La diversificazione è un concetto che mi sta molto a cuore perchè è uno dei passaggi fondamentali per la buona riuscita nella costruzione di un portafoglio finanziario di valore.
Senza un buon piano di diversificazione possiamo dire addio al concetto di stabilità, che tanto preme alla maggioranza degli investitori (quelli avveduti almeno).

Ho già parlato dell’importanza della diversificazione e di quali siano gli asset su cui puntare (leggi l’articolo) per creare un portafoglio bilanciato. Oggi vorrei vedere con voi quali si annunciano essere i migliori prodotti ed per costruire un portafoglio ben diversificato.


Comprendere la diversificazione

In senso strettamente finanziario, la diversificazione è una tecnica di creazione di un portafoglio.
Consiste nel comporre un portafoglio selezionando classi di investimento che si muovano in maniera alternata nelle diverse fasi di mercato:  visto che è impossibile prevedere i futuri andamenti , è buona regola suddividere il capitale in varie attività di investimento per evitare che non vadano tutte nel verso sbagliato contemporaneamente.

Facciamo un esempio concreto confrontando i grafici che seguono:

Investimento I
Investimento II

Portafoglio: Investimento I + Investimento II

I primi due grafici mostrano l’andamento di due investimenti presi singolarmente, mentre il terzo grafico indica il rendimento di un ipotetico portafoglio costruito attraverso la somma dei primi due e, quindi, diversificato.

Questa strategia esprime la sua efficacia soprattutto quando si ragiona su periodi temporali pluriennali proprio perché l’eventuale andamento negativo di un investimento viene mitigato, nel tempo, dall’andamento di altre attività.

La decorrelazione: il concetto chiave della diversificazione

Affinché la diversificazione funzioni correttamente, è indispensabile che gli investimenti scelti non siano influenzati nel loro andamento dalle stesse cause.  Cioè, in altre parole, dobbiamo far in modo che se nel nostro portafoglio abbiamo qualche asset che non sta performando benissimo, sia riequilibrato da altri investimenti con ritorni positivi.

Questo è il concetto della decorrelazione: i vari tasselli del portafoglio devono essere selezionati in maniera tale che  quando un asset va male, le altre vadano bene (o almeno meglio!).
La messa in atto di questo principio teoricamente semplice, diventa assai complessa:  ad esempio il  2018 ha fatto sorgere il dubbio che la diversificazione di portafoglio abbia la fastidiosa tendenza a smettere di funzionare proprio quando serve, cioè quando i mercati scendono (leggi l’articolo de “Il Sole 24 Ore”).

2018: Andamento delle principali asset class

Ma il problema è che esistono un sacco di portafogli diversificati, ma non decorrelati, per cui, al sopraggiungere di una fase critica di mercato, tutti gli asset presenti nel portafoglio ne risentano allo stesso modo e scivolano tutti inesorabilmente verso il basso.

Il vero problema che sta alla base della scelta è che le decorrelazioni tra molti investimenti sono significative quando tutto va bene ma si assottigliano nelle fasi di tensione. Ecco che quando i mercati si innervosiscono, ci si trova spesso con un portafoglio diversificato ma non decorrelato.

Diversificazione: le scelte ottimali per la decorrelazione del portafoglio

Oro:

Ne ho già parlato in un precedente articolo (leggi il post sull’oro) e non mi dilungherò: si tratta del bene rifugio per antonomasia capace di esercitare una funzione altamente diversificante: detenere una modesta quantità di oro in portafoglio consente di proteggersi nei momenti particolarmente avversi.

Titoli di stato dei paesi solidi:

Quando la tensione sale, si ricerca sicurezza nei porti sicuri. I titoli di stato dei paesi ritenuti più affidabili (come Stati Uniti, Germania, Giappone) rappresentano un rifugio storicamente solido dove trovare protezione durante periodi di bufere finanziarie.

Il grafico sottostante mostra l’andamento di un mercato azionario (linea verde) e dei titoli di stato americani (blu) registrato nel corso del 2018. Da notare che nella fase finale dell’anno, in corrispondenza della flessione del mercato azionario, i titoli di stato hanno mantenuto la tendenza rialzista.

2018: Azioni vs Obbliazioni

Investimenti alternativi

Si tratta di prodotti finanziari che adottano strategie di investimento svincolate dall’andamento dei mercati. L’obiettivo sarà quello di ottenere rendimento  tramite strategie diverse dalla tradizionale gestione obbligazionaria ed azionaria.

