MASSIMIZZARE PROFITTI INVESTIMENTO

Che tu gestisca da solo i tuoi investimenti o che tu sia seguito da un intermediario di fiducia ogni tanto potresti chiederti se la tua strategia sia davvero quella vincente per ottenere il massimo dal tuo portafoglio di investimento. Come cogliere le migliori possibilità che il mercato offre e massimizzare così i profitti? 

Tutti vorremmo potenziare le performance dei nostri investimenti, tuttavia riuscire a farlo diventa sempre più difficile: giorno dopo giorno l’investitore è sopraffatto da una quantità di informazioni sempre maggiore a cui si accompagna una gamma di alternative di investimento sempre più ampia.

Oggi voglio darti una buona notizia: esistono delle semplici regole da seguire che faranno da bussola alle tue scelte.
Eviterai così molti errori e limiterai affanni e decisioni sbagliate che fanno male al tuo portafoglio. Vediamole insieme.

Pensa globale 

“Investi in ciò che conosci” .

Questo è il detto di uno dei maggiori investitori di successo (Warren Buffett).
Affermazione ineccepibile, attenzione però a prenderla troppo alla lettera.

Generalmente l’investitore medio si approccia ai mercati finanziari con un’attenzione particolare al mercato domestico (italiano). Molti portafogli azionari sono magari diversificati su più settori (finanza, industria, farmacia) con titoli selezionati per larga parte all’interno dei confini nazionali.

Credere che un portafoglio sia adeguatamente diversificato semplicemente perché sono stati scelti titoli in settori diversi è un errore estremamente comune. Il rendimento è per larga parte influenzato dall’andamento economico e dal clima politico del paese di origine:

se l’economia è in affanno sarà piuttosto improbabile che le società possano andare bene.

AZIONI ITALIA AZIONI GLOBALE

Questo grafico riporta l’andamento del mercato azionario globale (linea blu) e di quello italiano (linea verde) su un periodo di 5 anni.
Un portafoglio azionario concentrato sull’Italia  avrebbe realizzato un rendimento prossimo allo 0% a fronte del 40% del mercato globale. Oggi è possibile investire nei mercati globali in maniera relativamente semplice.

Non commettere l’errore di limitarti ai mercati locali.

Sii più realista del Re

Affezionarsi troppo ai propri investimenti solo per rimanere coerenti con le proprie decisioni iniziali fa molto male al proprio capitale.

In molti portafogli sono presenti titoli azionari acquistati a valutazioni folli frutto di un contesto economico finanziario che mai più si ripresenterà. O anche se dovesse ripetersi sarà comunque altamente improbabile che le azioni possano tornare su quei livelli.

Senza nulla togliere alle società riportate nel grafico (casi eclatanti come Tiscali, Banca Monte dei Paschi, Unicredit), piuttosto che aspettare il miracolo o, peggio, accanirsi in improbabili strategie di riacquisto sui minimi (cd. “annacquamento”), sarebbe molto più produttivo ammettere l’errore (nessun investitore è infallibile), chiudere le posizioni e orientarsi verso altre strategie/titoli/mercati.

Si dice che soltanto gli stupidi non cambino opinione.

Testa realmente la tua tolleranza al rischio

Una prospettiva distorta delle proprie capacità e della propria esperienza in ambito finanziario offusca lo stato reale dei fatti e i rischi delle proprie scelte e convinzioni.

In particolare l’eccesso di fiducia in sè stessi può essere particolarmente dannoso.
Sovrastimare la propria tolleranza alle oscillazioni dei mercati porta quasi sempre ad una eccessiva movimentazione del portafoglio e all’assunzione di rischi maggiori di quanto si è disposti a sopportare:

la storia è piena di lupi finanziari senza scrupoli nelle fasi di rialzo che si trasformano in agnellini impauriti durante i tracolli (l’esatto contrario di ciò che si dovrebbe fare!).

Per questo motivo scegli un inserimento graduale delle azioni all’interno del tuo portafoglio e monitoralo durante la prima crisi finanziaria (tanto arrivano periodicamente). Guarda quanto sei in grado di sopportare le percentuali negative che ti urleranno tutti i media e se resisterai dal vendere tutto in perdita.  

Se ti affidi ad un buon consulente ascolta con fredda razionalità quello che ti consiglia e valuta tutte le possibilità alternative al:

“vendi tutto, i miei soldi stanno andando in fumo!!

Dividi ma non frammentare

La diversificazione e la decorrelazione sono la chiave del successo finanziario.
Nessun investitore, neppure il più preparato, riesce a centrare con tempismo ogni obiettivo.
Ecco perché è indispensabile costruire un portafoglio diversificato.

Diversificare significa combinare in maniera logica più attività di investimento per evitare che l’andamento avverso di un asset comprometta la performance complessiva del portafoglio.
Allo stesso tempo decorrelare permette di evitare che le varie attività vadano tutte in perdita quando sui mercati le cose si complicano.
Tutto questo però ha un limite.
Avere troppi asset nel tuo portafoglio porta inevitabilmente a far lievitare i costi di gestione, di apertura e di chiusura.
Il rischio che i costi “mangino” buona parte dei profitti è alto, ne parliamo proprio qui sotto. 

