GLOSSARIO TERMINI FINANZIARI

La vita non è sempre facile per chi ha voglia di approfondire le proprie conoscenze finanziarie. 
Questo perché più cerchiamo fonti attendibili, più queste sembrano farsi gioco di noi con un utilizzo massivo di termini tecnici poco familiari, a volte perfino per gli addetti ai lavori.
Per non parlare dei concetti e delle nozioni che troppe volte vengono dati per scontate, in un groviglio di economia e politica le cui vicende sono inesorabilmente intrecciate.

In questo articolo troverai un glossario semplice e pratico che potrà esserti di supporto nella comprensione delle aggiornamenti finanziari e socio/politici prodotti dalle tue fonti informative (se non hai ancora trovato strumenti di aggiornamento finanziari soddisfacenti ti invito a consultare la mia selezione di siti finanziari gratuiti).
Per i termini e per i concetti più importanti  troverai un link ad un articolo di approfondimento.

Aspettative di inflazione

Le aspettative di inflazione possono essere definite come il tasso di crescita dei prezzi che gli operatori (quindi consumatori, aziende e investitori) si aspettano per il futuro. 
Sebbene possano sembrare una variabile puramente accademica, le aspettative  di inflazione sono determinanti perché, in alcuni casi, rischiano di diventare una profezia che si autoavvera.
Se i direttori di azienda si aspettano un aumento dei prezzi del 5%, vorranno adeguare i loro listini per il futuro e questo, inevitabilmente, produrrà un aumento dei prezzi.
Viceversa se gli stessi direttori di azienda si aspettano prezzi stabili o, addirittura, prezzi in ribasso non ritoccheranno i listini, contribuendo a contenere l’inflazione effettiva (leggi l’articolo di approfondimento).

Basis point

Con questo termine si fa riferimento alla variazione dei tassi di interesse. Il caso più frequente è il rialzo o il ribasso dei tassi di riferimento fissati dalle banche centrali (vedi: Fed Funds Rate ).
In pratica, i basis points (in italiano “punti base”) esprimono la variazione di un tasso di interesse: ogni punto base equivale allo 0,01%. 100 punti base, quindi, equivalgono all’1%.
Se la banca centrale aumenta i tassi di 75 basis points significa che i tassi sono saliti dello 0,75%.
Il termine viene usato anche nella sua forma abbreviata “bps”.

Bilancio della banca centrale

In termini pratici il bilancio di una banca centrale può essere definito come il totale dei suoi asset finanziari (principalmente obbligazioni e titoli di stato).
Le banche centrali di tutto il mondo, per stimolare la crescita economica e controllare il livello di inflazione, comprano o vendono obbligazioni e titoli di stato aumentando o contraendo i propri bilanci (leggi l’articolo di approfondimento).

CPI

Il CPI (consumer price index) è un indicatore statunitense che esprime la variazione dei prezzi di beni e servizi pagati dai consumatori.
Viene comunemente usato per calcolare la variazione del costo della vita rispetto all’anno precedente.
E’ l’indicatore più comune per il calcolo dell’inflazione.

Elezioni di midterm

Le elezioni di metà mandato (appunto “midterm election”) hanno luogo negli Stati Uniti ogni due anni.
A differenza delle elezioni presidenziali, dove viene eletto il presidente, le midterm election prevedono il rinnovo di una cospicua parte dei membri del parlamento americano.
Si tratta di un passaggio  molto importante perché determina gli equilibri di potere tra le due forze politiche americane: repubblicani e democratici.

Viene deciso quale partito otterrà la maggioranza del parlamento.
Se il partito vincitore sarà diverso da quello del presidente, sarà più difficile procedere con l’approvazione di nuove leggi e riforme.
Viceversa se verrà confermata la maggioranza che ha appoggiato il presidente, l’attività legislativa sarà più agevole. 
Le prossime midterm election si terranno l’8 novembre di questo anno e saranno un test di  fondamentale importanza  per l’attuale presidente Biden.

