Il processo di evoluzione che Cina, India, gli stati dell’America Latina hanno attraversato (e che è tuttora in corso) è talmente profondo che, probabilmente, il termine “emergenti” potrebbe non essere più adatto a questi mercati.
Al punto che tutte le caratteristiche che prima venivano associate ai mercati emergenti forse potrebbero non essere più così veritiere, e addirittura antiquate.
I Paesi che tradizionalmente vengono inseriti nel gruppo dei mercati emergenti, negli ultimi anni hanno compiuto enormi progressi dal punto di vista del miglioramento del tenore di vita della propria popolazione, del progresso economico e dell’affermazione a livello mondiale.
Diventa necessario riflettere sulle nuove dinamiche e sulle possibilità che questi mercati potrebbero offrire senza che noi ce ne rendiamo conto, distratti dalle vecchie convinzioni del passato.
Di fatto queste aree sono ancora gravate da percezioni e pregiudizi arretrati che rischiano di precludere possibilità interessanti per i portafogli degli investitori nell’ottica di una ottimizzazione dei rendimenti nel lungo periodo.
Nella maggior parte dei casi si tende a preferire la relativa sicurezza delle economie avanzate (in particolare degli USA) nella convinzione che offrano un potenziale di crescita sostenibile.
Ma abbiamo mai valutato quali siano le opportunità di rendimento che potrebbero offrire i mercati emergenti ad oggi (e i relativi rischi)?
La supremazia delle economie sviluppate probabilmente non proseguirà all’infinito : nessuna squadra vince tutti i campionati anno dopo anno per sempre.
In questo articolo analizzeremo le motivazioni per le quali è necessario prendere in considerazione l’investimento nei mercati emergenti: non considerare queste aree nelle scelte d’investimento significa rinunciare ad un potenziale di crescita oggi incalcolabile.
Indice
Mercati Emergenti: tassi di crescita superiori alla media
La caratteristica distintiva delle economie di queste regioni è sicuramente rappresentata da una crescita economica più sana e vigorosa rispetto a quella dei paesi sviluppati.
Il contributo dei Paesi emergenti alla crescita globale nel corso degli anni è diventato sempre più determinante. Basti pensare che nel 2018 hanno generato oltre la metà della crescita del PIL mondiale rispetto al 20% del 1987 (fonte: Fondo Monetario Internazionale).


A trainare questa corsa alla crescita globale, assumono un ruolo sempre più determinante i paesi dell’area orientale: è pressoché certo che la Cina diventerà presto la nuova superpotenza e, più in generale, il fulcro dello sviluppo economico mondiale probabilmente si sposterà presto da ovest ad est: si stima che nel 2050 l’India raggiungerà gli Stati Uniti in termini di livello di PIL (leggi l’analisi PWC).
Le nuove economie emergenti: l’affermazione della classe media
Mentre fino a poco tempo fa i mercati emergenti servivano come bacino produttivo di beni e servizi destinati ad essere consumati dai mercati sviluppati, adesso sono diventati essi stessi i destinatari di questi prodotti di consumo e servizi.
Oggi i mercati emergenti rappresentano, infatti, circa l’85% dei consumi mondiali (più del doppio rispetto agli anni ‘90. leggi l’analisi Deloitte).
A differenza di quanto accadeva in passato, la crescita dei Paesi emergenti è sempre più trainata dai consumi interni e, dunque, risulta meno dipendente dalle economie sviluppate.
La domanda interna, sostenuta dall’espansione della classe media, (soprattutto in Cina e in India) trainerà i consumi e la crescita.
Infatti, mentre i paesi avanzati assistono al progressivo impoverimento della classe media, nelle aree in via di sviluppo questa emerge e afferma il suo ruolo:
con l’incrementare della produttività, i posti di lavoro aumentano fortemente e gli stipendi salgono per attirare e mantenere i migliori talenti. Tutto questo alimenta, appunto, la crescita ed i consumi interni.
Un dato che fornisce un’idea sulle dinamiche di evoluzione della classe media e dei consumi dei paesi emergenti può essere rappresentato dal numero di persone che hanno la possibilità di accedere ad internet:


Evoluzione demografica favorevole dei Paesi emergenti
Mentre i Paesi sviluppati si trovano a fronteggiare il progressivo calo delle nascite e l’aumento dell’età media, nei Paesi emergenti si assiste al fenomeno inverso.
Questo comporta dinamiche contrapposte nelle diverse aree del mondo: l’invecchiamento della popolazione determina inevitabilmente la flessione della produttività per il calo del tasso di partecipazione della forza lavoro ed il rallentamento degli investimenti. All’opposto, l’aumento delle nascite, aumenta le richieste di risorse e servizi, maggiore forza lavoro disponibile e, dunque, maggiore produttività e crescita delle classi medie.
I Paesi emergenti hanno anche una popolazione più giovane rispetto alla popolazione dei mercati sviluppati che invecchia ad un tasso molto più veloce. Si stima che entro il 2030, l’86% della popolazione globale in età lavorativa vivrà nei paesi emergenti.
Si evidenzia quindi un quadro molto chiaro della sostenibilità della crescita di lungo periodo da parte delle aree in via di sviluppo, rispetto a quello dei mercati sviluppati.


