BRIDGEWATER SQUILIBRI FINANZIARI

Da un po’ di tempo) a questa parte per gli investitori sembra che la linea del traguardo venga spostata sempre più in avanti. Ogni volta che una qualsiasi avversità economica o finanziaria viene superata (o quasi) ne sopraggiunge una nuova ancora più insidiosa. 

In una recente pubblicazione, Bridgewater, la famosa società finanziaria fondata dal celebre Ray Dalio, fornisce un’analisi dell’attuale contesto con un’interessante chiave di lettura.

In questo articolo riassumeremo i punti salienti dello studio di Bridgewater dando particolare risalto  alle sue conclusioni e alle prospettive per il prossimo futuro dell’economia e dei mercati finanziari.

Premessa: le 3 condizioni di equilibrio secondo Bridgewater

Secondo Bridgewater sono indispensabili alcune condizioni di equilibrio affinché  crescita economica e mercati finanziari possano prosperare generando ricchezza e rendimento.

Più in particolare, nei sistemi economici devono essere rispettati tre requisiti:

  • Equilibrio tra spesa e crescita:
    In un sistema economico “sano” la spesa complessiva di un paese dovrebbe essere più o meno allineata alla sua crescita economica. Semplificando al massimo potremmo dire che la spesa del governo, delle famiglie e delle imprese dovrebbe essere equilibrata rispetto a quanto quello stesso paese riesce a produrre (la produzione è rappresentata dal PIL di un paese);
  • Equilibrio tra crescita del debito e crescita del reddito:
    Il livello del debito di un paese dovrebbe crescere in modo sostenibile, cioè in modo che sia ripagabile con il reddito che viene prodotto;
  • Equilibrio tra il livello di rendimento delle varie attività di investimento:
    In funzione del grado di rischio, le attività di investimento devono avere rendimenti crescenti, cioè le obbligazioni devono rendere più della liquidità e le azioni devono rendere più delle obbligazioni.

In assenza di queste condizioni si verificano conseguenze intollerabili che costringeranno i paesi a prendere provvedimenti per ripristinare questi equilibri.
Per esempio, se la produttività di un paese rimane bassa troppo a lungo si creeranno problemi sociali (aumento della disoccupazione, impoverimento della classe media ecc..) che richiederanno interventi.
Oppure, se spesa e forme di sussidio pubblico aumentano  in modo incontrollato (come nel periodo del covid), ci sarà un aumento dell’inflazione che richiederà contromisure adeguate.

Si tratta di argomenti ampiamente approfonditi nell’ultimo libro del fondatore di Bridgewater, Ray Dalio,  “I principi per affrontare il nuovo ordine mondiale”.

(Ricordo che Ray Dalio ha recentemente lasciato la guida di Bridgewater).

A che punto siamo oggi?

Se l’economia di un paese (o, meglio, di un’area geografica) è più vicina alla condizione di equilibrio (data dai 3 requisiti visti nel precedente paragrafo) sarà più facile risolvere i problemi e le tensioni sui mercati finanziari saranno contenute.
In caso contrario saranno necessari sacrifici per ripristinare le condizioni di equilibrio con inevitabile instabilità finanziaria.

Bridgewater (che, certamente, ha molto da insegnare in termini di analisi finanziarie) ha messo a punto una serie di indicatori per misurare le condizioni di equilibrio dei vari paesi.

Secondo l’analisi Stati Uniti, Europa e Inghilterra sarebbero ben lontane da una condizione di armonia economica finanziaria.
Questo grafico mostra l’indicatore di equilibrio per i paesi occidentali: più sale l’indice, maggiori sono gli squilibri.
Attualmente siamo su uno tra i peggiori livelli mai raggiunti (among the worst):

I paesi delle aree orientali, invece, sono molto più virtuosi.
Il documento di Bridgewater (consultabile a questo link) è ricco di immagini e analisi specifiche che evidenziano come Cina e Giappone siano molto più vicini alle condizioni di equilibrio.
In particolare questo grafico mostra lo stato dell’economia giapponese posizionata decisamente meglio rispetto a quelle occidentali:

(Qualche lettore più attento si domanderà come quello giapponese possa essere considerato un sistema equilibrato dopo anni di tassi prossimi allo zero e di quantitative easing, ma, in questo articolo, ci stiamo  limitando a sintetizzare l’analisi di Bridgewater).