Fed Funds Rate

E’ il tasso di riferimento fissato dalla banca centrale americana.
Aldilà dei tecnicismi legati a questa variabile, e semplificando un po’ la questione, il fed funds rate è importante perché è il tasso di riferimento su cui si applicano i costi sui finanziamenti.
Se il fed funds rate è basso, saranno relativamente bassi anche i tassi sui finanziamenti.
Questo stimolerà imprese e consumatori a contrarre prestiti per acquisti e investimenti sostenendo la crescita economica.
Se, viceversa, il tasso è alto sarà alto anche il costo dei finanziamenti. Questo disincentiverà imprese e consumatori a contrarre prestiti frenando acquisti, investimenti e la crescita economica
(leggi l’articolo di approfondimento).

Fiducia al governo

La nostra costituzione stabilisce che il governo deve avere la fiducia del parlamento (art. 94).
Questo significa che il governo nello svolgimento dei propri  compiti deve avere il benestare (appunto la fiducia)  delle forze politiche che compongono il parlamento.
Volendo sintetizzare possiamo dire che l’operato del governo deve essere approvato dal parlamento.  Se il parlamento non dà la propria approvazione (cioè la propria “fiducia”) , il governo non può lavorare e quindi deve dimettersi.

GDP/PIL

Con il termine PIL si fa riferimento al Prodotto Interno Lordo cioè all’ammontare di beni e servizi prodotti da un paese in un determinato periodo di tempo.
Per quanto sia un’unità di misura imperfetta, il PIL è usato in tutto il mondo per misurare l’attività economica e lo stato di salute di un paese.
Affinché sia misurabile, si utilizza il valore monetario (cioè il prezzo) di beni e servizi prodotti.
Il PIL di un paese è composto dalla spesa dei consumatori, dagli investimenti delle aziende, dalla spesa pubblica e dalle esportazioni.
Sempre più spesso in sostituzione del PIL  si utilizza l’acronimo inglese GDP (Gross Domestic Product).

Hawkish/Dovish

Con questi due attributi si fa riferimento all’atteggiamento delle banche centrali.
Un atteggiamento hawkish (hawk = falco) è quello che vede una banca centrale rigida e intransigente nel frenare una crescita economica eccessiva.
L’ipotesi tipica è un contesto di inflazione elevato in cui la banca centrale frena l’economia e i consumi per contenere il rincaro dei prezzi.
Un atteggiamento dovish (dove = colomba) si ha invece quando la banca centrale intraprende iniziative volte a stimolare la crescita economica e i consumi, ad esempio tagliando i tassi di interesse (leggi l’articolo di approfondimento).

Hedge Fund

Gli Hedge Fund sono fondi d’investimento gestiti da società specializzate.
L’ obiettivo è quello di  produrre guadagni più o meno costanti nel tempo a prescindere dall’andamento dei mercati.
La particolarità degli hedge fund è quella di far ricorso a strumenti e tecniche di investimento avanzate e complesse spesso precluse ai fondi tradizionali per ragioni regolamentari.
Si tratta di strumenti di investimento riservati ai grandi patrimoni viste le soglie di ingresso difficilmente raggiungibili per il risparmiatore privato. 

Inversione della curva

L’inversione della curva dei rendimenti è quel fenomeno che determina rendimenti dei titoli di stato a lunga scadenza  più bassi di quelli dei titoli a breve scadenza.
Si tratta di un’evidente anomalia: più aumenta la scadenza di un titolo di stato, più aumenta l’impegno dell’investitore in termini temporali (oltre che ai rischi legati all’investimento). E’ chiaro, dunque, che le scadenze più lunghe devono offrire un rendimento più elevato.
L’inversione della curva si manifesta generalmente quando gli operatori si attendono un rallentamento della crescita o una recessione (leggi l’articolo di approfondimento).

