2021 STRATEGIA INVESTIMENTO

Quello che si è appena concluso non è soltanto un anno difficile da dimenticare.
Con il 2020 si chiude  un intero decennio che ha regalato performance sensazionali. Almeno a chi ha avuto la pazienza di rimanere investito.

Il 2021 è appena iniziato e siamo già pieni  di aspettative: le più grandi case di investimento (Goldman Sachs, Morgan Stanley, Blackrock) ed i maggiori esperti del settore dispensano previsioni e scenari largamente positivi, almeno finanziariamente parlando.

Io sono sempre più convinto che l’investitore invece, in questo 2021, dovrebbe ripensare buona parte delle propria impostazione strategica di investimento.
Quello che ha funzionato nell’ultimo decennio potrebbe, infatti, non funzionare più o, quantomeno, non funzionare così bene.

In questo articolo vedremo perché e quali siano le trasformazioni chiave in questo nuovo decennio per cogliere le migliori opportunità di investimento nel 2021 e negli anni a seguire.

Perché nel prossimo decennio i mercati non cresceranno come prima

Il grafico che segue mostra la crescita di un ipotetico investimento nei mercati azionari ed obbligazionari globali.

GRAFICO AZIONI E OBBLIGAZIONI

Il bilancio degli ultimi 10 anni sarebbe stato di poco meno del 20% annuo per le azioni (tra alti e bassi) e di circa un 4% annuo per le obbligazioni.
Guardando indietro si intravedono  “trend” di lungo termine ottimi.
Cosa potrebbe farli invertire? Ha senso aspettarsi rendimenti analoghi anche per il futuro?

La risposta realistica è che la crescita dei mercati  dell’ultimo decennio è stata guidata da fattori che difficilmente si riproporranno.

Le quotazioni azionarie sono infatti cresciute sensibilmente per tre motivi:

  1. Riduzione dei tassi di interesse:
    L’effetto del crollo dei tassi è stato duplice. Da un lato  ha spinto i capitali alla ricerca di rendimento verso le azioni facendone crescere la valutazione. Dall’altro, per le società quotate, tassi più bassi significa un minor costo applicato ai finanziamenti per la propria attività. Minor costo equivale ad un profitto più elevato che si riflette ancora una volta sulla crescita delle quotazioni azionarie.
    Giunti a questo punto è piuttosto improbabile che possa proseguire questo fattore di crescita. Oggi è davvero difficile pensare che i tassi di interesse possano scendere ulteriormente ;
  2. Globalizzazione:
    Grazie al processo di globalizzazione le grandi aziende hanno potuto reperire manodopera e materie prime a basso costo al di fuori dei propri confini nazionali. Ancora una volta la riduzione dei costi contribuisce alla crescita dei profitti e delle quotazioni azionarie. Oggi sembra di assistere al processo inverso: il reintegro delle catene produttive all’interno dei confini nazionali con conseguenti costi maggiori (e utili più bassi);
  3. Riduzione della tassazione:
    Soprattutto negli Stati Uniti (uno dei mercati azionari più tonici) la crescita degli utili aziendali e, conseguentemente, delle quotazioni azionarie è stata alimentata anche dalla riduzione della tassazione sulle società. Anche in questo caso, oggi ci troviamo nello scenario opposto: i programmi democratici prevedono una maggiore imposizione fiscale sul settore societario (anche per ridurre un debito pubblico di dimensioni a dir poco significative).

Non voglio essere frainteso: i mercati azionari continueranno ad essere ancora il luogo migliore dove ricercare rendimento. Si tratterà di un rendimento ridimensionato rispetto a quello dell’ultimo decennio.

Discorso analogo può esser fatto per l’investimento obbligazionario: difficile trovare soddisfazioni con tassi di interesse prossimi allo zero praticamente ovunque.

Quali correttivi dovrebbe apportare allora l’investitore? Qual è la strategia per ottenere il massimo dai propri investimenti?

contatta David Volpe

Azioni: un approccio diverso all’investimento

C’è poco da fare, anche per gli investitori più difensivi: dovranno imparare a relazionarsi con l’investimento azionario, pena interessi privi di ogni attrattiva. 

Questo perché l’investimento azionario non può essere valutato a sé, ma deve, piuttosto, essere considerato in relazione alle alternative disponibili. Oggi la principale alternativa (cioè le obbligazioni) offre rendimenti a dir poco risicati.

E ricordiamo che storicamente le azioni offrono una performance aggiuntiva rispetto alle obbligazioni (cd. “premio al rischio”) di circa il 6% annuo.

A quanto dovrebbe ammontare la percentuale dei propri soldi investita in azioni?

Difficile dare una risposta universale. Sono molti gli elementi da dover valutare.
Indicativamente possiamo dire che oggi un investitore dovrebbe considerare di investire in azioni almeno il 25% del proprio portafoglio.
Per chi avesse un’esposizione inferiore, piuttosto che incrementarla repentinamente, suggerisco (rischiando di ripetermi) un aumento graduale (ad esempio lo 0,5% – 1% mensile) tramite la strategia del pac/smart pac (leggi il post sul Piano di Accumulo e sullo SmartPac).

