La situazione è incredibile e nessun guru della finanza sarebbe stato in grado di prevederla, neppure tra quelli dotati della fantasia più sfrenata.
Settimana dopo settimana non solo la borsa segna nuovi rimbalzi record, ma addirittura alcuni settori (in particolare quello tecnologico) sono nuovamente ad un passo dai massimi storici.
Cosa sta succedendo sui mercati finanziari?
Quali sono le basi che giustificano questa corsa al rialzo, apparentemente immotivata, degli indici di borsa?
Una spiegazione c’è, anche abbastanza semplice, andiamo a vederla insieme.
Lo scollamento tra economia reale e finanza
Sebbene nel complesso dei dati economici pessimi ogni tanto si intraveda qualche sprazzo di luce (ha stupito il dato sui nuovi occupati USA di venerdì) l’economia mondiale sta pagando caro il conto del Covid con contrazioni del Pil inimmaginabili e con interi settori (turismo, manifattura, immobiliare, servizi, trasporti) che non accennano a dar segni di ripresa e, anzi, fanno registrare i primi fallimenti “illustri” (leggi l’articolo di approfondimento sul default del colosso del Car-Rental Hertz).
Ad un quadro che appare già precario, si aggiunge un clima di relazioni politiche internazionali tutt’altro che confortante:
- I rancori tra Cina e Stati Uniti stanno riemergendo a conferma che la tregua siglata è tutt’altro che duratura;
- L’esito della Brexit resta ancora profondamente incerto.
Sebbene i mercati finanziari si caratterizzino per la loro capacità di anticipare le sorti del ciclo economico reale (nel bene e nel male), in molti iniziano a gridare a gran voce allo scollamento tra economia e mercato.
Questa immagine (geniale) che è comparsa sulla celebre testata giornalistica “The Economist” esprime molto bene questa analisi:
Dove Wall Street interpreta il mondo finanziario e Main Street quello economico.
Si parla di una sorta di sdoppiamento tra Mr. Hyde, che rappresenta un’economia in forte difficoltà, e Dr. Jekyll, impersonificato da un mercato finanziario folle e spregiudicato.
Insomma i mercati sembrano ignorare gli effetti devastanti sull’economia di un virus che ha portato alla più grande recessione dal dopoguerra a fronte della quale solo i massicci interventi delle banche centrali possono agire da antidoto.
In questo scenario a tratti fantascientifico chi avrà la meglio tra Dr. Jekyll e Mr. Hyde?
I mercati azionari sono irragionevolmente sopravvalutati e destinati ad una fine tragica?
La risposta a tutti questi dubbi ce la fornisce il Sig. Gordon che non è un supereroe e neppure il lupo di Wall street, ma “soltanto” un noto economista americano che ha messo a punto un modello per la valutazione delle azioni detto, appunto, il modello di Gordon, che sembra spiegare alla perfezione il motivo del rialzo dei mercati azionari.
Il modello di Gordon: il giusto prezzo delle azioni
Quali sono le motivazioni che stanno dietro alla discesa o alla crescita del valore delle azioni?
Il “modello Gordon” ha individuato le variabili che ne influenzano l’andamento e le ha messe in relazione.
Non preoccuparti, non è mia intenzione complicarti la vita con calcoli economici complessi: una visione semplificata della formula matematica sarà sufficiente per comprendere le motivazioni alla base della crescita attuale del valore delle azioni.





Come puoi vedere il prezzo di un’azione dipende sostanzialmente da due fattori in relazione tra loro (uno al di sopra della linea di frazione e l’altro al di sotto) ed è assolutamente sbagliato non considerarli entrambi nel processo di analisi:
- Al numeratore Gordon ci spiega che tanto più saranno alti i dividendi distribuiti agli azionisti e le prospettive di crescita degli utili di una certa azione, tanto più sarà alto il suo prezzo sul mercato. E questo, più o meno, era un concetto già noto;
- La cosa interessante che ci illustra l’economista si trova, però, al denominatore: il valore di un’azione non dipende solo dalle sue potenzialità di rendimento (i dividendi), ma anche da quanto siano appetibili le alternative di investimento presenti sul mercato, ovvero le obbligazioni a lungo termine.
Il rendimento offerto dalle obbligazioni influenza il prezzo delle azioni: se le obbligazioni offrono rendimenti elevati saranno sempre preferite alle azioni, in quanto le prime sono caratterizzate da un livello di rischio inferiore.
Nessun modello teorico è perfetto, ma in questo preciso momento Gordon ci aiuta a comprendere cosa stia accadendo sui mercati.