Mean reversion

La mean reversion o regressione verso la media è una delle teorie finanziarie alla base della costruzione del portafoglio e del ribilanciamento. Il concetto è che i prezzi delle attività di investimento salgono e scendono nel breve termine ma nel lungo termine si riportano sempre in prossimità della media di lungo periodo.
Questo significa che a periodi di rendimenti elevati (cioè sopra la media) seguiranno periodi di rendimenti modesti (cioè sotto la media).
Questo concetto può essere applicato all’intero mercato azionario, a singoli settori o anche a singoli prodotti di investimento (leggi l’articolo di approfondimento).

NBER

E’ la sigla che identifica il National Bureau of Economic Research, un’associazione americana composta da economisti incaricati di effettuare studi, analisi e statistiche economiche.
Tra i compiti più importanti del NBER c’è quello di dichiarare ufficialmente l’entrata in recessione dell’economia americana.
Per giungere a questa conclusione vengono analizzati dati diversi come il livello di occupazione, l’andamento degli utili aziendali, la crescita del PIL ecc.

PPI

Il PPI (Producer Price index) è un indicatore che misura la variazione dei prezzi pagati dalle aziende produttrici.
Si tratta quindi di un misuratore dell’inflazione a livello di aziende produttrici mentre il CPI musura la variazione dei prezzi pagati dai consumatori.
Trattandosi di beni prodotti, il PPI, a differenza del CPI, non comprende i prezzi dei servizi.

Price Earning

Il price earning è il rapporto tra il prezzo di un’azione e il suo utile.
Questo indicatore può fare riferimento anche a interi settori o aree geografiche, considerando la media di tutti i titoli che fanno riferimento al medesimo insieme.
Ad esempio, considerando le azioni europee è possibile determinare il price earning medio del mercato azionario europeo.
Viene spesso utilizzato per valutare quanto un’azione o un intero mercato siano più o meno cari rispetto alle medie storiche.
Si tratta, comunque, di un indicatore imperfetto (leggi l’articolo di approfondimento).

Recessione

La recessione è un periodo di crescita  negativa che comporta una serie di conseguenze negativ per l’economia e per la società: aumento della disoccupazione, diminuzione degli utili, aumento dei fallimenti delle aziende ecc..
Ovviamente tutto ciò ha delle conseguenze anche sulle valutazioni dei mercati finanziari che, tipicamente, tendono a scendere in maniera più o meno profonda durante i periodi recessivi.
La definizione e le conseguenze di una recessione sono, in realtà, piuttosto complesse e tutt’altro che scontate (leggi l’articolo di approfondimento).

Restringimento/Allentamento monetario

Si tratta di termini che identificano ancora una volta l’atteggiamento delle banche centrali.
Con l’espressione restringimento monetario si fa riferimento alle iniziative delle banche centrali che hanno come scopo frenare la crescita e contenere l’inflazione.
L’allentamento monetario è l’atteggiamento opposto che vede le banche centrali attive nel fornire stimoli alla crescita economica (leggi l’articolo di approfondimento).

Rialzo/Ribasso dei rendimenti

Quando si parla di rialzo e di ribasso si fa riferimento al rendimento dei titoli di stato.
Questa terminologia apparentemente semplice crea in realtà molta confusione tra i non addetti ai lavori.
La relazione tra prezzo e rendimento di un titolo di stato è inversa:
il rialzo dei rendimenti dei titoli di stato è determinato da un ribasso delle quotazioni.
Viceversa un ribasso dei rendimenti è determinato da un rialzo delle quotazioni.
Spiego il concetto in questo breve video.

Short squeeze

Lo short squeeze è un rialzo inaspettato e repentino del prezzo di un’azione (o di un intero mercato azionario).
Affinché possa verificarsi uno short squeeze è necessario che ci siano una quantità elevata di investitori (tipicamente hedge fund) che abbiano scommesso sul ribasso di un titolo o di un intero mercato attraverso operazioni di short selling.
Con lo short selling si trae profitto su un’azione quando la sua quotazione scende.
Per comprendere il fenomeno propongo un esempio puramente ipotetico:

L’hedge fund individua nella società “X” un business in declino. Le azioni della società X hanno una quotazione di € 10 e l’hedge fund prevede che questo prezzo possa scendere sensibilmente.

