MERCATI RISCHIO ADESSO

L’investitore è colui che crede in un domani migliore  

Benjamin Graham

Chi lavora nel campo della consulenza finanziaria viene spesso rimproverato di un ingiustificato ottimismo.
Quando le cose vanno a rotoli ostinarsi a vedere il bicchiere mezzo pieno appare decisamente poco saggio.
Già in un precedente post abbiamo già visto quanto sia fondamentale bilanciare correttamente ottimismo e pessimismo. Il corretto approccio è quello di mantenere un atteggiamento ragionevolmente ottimista a lungo termine con la piena consapevolezza che le cose potrebbero andare decisamente male nel breve termine.

A questo punto qual è il peggiore scenario per i mercati nel breve termine? 
Nell’articolo di oggi proveremo a dare una risposta a questo dubbio ormai diffuso tra molti investitori.

Il rischio più grande

Nell’immaginario collettivo in questo momento le preoccupazioni riguardano un escalation del conflitto in Ucraina, un aggravamento della crisi energetica o addirittura la temutissima minaccia atomica.

In realtà la minaccia più concreta viene proprio da quelle istituzioni che dovrebbero favorire i mercati e la crescita economica.
Il rischio maggiore è rappresentato da un errore da parte della FED e delle altre banche centrali, il cosiddetto policy mistake .
Nel tentativo di domare un’inflazione per molti ormai fuori controllo, la banca centrale potrebbe commettere l’errore di tirare troppo la corda ossia portare i tassi di interesse troppo in alto rispetto a quanto l’economia e i mercati finanziari possano effettivamente sopportare.

Cosa significa tutto ciò? 
Questo grafico mostra la crescita del debito nel corso degli anni:

L’ammontare dei debiti contratti da famiglie (celeste), imprese (blu) e stati (giallo) è progressivamente cresciuto ed è nettamente più alto rispetto al passato.
Il rialzo dei tassi comporta costi maggiori per il pagamento degli interessi su questi debiti.
Se i tassi salgono oltre un certo livello il rischio è che gli interessi sul debito possano diventare insostenibili innescando una serie di default e creando instabilità finanziaria (come ha dimostrato il caso inglese).
Per quanto possa sembrare strano che le stesse banche centrali possano diventare la causa di instabilità finanziaria, questa ipotesi non è così remota.

La pressione sociale che porta all’errore

Le banche centrali sono viste come istituzioni pragmatiche che prendono le decisioni di politica monetaria con l’obiettivo di favorire la crescita economica e la stabilità finanziaria.

Com’è possibile che si rendano protagoniste di un potenziale dissesto?

Il rischio di errori da parte dei banchieri non ha tanto a che vedere con uno sbaglio nell’interpretazione dell’attuale fase economica. 
Si tratta piuttosto di un’eventualità che ha a che fare con l’aspetto umano a cui non sono immuni neppure i banchieri.

Un gruppo di ricercatori della Ben Gurion University in Israele e della Columbia University ha condotto uno studio su oltre 1000 decisioni di 8 giudici israeliani chiamati a pronunciarsi sulla richiesta di libertà vigilata dei detenuti.
L’analisi ha rilevato che l’indulgenza e la rigidità dei giudici erano strettamente collegate al periodo della giornata in cui veniva chiesta la libertà vigilata.
I detenuti che si presentavano davanti ai giudici al mattino avevano un’alta probabilità (65%) di ottenere la libertà.
Le probabilità crollavano prima della pausa per il pranzo. Subito dopo il pasto, la probabilità risaliva al 65% per crollare nuovamente alla fine della giornata.
I ricercatori hanno, chiaramente, concluso che i giudici si mostravano meno comprensivi subito prima del pranzo e alla fine della giornata, influenzati da fattori biologici come fame e stanchezza.

Non ci sono solo i fattori biologici ad influenzare le decisioni umane, ma un altro elemento che può portare a scelte non sagge in senso assoluto è la pressione sociale.

Come i giudici dello studio, sono umani anche i membri della FED.
Ormai da mesi sono considerati i colpevoli dell’attuale picco inflazionistico.
Non si contano più le testate specialistiche e gli esperti che accusano i banchieri di non aver agito prima per contrastare la corsa dei prezzi.
E’ naturale che vogliano mantenere la propria credibilità dimostrando di essere in grado di riportare l’inflazione sotto controllo, costi quel che costi.

“Solo i falchi (i banchieri che hanno come priorità il controllo dell’inflazione attraverso il rialzo dei tassi n.d.a.) possono andare nel paradiso dei banchieri centrali”
Robert McTeer (ex membro della FED).

L’esperienza degli ultimi 20 anni ci ha insegnato che le banche centrali sono brave nel riuscire a stimolare l’economia quando le cose si mettono male. Tuttavia non abbiamo prove recenti che siano altrettanto capaci di frenare l’inflazione senza effetti collaterali.

contatta David Volpe

Conclusioni

Anche questo passerà

Abraham Lincoln

In un passaggio del celebre testo “L’investitore intelligente  troviamo la citazione di Abraham Lincoln che racconta la storia di  un re asiatico.
Il re chiese ai suoi saggi di inventargli una frase da tenere sempre in vista, che fosse appropriata in ogni momento e  situazione. I saggi gli proposero le parole :Anche questo passerà. Quanto significato è racchiuso in questa frase. Che monito per l’orgoglioso ! Che consolazione per l’affitto.

Tutto questo ci riporta al concetto iniziale: La cosa più saggia da fare è essere ottimisti sul lungo termine con la consapevolezza che le cose, nel breve, non necessariamente andranno bene.

E’ chiaro a tutti che l’economia può condizionare pesantemente l’andamento dei mercati. Il fatto meno noto è che anche i mercati possono condizionare l’economia.
Nel caso in cui le banche centrali dovessero davvero commettere un errore, le condizioni finanziarie globali potrebbero peggiorare causando una recessione e potenziali disfunzioni dei mercati finanziari. 
A quel punto sarebbero proprio i mercati finanziari a rimettere le banche centrali sulla giusta strada ripristinando le condizioni per una definitiva stabilizzazione.

L’attuale situazione di mercato ha pochi precedenti storici: mai era accaduto che l’economia globale cadesse in un coma farmacologico indotto dai lockdown pandemici. Mai si era vista un’imponente azione coordinata da parte delle banche centrali e dei governi per rianimare l’economia.
Oggi, probabilmente, paghiamo le conseguenze di questi due shock contrapposti che hanno causato la fiammata dell’inflazione.
E quindi, mai come in questo momento diversificazione, prospettiva di lungo termine e umiltà sono i migliori alleati dell’investitore.

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Articolo liberamente ispirato al post What’s the Worst Case Scenario For Stocks? di Ben Carlson

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1 Comment

  1. I mercati sono esogeni al controllo degli investitori, i portafogli invece endogeni, pertanto come sempre ignora il mercato e persegui a monitorare e adattare, soggettivamente e non oggettivamente, gli asset detenuti, ma rispettando il fattore fondamentale sempre per ogni asset detenuto, oltre chiaramente l’imprescindibile diversificazione: IL TEMPO. Buona domenica David

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