Da un lato è vero che il lockdown ha indiscutibilmente ridimensionato (per non dire soffocato) le prospettive di crescita degli utili, diminuendo l’attrattività delle azioni.
Ma dall’altro, le potenti misure di stimolo delle banche centrali (riduzione dei tassi ed acquisto massiccio di titoli obbligazionari) non potranno che far crollare i rendimenti delle obbligazioni (su cui ancora ci sono buone opportunità, ma solo in settori specifici – leggi il post sui fallen angels – ) e questo porta inevitabilmente un rilancio del mercato azionario che torna sotto le luci della ribalta.
In termini puramente matematici, da una parte si riduce il valore del numeratore della frazione ma la stessa dinamica si ripete al denominatore.
Nella frazione dunque, se diminuisco il valore del numeratore, ma riduco vistosamente anche quello del denominatore, il risultato finale sarà un valore maggiore di quello che ci si potrebbe aspettare da una frazione …
E non scordiamoci che i mercati finanziari si muovono in anticipo rispetto ai dati reali.
Indicazioni operative
Un esperto è un uomo qualsiasi che da consigli lontano da casa sua
Oscar Wilde
Ovviamente non è possibile prevedere il futuro, ma pensare che i mercati debbano sicuramente crollare perché sono cresciuti molto o per il presunto arrivo di una seconda ondata di contagi o, peggio, perché lo ha previsto il sedicente guru di turno, non significa necessariamente agire con consapevolezza.
Consapevolezza significa vedere le cose per quello che sono e non peggio di quello che sono.
Consapevolezza significa saper gestire qualsiasi scenario possibile
C’è un modo per farlo ed è quello di giocare di anticipo:
- Prevedi sempre asset difensivi all’interno del tuo portafoglio: oro, titoli di stato usa, titoli legati al rialzo dell’inflazione, valute rifugio; se da un lato oggi offrono una remunerazione scarsa, dall’altro hanno la caratteristica di proteggere il portafoglio nei momenti di instabilità finanziaria;
- Investi in maniera progressiva dedicando sempre un’opportuna parte del tuo patrimonio ai mercati azionari: pianificare la costruzione del proprio portafoglio in più fasi è un passaggio fondamentale. Come ripeto costantemente, esistono strumenti automatici per accumulare progressivamente azioni (pac + smartpac) a cui abbinare anche una programmazione manuale dell’ingresso sul mercato (leggi il post dedicato);
- Non limitarti a seguire passivamente l’andamento dei tuoi investimenti: la funzione degli asset difensivi non è soltanto quella di proteggere i tuoi investimenti ma anche di garantirti possibilità di azione nelle fasi estreme di mercato attraverso il ribilanciamento del portafoglio che consiste nel trasferire denaro da obbligazioni difensive ad azioni nelle fasi di caduta dei mercati e viceversa (leggi il post dedicato al ribilanciamento del portafoglio);
- Inserisci asset alternativi: i prodotti di investimento alternativi (liquidi e illiquidi) inseriti con criterio all’interno di un portafoglio diversificato, contribuiscono a stabilizzare e valorizzare le performance nel medio periodo;
- Allunga il tuo orizzonte temporale: per quanto possa essere ben congegnato un portafoglio di investimento, non sarà mai indenne da oscillazioni.
I ribassi possono essere gestiti e contenuti ma non eliminati: questo è il prezzo da pagare per ottenere un congruo rendimento.
Visto che i mercati tendono ad essere instabili nel breve periodo ma si allineano ad un percorso di crescita nel medio termine è indispensabile allineare il proprio orizzonte temporale a quello dei mercati.
Evita di fare scommesse azzardate e ragiona su archi temporali ragionevoli (5 anni almeno).
Conclusioni
Per quanto paradossale possa sembrare oggi il divario creato tra finanza ed economia, non c’è nessuna certezza che la corsa dei mercati sia alimentata da sola “euforia irrazionale”.
La mossa vincente non sta nell’ostinarsi ad attendere un altro rovinoso tracollo temendo che l’esperienza di marzo possa ripetersi vanificando il recupero fin qui registrato dai propri investimenti.
Sarebbe molto più saggio basare le proprie scelte di investimento su un’efficace diversificazione e su una gestione attiva.
L’esposizione azionaria di ogni portafoglio dovrebbe essere bilanciata da asset difensivi, investimenti obbligazionari e soluzioni alternative e ribilanciata periodicamente.
Questo non significa certamente guadagnare in ogni condizioni di mercato.
Significa piuttosto imparare ad investire senza basarsi sulle previsioni o sulle notizie del giorno esaltanti o deprimenti che siano.
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