Come fare per superare l’ansia da investimento azionario?

Il successo di investire in azioni passa attraverso:

  1.  Una maggiore tolleranza alle oscillazioni: la tecnica buy and hold ci viene in soccorso: acquistare cioè mercati azionari globali (non singoli titoli azionari) e dimenticarsi dell’investimento.
  2. Un allungamento dell’orizzonte temporale  ad almeno 5-7 anni. Quindi dimenticarsi dell’investimento per qualche anno, ad eccezione dell’attività di ribilanciamento periodico (leggi il post sul ribilanciamento di portafoglio oppure guardane il breve video).

Obbligazioni: il nuovo ruolo all’interno del portafoglio

Sebbene esistano  alcune nicchie obbligazionarie in grado di offrire ancora qualche potenzialità di rendimento (in questo articolo parlo delle opportunità nel settore societario mentre in questo parlo dell’investimento in obbligazioni dei paesi emergenti), bisogna considerare che le obbligazioni ancora redditizie non sono indenni da crolli (e quindi sono equiparabili  all’instabilità azionaria).

Durante il pesante sell-off dei mercati azionari del 2020,  alcuni investimenti obbligazionari di questa categoria sono arrivati a perdere fino al 20%.


D’altra parte, all’altra estremità dell’investimento obbligazionario (quello più “sicuro”), i titoli governativi oggi rendono pressoché zero.
E’ proprio su questo aspetto che vorrei porre attenzione:
ha ancora senso investire in obbligazioni governative prive di rendimento?
In molti sconsigliano di investire in questo asset che sarebbe addirittura controproducente.

Io sono, al contrario, ancora convinto che l’investimento in obbligazioni governative sia fondamentale.
Ti spiego perché secondo me sia necessario inserirlo nella propria strategia:


GRAFICO AZIONI E OBBLIGAZIONI
  • Per disporre di un capitale (quello investito in obbligazioni governative) da destinare all’attività di ribilanciamento
    In altre parole avere del capitale a disposizione per  incrementare l’investimento azionario quando i prezzi sono crollati prelevando denaro dall’investimento obbligazionario che ha mantenuto il proprio valore.

Si poteva prevedere il Covid-19 e tutte le conseguenze sanitarie ed economiche che ne sono scaturite?
Forse sì (ne dubito). Il fatto è che chi, ponderando l’imponderabile, avesse tenuto in portafoglio bond governativi (quando tutti ne disprezzavano l’utilità) quest’anno avrebbe potuto beneficiare di un sostegno positivo nel momento in cui le azioni rovinavano verso il basso.

Asset Allocation Strategica ed Asset Allocation Tattica: creare sinergia

Come abbiamo appena detto,  l’asset allocation strategica (cioè la suddivisione tradizionale del portafoglio tra azioni e obbligazioni, oro e materie prime) resta assolutamente basilare.
Si dovrà destinare al mix azioni – obbligazioni la parte predominante del proprio portafoglio individuabile tra il 70% e l’80% (in questo articolo spiego come costruire un asset allocation strategica seguendo il modello del Permanent Portfolio di Harry Browne. Mentre in questo trovi le indicazioni per seguire il modello dell’All Seasons Portfolio secondo le nuove implementazioni di Ray Dalio).

Ma accanto all’asset allocation strategica, sarà necessario affiancare quelle strategie che  si esprimeranno con forza nel futuro e sono, comunque, supportate da tendenze di lungo periodo. Si dovrà, cioè, utilizzare il potenziale dell’Asset Allocation Tattica.

Quali sono queste strategie?

  1. Megatrend:
    Considerare nelle proprie scelte, l’esposizione verso le tendenze dirompenti è la strada obbligata per chi vuole massimizzare il rendimento. I megatrend rappresentano appunto le forze di cambiamento sociale, tecnologico e ambientale che trasformeranno il mondo in cui viviamo. (puoi consultare la guida completa sui megatrend in questo articolo);
  2. Esposizione al ciclo economico:
    Ogni ciclo economico è fatto della fase crescita e consolidamento a cui segue la recessione, per poi ripartire con una nuova ripresa.
    Ovviamente è impossibile individuare con esattezza in che parte del ciclo si trovi l’economia in un dato momento. Quello che però si può fare è porre attenzione a quei settori che vengono maggiormente penalizzati dalle crisi. Oggi, ad esempio, nonostante il rimbalzo dei mercati, ci sono settori ancora depressi. Sarebbe uno sbaglio trascurarli (in questo articolo parlo di come investire in questi settori);
  3. RoboAdvisor e sistemi di investimento automatici:
    Investire sui minimi e vendere sui massimi è il sogno di chiunque. Non facciamoci illusioni: resterà tale.
    Le innovative soluzioni di investimento propongono di riuscire ad ottimizzare il timing di ingresso e di uscita dai mercati attraverso complessi sistemi di calcolo matematici.
    Implementare la strategia di investimento tradizionale con sistemi di questo tipo può fornire un valido contributo ai rendimenti di medio periodo. L’importante è che non finiscano per rappresentare la parte predominante del portafoglio. In questo articolo parlo del funzionamento di queste strategie.