Ripristinare le condizioni di equilibrio

I sistemi economici possono essere riportati alle condizioni di equilibrio attraverso due leve:

  • La politica monetaria:
    Riguarda le iniziative delle banche centrali. Per ripristinare condizioni di stabilità possono, ad esempio, alzare o tagliare i tassi in funzione dell’obiettivo da raggiungere.
    Se la crescita economica è al di sotto dei livelli di equilibrio, le banche centrali dovranno tagliare i tassi per agevolare consumi e investimenti. Viceversa se la crescita si è surriscaldata creando inflazione, si dovranno alzare i tassi per frenare la corsa dei prezzi (ne parlo dettagliatamente in questo articolo);
  • La politica fiscale:
    Riguarda le iniziative dei governi. Le autorità governative e legislative aumentano o diminuiscono la spesa pubblica per influenzare le variabili economiche e mantenere la crescita in una condizione di equilibrio.
    Ad esempio, aumentando la spesa pubblica o riducendo le imposte, si aumenta il reddito disponibile di cittadini e imprese incentivando consumi e investimenti in favore della crescita. Aumentando le tasse e riducendo la spesa si ottiene l’effetto contrario.

Le oscillazioni dei mercati finanziari (verso l’alto o verso il basso) sono guidate, tra l’altro, proprio dall’utilizzo di queste due leve.

Per riportare l’inflazione sotto controllo e ristabilire le condizioni di equilibrio, le banche centrali hanno messo in atto uno dei cicli di rialzo dei tassi più rapidi della storia.
Finalmente si iniziano a vedere i segnali di rallentamento dell’inflazione ma il percorso verso la normalizzazione non è indolore: ciò che sta accadendo nel sistema bancario è un risultato diretto dell’azione aggressiva delle banche centrali.
Le difficoltà che stanno vivendo le banche ne compromettono la capacità (e la disponibilità) di concedere finanziamenti ad imprese e famiglie.
Il rallentamento nella concessione di mutui e prestiti provoca, inevitabilmente, una contrazione di consumi e investimenti a cui segue una recessione.

Secondo Bridgewater “occorrono grandi movimenti per un periodo di tempo prolungato per ristabilire gli equilibri una volta che si sono sostanzialmente discostati dai livelli desiderati”.

Cosa ci aspetta adesso?

Bridgewater spiega che osservare attentamente le iniziative di banche centrali e governi serve per comprendere ciò che avviene dopo, in termini di reazione dei mercati finanziari e di crescita economica.

Questo diagramma mostra la sequenza tipica di ciò che accade dopo le manovre di restringimento o allentamento delle banche centrali.

Quando la banca centrale alza i tassi (Central Bank Tightens) diminuisce il flusso di liquidità, facendo cadere i prezzi degli asset finanziari (risk premiums rise and assets fall) e facendo rallentare la crescita economica (è la fase in cui si trovano Stati Uniti, Europa e Inghilterra).

Viceversa quando le banche centrali tagliano i tassi (Central Bank Eases) aumenta il flusso di liquidità che fa salire i prezzi degli asset finanziari (Risk Premiums Fall and Asset Rise) e favorisce la crescita economica (è la fase dove si trovano Cina, Giappone e Asia).

La fase del diagramma in cui un paese (o area geografica) si trova, influenza più o meno negativamente i prezzi di azioni e obbligazioni.
Questa versione del diagramma spiega quando aumentare ( + ) o diminuire ( – )  l’esposizione ad azioni e obbligazioni in funzione delle diverse fasi:

Come interpretare l’analisi di Bridgewater

Bridgwater è una tra le società finanziarie che gode di maggior autorevolezza in quanto ad analisi macroeconomiche.
Il track record di gestione e i risultati delle diverse strategie (tra cui il celebre All Seasons ideato dallo stesso Ray Dalio e il più recente Pure Alpha), testimoniano le oggettive capacità dei team di gestione.

Probabilmente il punto è proprio in queste inarrivabili capacità. 
Credo che in pochi si sognerebbero di emulare le gesta di un chirurgo, di un pilota di aerei o di un ginnasta senza la loro preparazione ed esperienza.
Però, spesso, ci illudiamo di riuscire a ripetere in piccolo strategie di investimento molto complesse e difficilmente realizzabili da chi non ha mezzi e conoscenze adeguate.