A questo punto l’hedge fund, che non possiede le azioni della società X, chiede in prestito 1000 azioni a un altro grande operatore impegnandosi a restituirle dopo un tempo prestabilito. Diciamo 1 mese.


Una volta ottenute le azioni, l’hedge fund le vende al prezzo corrente:

€ 10 x 1.000 =  € 10.000

Al momento della scadenza del prestito delle azioni, l’hedge fund le riacquista a un prezzo ribassato, (diciamo € 8):

€ 8 x 1.000 = € 8.000

Dopo aver restituito le 1.000 azioni l’hedge fund avrà realizzato un guadagno di € 2.000.

Il problema (per gli hedge fund o per gli operatori che hanno avviato lo short selling) nasce quando le quotazioni iniziano a salire.
A questo punto gli hedge fund che devono tenere fede al prestito contratto, sono costretti a ricomprare azioni a un prezzo più alto.
Quando molti operatori hanno aperto posizioni di short selling il rialzo inaspettato dei prezzi scatena un’ondata di acquisti da parte degli hedge fund a cui non resta che tagliare le perdite e uscire dalle posizioni “short”.
Molti acquisti simultanei (cd. “ricoperture”) alimentano ulteriori rialzi determinando, appunto, uno short-squeeze.
Questa operazione può riguardare anche interi settori o interi mercati azionari quando le prospettive per gli indici sono particolarmente negative.
Spiego il fenomeno in modo più approfondito in questo articolo.

Soft landing/Hard landing

Un soft landing (atterraggio morbido) è un rallentamento del ciclo economico dopo un periodo di crescita.
Il soft landing è l’obiettivo della banca centrale che riesce ad alzare i tassi di interesse quel tanto che basta per contenere l’inflazione senza causare una recessione.
Un hard landing è l’esatto opposto: un brusco rallentamento economico della crescita. Si parla di hard landing quando, dopo un periodo di espansione, l’economia entra in recessione.

Spread

In termini finanziari l’accezione più comune di spread è quella che indica la differenza di rendimento tra due diversi tassi di interesse.
In particolare quando si parla di spread si fa riferimento alla differenza di rendimento offerta dal titolo di stato italiano e dal titolo di stato tedesco (spread btp/bund).
Maggiore è questa differenza minore è il livello di affidabilità del nostro paese sui mercati: per poter trovare compratori per i nostri titoli di stato (necessari per reperire finanziamenti per coprire la spesa pubblica), siamo costretti a offrire rendimenti più elevati.
Questo comporta un aumento della spesa per il pagamento degli interessi e, di conseguenza, una diminuzione delle risorse destinabili ad altre attività (investimenti in infrastrutture, spesa per l’istruzione e la ricerca, spesa previdenziale ecc..).

Si fa riferimento allo spread anche per indicare la differenza di rendimento tra le obbligazioni emesse dalle società meno affidabili (high yield) e i titoli di stato.
Quando questa differenza sale significa che gli investitori richiedono rendimenti più elevati per dare finanziarie le aziende perché percepiscono un maggior rischio di default.
Inoltre l’aumento dello spread comporta anche una maggiore difficoltà a reperire finanziamenti: visto che viene percepito un maggior rischio, diminuirà la platea di investitori disposti a investire in bond societari (che sono appunto una forma di finanziamento per le società quotate).
L’andamento dello spread delle obbligazioni societarie è una variabile di fondamentale importanza per il corretto funzionamento del sistema economico: spread più alti si traducono inevitabilmente in una minor crescita economica.

Stagflazione

E’ la combinazione di recessione economica e inflazione elevata.
E’ il peggiore degli scenari economici che si possono prospettare (leggi l’articolo di approfondimento).

Supply Chain

Questo termine è venuto alla ribalta con la pandemia e in italiano potrebbe essere tradotta in “catena di distribuzione globale”.
Identifica i collegamenti tra un’azienda e i suoi fornitori per produrre e distribuire un prodotto specifico.
Questi collegamenti comprendono gli stabilimenti dove si realizzano i processi produttivi, gli operai, e i vari passaggi per trasportare il prodotto dai luoghi dove avvengono le varie fasi di produzione fino al consumatore finale.

