L’oro è sempre stato considerato il bene rifugio per eccellenza: nei momenti di forte incertezza politica e finanziaria il suo prezzo tende ad aumentare mentre cala nei momenti di sviluppo e prosperità finanziaria.
Per questa sua caratteristica si dice che l’oro presenti natura “anticiclica” e rappresenti, quindi, un’ancora di salvezza per gli investitori nei momenti di difficoltà dei mercati.
La speranza è che i guadagni derivanti dall’aumento del prezzo dell’oro possano, almeno in parte, compensare le perdite sul fronte azionario.
Ma …. è davvero così?
Indice
Nel 2018 un rifugio …non così sicuro
Dando uno sguardo al recente passato, in un 2018 valutato come disastroso per la quasi totalità delle classi di investimento finanziarie (leggi l’articolo di approfondimento), vediamo come si è comportato l’oro:
Ecco il suo andamento:
Ed il suo raffronto con le classi di investimento tradizionali (sempre nel 2018):
La funzione protettiva tradizionalmente attribuitagli è stata assai limitata (- 5% ca.) .
E’ anche vero che, sebbene il 2018 possa essere considerato un anno eccezionalmente negativo, non lo si può paragonare ai periodi di vera e profonda crisi finanziaria in cui “il metallo giallo” ha svolto egregiamente il suo ruolo di salvaguardia del patrimonio.
Tuttavia, in realtà, non esiste nessuna regola finanziaria che fornisca certezza di protezione da parte di un investimento in oro: sia l’oro che i mercati azionari presentano un’elevata volatilità, e, dunque, un elevato rischio.
E’ pertanto necessario adottare le dovute cautele prima di decidere di investire in questa asset class così volatile.
L’importanza della diversificazione: il ruolo dell’oro
La diversificazione (approfondisci : il ruolo della diversificazione) rappresenta il primo baluardo difensivo ed andrebbe sempre perseguita nelle proprie scelte di investimento.
Diversificare significa comporre un portafoglio selezionando classi di investimento che si muovano in maniera alternata nelle diverse fasi di mercato e che, quindi, non forniscano rendimenti negativi tutti nella stessa fase.
L’aspetto rilevante è che l’investimento in oro, in determinate circostanze, può essere altamente diversificante: detenere una modesta quantità di oro in portafoglio consente di proteggersi nei momenti particolarmente avversi.
Proviamo ad approfondire:
Molto spesso, col tempo, si affievolisce l’intensità dei ricordi passati. Tuttavia chi ha una discreta memoria finanziaria non può certo dimenticarsi della grande crisi finanziaria del 2008. Ecco un breve video per ricordarla:
Le proporzioni della recessione che ne è scaturita sono visibili ancora oggi: non a caso si parla di fenomeno finanziario senza paragoni nella storia dei mercati.
Il grafico mostra la reazione dell’oro durante le fasi più concitate della crisi:
Quotazione dell’oro: andamento 2007-2008
Questo, invece, è l’andamento dei mercati azionari mondiali (indice MSCI ACWI) nello stesso arco temporale delimitato dal cerchio rosso:



Nel periodo a cavallo della grande crisi finanziaria, questo è il bilancio:
- quotazioni oro: + 40%
- quotazioni borse mondiali: – 50%
La considerazione finale è la seguente:
l’oro mostra la sua attitudine difensiva nelle fasi particolarmente critiche dei mercati, quando cioè, il panico è estremo.
Nelle fasi più avverse di una crisi rappresenta, dunque, una asset in grado di fornire protezione all’interno di un portafoglio che deve, comunque, essere opportunamente diversificato.
Q.B. (quanto basta)
Affinché questa classe di attivo possa rivestire il suo ruolo di protezione è indispensabile che venga utilizzata con le dovute cautele:
In un portafoglio opportunamente bilanciato la percentuale di oro non dovrebbe superare il 10% del totale investito. Esposizioni superiori rischiano di essere controproducenti.
Come investire in oro
E’ altamente sconsigliabile acquistare monete o lingotti fisici che richiedono alte competenze gestionali e presentano scarsa capacità di smobilizzo (trovare il compratore di un lingotto non è così semplice!).
Inoltre, generalmente, l’investimento minimo può risultare eccessivo per i patrimoni più contenuti. Per non parlare delle criticità e dei costi di conservazione.
E’ poco conveniente anche l’apertura di un conto corrente in oro: si tratta di una particolare forma di deposito la cui unità di misura è espressa in once di oro anziché in euro. Deve essere collegato ad un conto corrente ordinario e viene movimentato con versamenti e prelievi che saranno regolati in base alla quotazione vigente al momento dell’operazione. Si evitano, in questo modo, tutte le problematiche relative allo smobilizzo e alla conservazione del lingotto. Questi strumenti, tuttavia, presentano costi di gestione piuttosto elevati.
L’alternativa più semplice risulta essere quella dell’oro finanziario:
esistono etf specifici quotati sui mercati e facilmente negoziabili che vengono emessi a fronte di oro fisico. Tradotto: si tratta di investimenti negoziabili come una normale azione che rappresentano veri e propri lingotti d’oro custoditi al sicuro a nome della società emittente.
eccone alcuni:
Un’ altra alternativa è quella di prendere esposizione attraverso l’acquisto di azioni di società operanti nel campo dell’estrazione e della vendita dell’oro.
Si tratta, in questo caso, di assumere un’esposizione “indiretta” attraverso un investimento che sarà influenzato sia dalle quotazioni ufficiali ma anche dagli andamenti dei mercati finanziari (trattandosi di azioni quotate).
Questa strategia può essere perseguita anche attraverso i fondi comuni di investimento delegando alla società di gestione il compito di selezionare le migliori aziende operanti nel settore minerario.
Eccone una breve selezione :
Avvertenze finali
Abbiamo già sottolineato l’importanza di considerare l’investimento in oro a “piccole dosi”.
E’ inoltre importante evidenziare un altro aspetto:
La quotazione dell’oro è espressa in dollari statunitensi, pertanto l’investimento sottintende l’assunzione del rischio di cambio euro/dollaro (che, per carità, potrebbe rappresentare un’ulteriore opportunità di guadagno).
Sia gli etf sull’oro fisico che i fondi comuni di investimento sono disponibili anche nella versione con copertura del rischio di cambio. Questo tipo di protezione ha un costo (oggi stimabile tra il 2,5% ed il 3,00%).
approfondisci:
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