Non c’è nulla di sbagliato nel tenersi aggiornati sull’andamento dell’economia e sulle vicende finanziarie, magari seguendo il punto di vista di “investitori esperti”.
La cosa più saggia è, però, coglierne gli aspetti importanti e facilmente replicabili.

Mi sembra che uno dei punti salienti dell’analisi sia la messa in guardia rispetto a una eccessiva concentrazione geografica del proprio portafoglio
Diversificare opportunamente l’esposizione azionaria è uno dei modi più efficaci per affrontare l’incertezza (ne ho parlato in questo articolo).

Ma, soprattutto, è bene ricordare che il mercato azionario non è un diagramma di flusso e molto raramente segue la regola “se é accaduto questo, allora succederà quest’altro”.
Quando si verifica una determinata condizione (come il restringimento monetario o una crisi bancaria) non è detto che automaticamente porterà la conseguenza economica più ovvia (come una recessione).

Le variabili in gioco sono così tante (crescita economica, utili aziendali, posizionamento degli investitori, banche centrali…) che le modalità di reazione del mercato azionario spesso finiscono per non rispettare schemi razionali, soprattutto nel breve periodo.

Conclusioni


In 45 anni di attività non ho mai vissuto né studiato un contesto che non trova analogie storiche come quello attuale.
In questo momento ho molta più umiltà nelle mie opinioni di quanta ne abbia mai avuta.

Stanley Druckenmiller

Ultimamente mi capita di vedere molti analisti (e presunti tali) e professionisti in grado di leggere con certezza le relazioni di “causa- effetto” tra economia e mercati.
Sembrano capaci di interpretare con sicurezza i segnali inequivocabili lanciati dai mercati attraverso modelli finanziari più o meno sofisticati.
Il vero problema con i tentativi di comprendere il ciclo economico e l’andamento del mercato azionario è rappresentato dal fatto che non sappiamo cosa è stato prezzato e cosa no e se gli investitori (grandi e piccoli) reagiranno in modo eccessivo o superficiale a determinati dati.

I modelli di analisi sono utili per sapere come dovrebbero funzionare i mercati finanziari ma per capire come funziona davvero la finanza è necessario comprendere la psicologia umana.
E i comportamenti degli esseri umani a volte sono davvero imprevedibili (cit.).

Non c’è niente di male nel seguire le diverse analisi finanziarie selezionando bene le proprie fonti.
L’importante è mantenersi umili e non farsi condizionare dalle convinzioni altrui (né, tantomeno, dalle proprie)
E Bridgewater non fa eccezione.

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1 Comment

  1. …colui che investe ha una fonte di reddito: da lavoro, da capitale o entrambi, ma solo se riesce a gestire ciò con le 3 regole aure dei mercati citate:

    * Equilibrio tra spesa e crescita:;

    * Equilibrio tra crescita del debito e crescita del reddito;

    * Equilibrio tra il livello di rendimento delle varie attività di investimento;

    sarà capace di poter mantenere una gestione disciplinata del proprio portafoglio finanziario. Infatti quest’ultimo deve essere costruito come il proprio guardaroba personale, armadio a 6 ante e non a 4 ante, perché oltre le quattro stagioni servono gli accessori per necessità e piaceri, ma come qui gli abiti per essere indossati devono rappresentare la persona e non mostrarla per l’esigenza, lo stesso vale per gli asset di portafoglio, da scegliere per le proprie esigenze e non per battere il mercato. Non esiste una competizione, ma un percorso variabile dove far emergere il proprio io e non farlo vedere, ma viverlo! Un esempio: io nel mio armadio personale non ho giacca e cravatta, non appartiene alla mia personalità, ma gli ho in quello professionale. Tale spunto di riflessione serve per meglio capire che nel portafoglio mobiliare si devono avere TUTTI gli strumenti suddivisi per: tipologia, area geografica, valuta e settore, poi subentra il professionista che crea gli equilibri sulla persona tra i vari asset, non dimesticando mai che la ricchezza più grande in ognuno di noi è il nostro capitale umano!!! Buona domenica David e grazie

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