L’ultima riunione della Banca Centrale Europea ha creato così tanto scompiglio nell’opinione pubblica, ma soprattutto tra i ranghi del mondo finanziario, che penso sia necessario fare chiarezza e comprendere i motivi di tutto questo sconvolgimento, ed analizzare che tipo di modifiche sarà necessario mettere in campo nella scelta delle future strategie di investimento.
Effettivamente la settimana appena trascorsa segna un importante spartiacque tra la vecchia e la nuova rappresentazione del mondo economico e finanziario:
Quanto dichiarato durante la riunione impone, infatti, un salto di consapevolezza ed un cambio radicale nell’interpretazione della realtà.
“Tentare di prevedere il futuro utilizzando le logiche del passato sarà un atteggiamento sempre più pericoloso”.
Banche Centrali: la nuova normalità
Faccio velocemente un passo indietro dove tutto è cominciato, ovvero durante il tristemente famoso 2008:
Dopo la Grande Crisi Finanziaria le principali banche centrali hanno avviato una serie di misure straordinarie (dette “non convenzionali”) per evitare che il sistema economico globale implodesse: i tassi d’interesse sono stati progressivamente ridotti (fino agli attuali livelli – negativi -), i mercati sono stati inondati di liquidità per la salvezza delle banche, e i titoli di stato sono stati comprati massicciamente per scacciare lo spettro dei default sovrani.
Per tutto questo tempo, ed in effetti 10 anni non sono pochi, il mondo finanziario ha comunque considerato queste misure non convenzionali per come erano state dichiarate: cioè straordinarie e, quindi, temporanee. Questo voleva dire che tutti ritenevano che prima o poi il normale corso del sistema economico avrebbe ripreso a “muoversi” con le consuete naturali oscillazioni.
Invece Mario Draghi, durante la conferenza stampa a margine dell’ultima riunione, ha sancito con chiarezza pressoché inequivocabile che dopo oltre 10 anni di interventi straordinari, le Banche Centrali non hanno nessuna intenzione di ritornare alla vecchia normalità: le misure “non convenzionali” sono destinate ad accompagnarci nel futuro perdendo il carattere di straordinarietà.
Crolla il caposaldo del livello minimo dei tassi d’interesse
Il presidente della Banca Centrale Europea ha scardinato uno delle convinzioni più solide tra gli operatori finanziari: è stata eliminata l’aspettativa che, una volta raggiunta la soglia dello zero, i tassi d’interesse non possano che risalire.
Questo significa che l’attuale livello dei tassi, seppur negativo, potrebbe scendere ulteriormente per effetto delle iniziative delle banche centrali, fatto che era assolutamente impensabile nel periodo “pre 2008”.
In altre parole l’attività delle banche centrali non è più soltanto quella di regolare i mercati finanziari ma quella di manipolarli volontariamente al fine di raggiungere obiettivi di stabilizzazione dell’economia e dell’occupazione.
L’effetto immediato e più concreto di questo nuovo scenario è il crollo dei rendimenti obbligazionari che impone, anche per l’investitore conservativo, un ripensamento nella composizione del proprio portafoglio finanziario.
Ma quali saranno le maggiori conseguenze di un prolungato periodo di tassi negativi sui mercati finanziari?
Conseguenze dell’azione delle Banche Centrali sull’economia
La conseguenza diretta dell’intervento delle banche centrali è stata il perdurare del ciclo di espansione più longevo nella storia dell’economia mondiale: non si erano mai registrati dieci anni consecutivi e ininterrotti di crescita.
E’ opinione abbastanza diffusa che l’operato di BCE FED ecc.. possa aver attenuato l’alternanza dei cicli che, nel passato, si erano puntualmente presentati (ripresa, espansione, rallentamento, recessione): per effetto delle nuove politiche monetarie delle banche centrali le fasi di espansione saranno destinate a durare più a lungo mentre sarà ridotto l’effetto negativo delle fasi di contrazione economica.
La conseguenza più immediata sul momento presente e sull’approccio all’investimento potrebbe essere ritenere che il rallentamento in atto non sarà così forte da causare una recessione.
Ma sarà poi effettivamente così?
Come possiamo essere certi che queste manovre possano effettivamente supportare l’economia da qui all’eternità senza implodere in qualche modo?
La storia economica ci insegna che l’affermazione “questa volta è diverso” è una delle più pericolose.
Quindi come pianificare le proprie scelte d’investimento in un mondo profondamente cambiato in cui il futuro è sempre più incerto?
Conseguenze sulle scelte d’investimento
Tentare di prevedere l’andamento futuro dei mercati finanziari con lo scopo di batterli è sempre stata un’effimera illusione.
Tuttavia fino ad oggi esistevano una serie di convinzioni che potevano fornire un valido supporto nelle scelte d’investimento (andamento ciclico dei tassi d’interesse, decorrelazione tra azioni e obbligazioni).
Da questo momento, in cui gli interventi straordinari da parte delle banche centrali sono diventati l’ordinarietà, diventa impossibile pronunciarsi su qualsiasi argomento riguardo alle possibili evoluzioni dei mercati.
L’unica certezza è, ahimè, l’impossibilità di prevedere cos’altro potranno fare in futuro le banche centrali per reagire a situazioni economiche impreviste.
Resta, inoltre, da capire come potranno reagire mercati ed economia ad un prolungato periodo di tassi negativi.
L’unico comportamento sensato che si può assumere in questo scenario è quello di costruire un portafoglio che riesca a reagire positivamente a tutti gli scenari che, ragionevolmente, si potrebbero realizzare in futuro:
- Proseguimento della fase di crescita con permanenza di bassi tassi,
- Proseguimento della fase di crescita con tassi in rialzo,
- Rallentamento economico con permanenza di bassi tassi,
- Rallentamento economico con tassi in rialzo.
In altre parole diversificare saggiamente i propri investimenti con una parte del portafoglio che funzioni bene in caso di recessione ed un’altra adatta ad accelerazione economica e ritorno dell’inflazione. E termino ricordando che indipendentemente dalle manovre messe in atto da tutti i protagonisti del mondo economico, nulla è possibile fare contro le aspettative e le convinzioni di chi opera sui mercati: a causa loro saremo sempre succubi di oscillazioni pesanti delle quotazioni, molto spesso senza che dietro ci sia nessun motivo concreto.
Ma questo argomento sarà oggetto di prossima analisi, per il momento basta aver compreso che da oggi non sarà più possibile utilizzare le vecchie modalità nell’approccio all’investimento.
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