Quando si dice che è impossibile prevedere l’andamento dei mercati nel breve periodo:
a soli due soli mesi dal crollo più rapido della storia dei mercati (-32% in poche settimane), causata da quella che sembra essere la recessione più pesante degli ultimi 50 anni, la borsa che fa?
la borsa mette a segno un prodigioso rimbalzo.



Il recupero è stato di oltre la metà del terreno perduto (ricordo che per recuperare una perdita del 30% non basta un rimbalzo di pari entità. Occorre circa il 45%).
Ma i mercati si renderanno prima o poi conto di star sottovalutando le conseguenze economiche della recessione e torneranno quindi a scendere, o proseguiranno indifferenti il loro viaggio verso la risalita?
Abbiamo parlato già nello scorso articolo di quanto sia faticosamente inutile rimanere nell’attesa di individuare il momento migliore per fare il nostro “ingresso” sui mercati.
Smettiamola di disperdere energie alla ricerca del momento giusto di ingresso e dedichiamole ad una strategia di investimento caratterizzata da una gestione attiva per aggredire l’incertezza del futuro e iniziare ad investire senza timori.
Vediamo come.
Indice
Regola di base
Per prima cosa dobbiamo decidere dove andremo a piazzare le trappole.
Le trappole dovranno essere piazzate su quegli asset che presentano maggior valore a fronte di una maggiore instabilità.
In altre parole, dovranno essere selezionate quelle classi di investimento che offrono maggiori opportunità di rendimento nel lungo termine ma che potrebbero registrare ulteriori ribassi nel breve.
Nella costruzione del portafoglio è fondamentale evitare di dedicarsi al “fai da te” con la ricerca di pochi singoli titoli, in favore di soluzioni altamente diversificate (come fondi ed etf).
Investimento obbligazionario
La parte del nostro portafoglio bilanciato da destinare in obbligazioni sarà del 40%, così suddiviso:
Obbligazionario High Yield – (20%)
Il mercato obbligazionario High Yield è composto da titoli obbligazionari emessi da società considerate “meno affidabili” e, per questo, caratterizzati da rendimenti più elevati.



Il vero rischio di questa tipologia di investimento è trascurarne le criticità quando il mercato non considera le conseguenze di possibili default (leggi il post dedicato).
In realtà la “fascia più alta” delle obbligazioni High Yield oggi presenta ottime potenzialità di rendimento a fronte di rischi relativamente contenuti.
Storicamente investire in questa asset class dopo una crisi economica consente di realizzare ritorni largamente al di sopra della media storica in orizzonti temporali di 12 – 18 mesi.
Volendo fare un confronto con quanto accaduto in occasione della crisi del 2008 questo è stato l’andamento di questa classe di investimento nei mesi successivi al “minimo del mercato”:



Obbligazionario High yeld – Gestione Attiva
Ipotizzando di voler destinare a questa asset class il 20% del proprio capitale, si procederà investendone immediatamente il 10% e lasciando prontamente disponibile l’altra metà utilizzabile in caso di futuri ribassi.
La regola sarà di far scattare la seconda tranche di investimento in caso di ribasso del mercato del 5%.
Obbligazionario Paesi Emergenti – (20%)
Tra gli asset obbligazionari, i paesi emergenti sono l’area che ha recuperato meno e che, dunque, ha le maggiori potenzialità di miglioramento.



Non bisogna tuttavia trascurare di considerare che i paesi in via di sviluppo rappresentano maggiore fragilità soprattutto per il fatto che le rispettive banche centrali hanno minori risorse da destinare al sostegno economico.
Obbligazionario Paesi emergenti – Gestione Attiva
Anche in questo caso, decidendo di investire in questo asset il 20% del proprio portafoglio, l’indicazione sarà quella di destinare immediatamente un 10% per procedere e l’altra metà in caso di futuri ribassi.
Ritorna la regola del 5%: in caso di flessione al ribasso, daremo il via alla seconda tranche di investimento.
Investimento azionario
Data la situazione attuale di mercato, in cui si presume che possano verificarsi correzioni al ribasso, continueremo ad utilizzare una gestione attiva che consentirà di entrare sul mercato immediatamente, senza precludersi la possibilità di beneficiare di ulteriori ribassi.
Con un’esposizione azionaria del 30% si potrà procedere come segue:
Azionario Globale (15%)
Anche in questo caso attiviamo la nostra strategia di gestione attiva e, prevedendo un investimento totale del 15%, andremo ad investire immediatamente la metà (7,5% esposizione iniziale) mentre l’altra metà in una fase successiva.
L’impulso per attivare la seconda parte dell’investimento sarà dato da una flessione del mercato del 15%
Azionario Paesi Emergenti (15%)
Replichiamo lo stesso approccio utilizzato per l’azionario globale :
7,5% immediatamente + un secondo 7,5% in occasione di un ribasso del -15%”.
Ulteriori considerazioni sul mercato azionario: non tutti i settori sono uguali
Il recupero dei mercati azionari è stato trainato soprattutto dal settore tecnologico sul quale si rendono necessarie alcune considerazioni.
La tecnologia è destinata ad essere sempre più dominante nel nostro mondo.
L’epidemia globale non ha fatto altro che accentuare questa tendenza: videoconferenze, smartworking, acquisti on line sono i temi con cui abbiamo più avuto a che fare.
Per quanto destinato ad un futuro di successo, il settore della tecnologia potrebbe essere sopravvalutato.
Soprattutto alla luce del fatto che larga parte di questo settore è rappresentato dai “soliti noti” i cosiddetti “Titan Tech”
Il grafico che segue mostra l’andamento da inizio anno del:
- Mercato americano (linea celeste);
- Titan tech (linea blu);
- Mercato americano senza considerare la performance dei Titan tech (grigio).