(fornisco un link ad un sito specializzato per approfondire i trend demografici nelle varie aree geografiche del mondo).
Come investire nei mercati emergenti?
L’investimento nei mercati emergenti offre opportunità sia in ambito azionario che obbligazionario.
Nella nuova era dei rendimenti negativi, i titoli di stato dei Paesi emergenti continuano a presentare tassi d’interesse interessanti. Ovviamente non deve essere trascurato il fattore “valutario” che implica l’assunzione del rischio di cambio tipico di queste aree: i titoli obbligazionari sono infatti denominati nelle valute di riferimento dei rispettivi Paesi di emissione, e le oscillazioni di cambio potrebbero incidere molto sul rendimento al momento della chiusura dell’investimento. Esiste l’alternativa delle emissioni in dollari, più stabili dal punto di vista delle fluttuazioni valutarie, ma meno generose in termini di tasso cedolare.


Come è possibile che queste regioni offrano rendimenti così elevati rispetto a quelli a cui siamo abituati?
Parlando in termini forse un po’ riduttivi ma concreti, il rendimento offerto dai mercati obbligazionari è strettamente legato al livello dei tassi di riferimento fissato dalle banche centrali e dal ritmo di crescita del paese:
mentre l’economia europea cresce ad un livello di circa il 2% (2018) con tassi di riferimento allo 0 %, l’economia indiana avanza ad un ritmo del 5,15% con tassi di riferimento del 6,7%
(a questo link puoi verificare il livello dei tassi di riferimento Paese per Paese, mentre a questo link trovi la mappa del PIL delle varie economie del mondo).
Per quanto riguarda il mercato azionario, le potenzialità di rendimento dei mercati emergenti (MSCI Emerging Markets nel grafico in basso) sono espresse da quotazioni ridimensionate rispetto ai valori massimi toccati in passato e questo le rende questa asset class più conveniente rispetto ai mercati globali (MSCI WORLD nel grafico) che da tempo viaggiano sui massimi.


Il grafico esprime la caratteristica tipica di questa classe di investimento: potenzialità di rendimento sensibilmente maggiori portano con sé il rischio di una maggiore volatilità e, quindi, è richiesta una maggiore tolleranza alle oscillazioni da parte dell’investitore.
L’importanza di una gestione “attiva”
L’universo dei mercati emergenti presenta certamente al suo interno diversi gradi di anomalie dato che non tutti i Paesi che lo rappresentano hanno adottato politiche economiche e sociali responsabili e credibili.
La disparità tra le problematiche dei ME sottolinea l’importanza dell’adozione di un approccio attivo all’investimento in tali mercati.
Il pericolo di avvalersi di strumenti passivi (etf) o, peggio, di singoli titoli azionari o obbligazionari è quello di non riuscire a realizzare un’efficace diversificazione: i Paesi e le società più grandi sono così dominanti all’interno dell’indice che scegliere semplicemente di investire in etf rischia di determinare una concentrazione di portafoglio eccessiva.
Per questo motivo è preferibile avvalersi di competenze specifiche che permettano di realizzare un’accurata diversificazione.
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Idee di investimento nei paesi emergenti
Questa link rimanda ad una selezione di fondi azionari focalizzati sui Paesi emergenti


Questa è invece una selezione di fondi obbligazionari specializzati sull’area trattata


Conclusioni/avvertenze
Nell’attuale contesto economico finanziario caratterizzato da rendimenti negativi e crescita latente, i Paesi emergenti rappresentano una risorsa dall’elevato potenziale di rendimento per lo più ancora inespresso.
Tuttavia non bisogna dimenticare che queste aree espongono l’investitore a rischi più elevati: maggiore volatilità, esposizione valutaria e instabilità politica rappresentano il “lato B” dell’elevato profitto.
Quindi, se nel breve termine per la volatilità che lo caratterizza, questo tipo di investimento diventa una scommessa azzardata, nel lungo termine rappresenta un potente motore di rendimento purché si utilizzi il giusto approccio:
- Diversificazione;
- Competenza nella selezione;
- Esposizione modulata al profilo di rischio dell’investitore.
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