Controlla i costi

“Il primo guadagno è il risparmio”. 

L’effetto di costi di negoziazione e di commissioni di compravendita può compromettere le performance in modo sostanziale.

Ad esempio l’investitore che gestisce in autonomia il proprio portafoglio con un intermediario (es. Fineco), si trova a pagare una commissione fissa per operazione a cui si aggiunge quasi sempre un costo amministrativo annuale.

Se gli importi delle operazioni non sono molto alti, le commissioni fisse possono rappresentare un costo percentualmente molto elevato, tale da erodere le performance nel lungo periodo. Un conto è pagare 10 € per attivare un investimento da 5.000 €, un conto è pagare i soliti 10 € per attivare un investimento da 40.000 €.

Anche nel caso si sia scelto di affidarsi alla consulenza di un intermediario di fiducia è fondamentale verificare l’entità dei costi, che di solito consistono in una percentuale sul capitale all’apertura della posizione, più un costo per ogni anno di mantenimento del servizio (es. fondo comune di investimento). E’ possibile effettuare un controllo consultando la documentazione informativa KIID che l’intermediario è tenuto a rilasciare prima di concludere ogni operazione di investimento.
In questo articolo ti spiego come trovare in autonomia i costi di tutti i fondi comuni che potrebbero proporti. 

Non lasciare dubbi tra te e il tuo investimento

“Investi solo in ciò che comprendi!” e
“Se non lo sa spiegare con parole semplici significa che non è chiaro neppure a lui!”.

Il mondo finanziario diventa ogni giorno più complesso. E la complessità finisce spesso per diventare causa di fraintendimenti dolorosi. 

Sia che tu ti stia appoggiando ad un consulente finanziario, sia che tu gestisca i tuoi soldi in autonomia devi essere estremamente consapevole delle scelte di investimento che stai facendo.
Chi ti fornisce consulenza o uno specifico servizio deve essere in grado di spiegarti i concetti basilari e le caratteristiche offerte con chiarezza e semplicità.

Se qualcosa non ti torna non è colpa della tua ignoranza nel settore, piuttosto è l’altra parte che non è in grado di spiegarsi bene. 

Fai domande e non demordere fino a che tutti i dubbi non si saranno sciolti.
Ne và dei tuoi soldi. Perché ti consiglio questo?
Te lo spiego velocemente:  Il lavoro del tuo intermediario di fiducia dovrebbe essere quello di fare il tuo interesse. Purtroppo molto spesso non è così: esigenze di natura commerciali spingono l’intermediario al collocamento di determinati prodotti che tutelano poco i tuoi interessi e molto quelli dell’intermediario.

Mai sentito parlare di “Budget”?
Nella grande maggioranza dei casi gli organi direttivi di banche e società di intermediazione impongono ai propri consulenti la vendita di determinati prodotti finanziari che servono principalmente al raggiungimento di ambiziosi obiettivi di bilancio.

Questo è il motivo per cui i portafogli dei clienti di molte realtà finanziarie vengono costruiti tutti con gli stessi prodotti. La consulenza deve essere personalizzata e non “massificata”: le tue esigenze sono uniche ed irripetibili. 

Fai amicizia con l’attesa

Esistono due grandi categorie di investimento: gli investimenti a breve termine, cioè quelli che sono fatti per essere detenuti per un periodo pari o inferiore a 3 anni, e gli investimenti a lungo termine, che invece, prevedono una durata pari o superiore ai 7 anni.

Un’obbligazione che scade tra tre anni è un esempio di investimento a breve termine. Un investimento in un fondo o in un etf azionario è un esempio di investimento a lungo termine.

L’obbligazione è fatta per riconoscere un rendimento (oggi particolarmente basso) in tempi veloci mentre il fondo azionario avrà necessità di un lungo periodo per poter esprimere tutta la sua potenzialità di rendimento. Inoltre l’investimento a breve termine per sua natura è soggetto a minor oscillazione mentre l’investimento a lungo termine (come quello azionario) è particolarmente instabile nell’immediato a fronte di una maggiore gratificazione nel lungo periodo.

Pensare di ottenere un rendimento immediato su un investimento a lungo termine (come quello azionario) è uno dei malintesi che  più frequentemente compromette irrimediabilmente le performance.
Cosa succede se apri il forno con la torta prima che questa abbia terminato la cottura? E’ molto probabile che la torta collassi su se stessa. Quindi non aprire il forno dell’investimento azionario prima del tempo.

In altre parole non cambiare mai l’orizzonte temporale in corso d’opera: la pianificazione iniziale deve essere seguita con disciplina e pazienza. Il rischio è quello di rimanere con un pugno di mosche.

Conclusioni

Forse questa lista non è esaustiva: ci saranno sicuramente molte altre buone regole a supporto di un investimento di successo. Tuttavia questi sette passi sono già più che sufficienti a realizzare un “cambio di prospettiva” verso la giusta mentalità dell’ “investitore“.

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