Private Equity: l’importanza degli asset alternativi

Gli investimenti alternativi, cioè quelle soluzioni diverse dagli asset tradizionali (azioni obbligazioni e materie prime) dovranno entrare sempre più a far parte delle scelte di investimento.

Tra gli investimenti alternativi svolge un ruolo di particolare importanza il “Private Equity” ossia l’investimento in aziende non quotate sui mercati.

Si tratta di un impiego del denaro a lungo termine (tipicamente dagli 8 ai 12 anni) che  nel tempo è stato in grado di offrire ritorni superiori rispetto a quelli tradizionali. Inoltre, trattandosi di investimento in società non quotate, il Private Equity non è soggetto alle dinamiche ed alle oscillazione tipiche dei mercati azionari.

Come mostra la tabella sottostante, i rendimenti a lungo termine del Private Equity superano il 10% annuo:

PRIVATE EQUITY TABELLA RENDIMENTI
Fonte: Kpmg

Inoltre le recenti novità normative consentono a chi sceglie di investire in Private Equity, di beneficiare dell’esenzione del pagamento delle imposte. Questo significa assenza di tassazione sui guadagni conseguiti.

Ovviamente come ogni altro investimento, il Private Equity comporta dei rischi. Tuttavia dedicare a questo tipo di soluzione una percentuale contenuta del proprio capitale può contribuire efficacemente ad incrementare i rendimenti annui senza alzare eccessivamente l’asticella del rischio.
In questo articolo puoi approfondire il tema del Private Equity.

La nuova relazione investitore/consulente

L’interazione tra chi offre un servizio di consulenza e chi lo riceve sta profondamente cambiando.

Chi si occupa da professionista di mercati finanziari ha la grande responsabilità di mettere a disposizione la propria esperienza e la propria conoscenza per guidare il processo di investimento e la sua manutenzione nel tempo.

Chi investe, dall’altra parte, non dovrà limitarsi a subire le indicazioni ricevute.
Sarà indispensabile che esprima le proprie preferenze (sostenibilità, tecnologia, ecc…) e che comprenda il perché vengano condivise delle scelte piuttosto che delle altre.
Sarà sempre più responsabilità dell’investitore comprendere i costi reali di un investimento per non farsi abbagliare da prodotti che eroderanno il capitale in spese fisse, piuttosto che moltiplicarne il valore.
La conoscenza è il primo strumento di difesa dalla volatilità dei mercati.

E’ finita l’era del “ … pensaci tu, tanto io non me ne intendo…”. 

Conclusioni

Concentrarsi sui rendimenti di una recente fase positiva del mercato condurrà alla conclusione del tutto illogica e pericolosa che in futuro ci si potranno aspettare risultati altrettanto splendidi

Benjamin Graham

Vedo molte persone scettiche sul futuro dell’economia. Per lo più si tratta di chi è rimasto scottato e si è allontanato  dai mercati finanziari dopo il crollo di marzo.

All’opposto, c’è chi è incuriosito dalle performance degli ultimi 9 mesi che hanno creato l’aspettativa di un anno o, addirittura, di un decennio straordinario.

La realtà è che quando investiamo sul mercato è bene non confondere i risultati di breve termine con quelli di più lungo termine. Tanto nel bene quanto nel male. I conti si fanno sempre alla fine e, soprattutto, quello che ha funzionato oggi potrà non funzionare domani.

Quindi se ancora non lo hai fatto, vaccina il tuo portafoglio per il 2021:

  • Diversifica i tuoi asset coprendo più scenari di mercato e non quello che ti aspetti a breve:
    Imposta la tua asset allocation strategica (che preveda anche bond governativi ed altri asset difensivi) ed affiancaci un asset allocation tattica;
  • Non fare market timing:
    Non funziona! Incrementa la tua esposizione azionaria attraverso piani di investimento graduali;
  • Ricerca soluzioni di investimento alternative:
    Questo è il luogo dove trovare i rendimenti perduti. Ricorda che la “novità” non deve sostituire completamente la “tradizione”: qualsiasi singola soluzione, per quanto efficace, è improduttiva senza l’asset allocation strategica; 
  • Accetta la volatilità. Fa parte del gioco:
    Il prezzo da pagare oggi per avere un miglior risultato domani, è quello di accettare una maggiore variabilità dei rendimenti nel breve termine. Tradotto: più oscillazioni = più rendimenti.
  • Aumenta il tuo orizzonte temporale di investimento:
    Quindi impara ad investire solo il capitale a cui puoi ragionevolmente rinunciare per 5/7 anni. 

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