Oggi i processi di produzione sono ripartiti tra stabilimenti che hanno sedi in nazioni diverse.
Il covid e i lockdown hanno messo in crisi questo sistema creando pesanti ritardi nella produzione e nei trasporti provocando una scarsità di beni e di materie prime.
L’aumento della domanda dei consumatori da una parte e le difficoltà delle supply chain dall’altra, hanno contribuito ad alimentare la fiammata dell’inflazione.
La FED di New York ha ideato un indice e un tool interattivo per verificare la pressione sulle supply chain globali.

Tasso neutrale

Anche il tasso neutrale ha a che fare con l’orientamento delle banche centrali.
Teoricamente è quel tasso (fissato dalle banche centrali) che consente all’economia di crescere creando occupazione mantenendo una crescita stabile dei prezzi (cioè con un livello di inflazione “tollerabile”).
Quando le banche centrali raggiungono il tasso neutrale il loro atteggiamento non è né accomodante né restrittivo.
Tuttavia definire correttamente il tasso neutrale è molto più semplice che calcolarlo.
Sicuramente oggi il tasso neutrale si attesta su un livello sensibilmente più basso rispetto a quello del secolo scorso: una crescita economica più contenuta e un alto livello di indebitamento contribuiscono ad abbassare il livello di neutralità dei tassi.

Trimestrali

Con il termine “trimestrali” si fa riferimento ai bilanci pubblicati dalle società quotate con cadenza trimestrale.
Si tratta di un appuntamento fondamentale per capire l’andamento dei profitti delle aziende e le prospettive per l’immediato futuro.
Ci sono fasi in cui i mercati sono molto sensibili all’andamento delle trimestrali e fasi in cui l’attenzione è minore.
Visto che il principale motore che muove le quotazioni azionarie è rappresentato dagli utili aziendali, i bilanci trimestrali rappresentano una sorta di test sullo stato di salute dell’economia.

Valuta di riserva

Una valuta “di riserva” è una moneta detenuta in quantità consistenti da governi e istituzioni e che viene utilizzata nei pagamenti internazionali.
Una valuta di riserva, infatti, viene utilizzata per stabilire a livello internazionale i prezzi di materie prime come oro, petrolio e gas.
In questo modo i vari paesi del mondo sono praticamente costretti a detenere questa moneta per poter comprare e pagare questi beni.

Oggi la valuta di riserva principale è il dollaro.
La storia insegna che il testimone viene progressivamente e lentamente trasferito da una valuta all’altra.
In passato, infatti, la sterlina inglese, il fiorino olandese, il franco francese hanno perso il loro primato in favore di altre valute.
E’ quindi possibile che col tempo il dollaro segua la stessa sorte.
Sarà sicuramente un processo di lungo periodo che va ad accelerare una tendenza già in corso da tempo: la perdita di centralità dell’occidente per quello che riguarda l’ambito economico.

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Conclusioni

Non dimenticare mai che anche se sapessi con certezza al 100% cosa accadrà al di fuori dei mercati, non sapresti comunque come reagiranno i mercati

Nir Kaissar

La ricerca di informazione e la corretta comprensione troppo spesso si ritorcono contro l’investitore che pensa di riuscire a capire ciò che accadrà sui mercati.
Ecco che la conoscenza diventa la scusa per procrastinare l’investimento o, peggio, per prendere decisioni dettate dalle convinzioni.

Quando il mercato è “troppo alto” prendiamo la scusa di non entrare in attesa del primo storno.

Quando arriva lo storno, prendiamo la scusa di non entrare convinti che i prezzi scenderanno ancora di più.

L’informazione  va sempre coniugata con il buon senso e l’umiltà per poter prendere decisioni di investimento consapevoli.

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1 Comment

  1. …in finanza, come nella vita di ogni giorno, fai solo quello che capisci, per cultura o per pratica. Guarda gli altri ma ascolta te stesso. Sempre! Buona domenica David

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