Questa categoria di prodotti presenta elevata complessità e, soprattutto, alta discrezionalità da parte di chi li gestisce.
Le performance possono, pertanto, essere molto variabili nel tempo.
E’ quindi consigliabile inserirli all’interno di un portafoglio diversificato in misura contenuta (5% ca.leggi il post di approfondimento sui fondi alternativi).


Per chi volesse approfondire qui ne elenco una selezione:

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La scelta ottimale delle azioni da acquistare: il ruolo dell’investimento settoriale

A prescindere dagli obiettivi di investimento di ciascuno di noi, le azioni sono una componente fondamentale di un portafoglio perché, statisticamente, nel lungo termine generano rendimenti superiori rispetto alla maggior parte degli investimenti. Il prezzo da pagare per questo beneficio  è rappresentato dal rischio elevato (inteso come volubilità dell’andamento) a cui ci espongono nei periodi intermedi.

L’investimento settoriale è una strategia che selezione titoli di società operanti in specifici ambiti economici, come ad esempio quello delle energie rinnovabili, delle biotecnologie, delle tecnologie digitali ecc.

Nell’attuale contesto economico ma probabilmente per gli anni a venire,  gli investimenti settoriali possono rappresentare una strategia molto efficace per bilanciare il rischio e il rendimento, cioè per diversificare il portafoglio.

In termini pratici, si tratta di selezionare dei settori che sono destinati più di altri a beneficiare della crescita globale. Ma, soprattutto, che risultano meno influenzati dall’andamento del ciclo economico.
Si tratta dei cosiddetti settori anticiclici o difensivi.

Esporre una parte del proprio portafoglio azionario a questi comparti significa fornire una fonte di rendimento con minore dipendenza dalla crescita globale.

Quali sono questi settori?

Ecco un grafico che ci aiuta ad individuarli:

2009 -2019 Rendimento e volatilità dei settori azionari

I comparti che presentano maggiore rendimento a fronte di una minore volatilità si posizionano in alto a sinistra, mentre negli altri quadranti trovate i settori con minor rendimento e più alta volatilità. L’Healthcare e l’Information Technology si aggiudicano la posizione predominante nel quadrante di nostro interesse. Due ambiti che, peraltro, sembrano destinati ad incrociarsi sempre di più in futuro: terapie digitali e servizi di analisi dei dati contribuiscono sempre di più allo sviluppo dell’industria farmaceutica e dell’assistenza alla persona (leggi l’approfondimento de “Il Sole 24 Ore”).

Volutamente non prendo in considerazione l’asset consumi discrezionali (evidenziata in rosso), che, sebbene si presenti nella parte giusta del grafico, risulta maggiormente sensibile al ciclo economico, e quindi, poco idonea a creare un portafoglio decorrelato..

Sarà sempre più importante, quindi, pensare di inserire all’interno del proprio portafoglio asset  legati alla tecnologia e all’assistenza sanitaria visto che, ahimè, l’età media della popolazione mondiale si sta inesorabilmente alzando, e con l’età, si sa,  aumentano gli acciacchi, i malanni e, di conseguenza, la necessità di cure specifiche.

Vi propongo una selezione di fondi che, a mio avviso, consentono di esporsi a questo mercato in modo efficiente e ragionato :

Conclusioni sulla diversificazione del proprio portafoglio


  • Un portafoglio ben diversificato è strutturato in modo tale da essere sempre in grado di recuperare gli incidenti di percorso, ossia le perdite potenziali.
  • Un portafoglio opportunamente diversificato non sarà immune dalle oscillazioni di mercato ma avrà, comunque, la capacità di contenerle e di conseguire, nel tempo, rendimenti competitivi.
  • Il peso delle varie attività di investimento deve essere modulato sugli obiettivi e sul profilo di rischio individuale. Questo affinché le oscillazioni di cui sopra siano emotivamente tollerabili e non provochino comportamenti controproducenti (leggi l’approfondimento).
  • Il concetto di diversificazione è strettamente legato a quello di decorrelazione: è inutile suddividere il proprio capitale in attività di investimento che presentino andamenti simili nel tempo.
  • Un portafoglio che comprenda una giusta percentuale di azioni, oro e prodotti tematici, nel tempo sarà meno rischioso di un portafoglio interamente obbligazionario (proprio per effetto della diversificazione).

Leggi anche:

Il mercato non è prevedibile? Difendi il tuo capitale con la tecnica Barbell;

La strategia di investimento per chi ha paura di investire;

La funzione del ribilanciamento nella gestione degli investimenti;

Il grande rischio di una scelta finanziaria troppo prudente;

Come diversificare il proprio portafoglio: indicazioni pratiche per il 2020.



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