Quindi, va bene investire nelle aziende tecnologiche di cui la popolazione mondiale non potrà più fare a meno, ma ricordiamoci che sono anche quelle che hanno già beneficiato di un importante rimbalzo.
Non dimentichiamoci invece di inserire nel portafoglio alcuni settori che continuano ad essere penalizzati, ma che domani saranno destinati a risalire.
In particolare mi riferisco al comparto industriale, quello dei beni di consumo e quello delle materie prime.
Questo grafico mostra l’andamento delle varie aree da inizio anno.
Come possiamo vedere settori altrettanto essenziali al ciclo economico continuano a rimanere in territorio pesantemente negativo.



L’investitore lungimirante di lungo periodo dovrebbe costruire la propria esposizione azionaria considerando anche le aree cosiddette “value” (leggi il post dedicato) che racchiudono proprio i settori più penalizzati.
Gestione della liquidità – il Piano di Accumulo
Quindi, una volta che avremo attivato i nostri investimenti ci troveremo un portafoglio investito per il 35% e una liquidità del 65%.
Dato quindi un capitale di 100.000€, ne avremo investiti subito 35.000€ e pronti per le future strategie 65.000€
Di questi 65.000€:
- Il 35% del capitale iniziale (35.000€) è già destinato ad incrementare le esposizioni iniziali suddivise tra obbligazioni ed azioni secondo le regole descritte ai paragrafi precedenti.
- Il rimanente 30% del capitale iniziale (30.000€) sarà invece utilizzato per alimentare un investimento graduale programmato sugli asset azionari già identificati.



Quindi ogni mese integreremo dell’1% (1.000€) l’esposizione azionaria suddividendola in egual misura tra Paesi Emergenti e Azionario Globale.
Se proprio volessimo fare un capolavoro (ma mi rendo conto che il livello di complessità si alzerebbe forse troppo per un investitore che non lo fa di mestiere) sarebbe opportuno gestire il nostro investimento programmato come viene gestito uno Smart Pac:
la rata mensile (inizialmente individuata nei 1.000€) dovrà essere incrementata proporzionalmente all’entità dei ribassi: in caso di correzione dei mercati, si procederà ad aumentare la rata fino a triplicarla. Ho scritto un post (lo Smart Pac) in cui fornisco le regole per perseguire questo tipo di strategia.
Conclusioni
Se devi fare una cosa, falla con stile
Freddie Mercury
- La scelta del giusto tempismo d’ingresso è sicuramente rilevante nella costruzione delle performance.
Tuttavia è impossibile anche per i più esperti centrare il momento ottimale; - E’ possibile evitare di investire nel momento meno opportuno programmando gradualmente il processo di investimento;
- In finanza affidarsi al proprio istinto spesso significa perdere gran parte delle performance, ecco perché è fondamentale darsi delle regole da seguire rigidamente per non cadere vittima di euforia o panico;
- La domanda che legittimamente ci si può porre è “ come agisco nel caso in cui non si dovessero verificare ribassi?”.
Intanto avremo già fatto molto meglio di chi avesse pensato di attendere “il minimo”.
In secondo luogo, una volta esaurita la liquidità destinata al piano di accumulo (30%) la parte residua dovrà essere utilizzata per acquistare asset difensivi (titoli di stato, valute forti, oro) in modo da dare stabilità al portafoglio e poter efficacemente procedere a ribilanciamenti periodici; - L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire uno spunto pratico relativamente semplice da seguire per pianificare fin da subito i propri investimenti piuttosto che rimanere in attesa del “momento giusto”.
Per non rendere il procedimento troppo complesso, non sono state contemplate altre asset class (Private Equity, fondi alternativi, asset difensivi…) proposte in altri articoli. Tali asset continuano ad essere basilari nella costruzione di un portafoglio remunerativo nel lungo termine.
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