in un bear market sembra “diverso”.
      Sembra che il mercato non debba recuperare.
      I mercati finanziari sono l’unico luogo da cui la gente si allontana quando iniziano i saldi.
      Ogni ribasso passato viene visto come un’opportunità, ogni ribasso futuro sembra, invece, un rischio. Cit.

  2. Un ottimo articolo Davide, che mi trova d’accordo su tutta la linea.
    Il compito più difficile per un buon consulente è proprio quello di accrescere la consapevolezza degli investitori/risparmiatori basate sulle evidenze di mercato. Buon lavoro

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