Tra tutti gli strumenti di diversificazione l’azionario small cap value non è certo tra i più conosciuti. Eppure, in un contesto in cui  diversificare è sempre più difficile, l’azionario small cap value può fornire  un  valido  contributo  ai portafogli di investimento.

Cosa sono le small cap value? 

Come utilizzare le small cap  come fonte di diversificazione?

In questo articolo analizzeremo le caratteristiche di questa asset class e vedremo come inserirle in un portafoglio diversificato.

Il valore delle small cap value

Già in un precedente articolo abbiamo parlato delle  small cap, le società di dimensioni più piccole che, per la loro natura e per la loro maggiore rischiosità, offrono rendimenti superiori rispetto  a quelli del mercato azionario.
Per dimensione si intende la capitalizzazione di mercato, cioè il valore complessivo delle azioni di una società (numero azioni X prezzo).
Abbiamo anche visto come lo stile di investimento value miri a identificare le società sottovalutate rispetto alla loro effettiva capacità di produrre utili (ad esempio attraverso la selezione di azioni con un basso rapporto Price/Earning).

Le small cap value sono il risultato dell’unione di questi due fattori: stiamo quindi parlando di società di piccole dimensioni che hanno anche una valutazione inferiore rispetto al loro valore intrinseco.

L’alta potenzialità di rendimento offerta dalla piccola dimensione e la sottovalutazione rispetto all’effettivo valore, possono, fin qui, far sembrare questa asset class irrinunciabile.
In realtà bisogna non dimenticare che a fronte di un maggior rendimento, ci si espone sempre a un rischio più alto:
le aziende di dimensioni minori sono anche quelle che potrebbero avere un rischio di default più elevato in determinati contesti economici.
Inoltre la sottovalutazione di un’azienda, spesso, non è casuale. Talvolta, può essere motivata anche da fattori strutturali (ad esempio il settore bancario è sottovalutato ormai  da oltre un decennio nell’ultimo decennio a causa dei ragionevoli dubbi sulle prospettive del suo business).

Perché investire in small cap value

Dunque, a fronte di una maggiore volatilità, l’azionario small cap value può  contribuire ad aumentare i rendimenti nel lungo periodo.
Oltre a questa non trascurabile caratteristica, questa asset class fornisce anche un valido contributo in termini di diversificazione.

L’azionario small cap value tende, infatti, a restituire le prestazioni migliori proprio nei contesti di maggiore difficoltà per il mercato azionario tradizionale.
Secondo un recente studio di Verdad (società  di gestione patrimoniale globale),  le small cap value offrono i rendimenti più interessanti proprio nei periodi in cui  aumenta il panico sui mercati finanziari.

Lo studio individua nello  spread high yield l’indicatore che misura la tensione finanziaria.
Questo spread è dato dalla differenza tra il rendimento delle obbligazioni a basso merito creditizio e i titoli di stato sicuri.
Ciclicamente la paura colpisce i mercati: gli investitori iniziano a percepire un maggior rischio di default e chiedono un rendimento più alto per investire in bond societari (sale quindi questo spread).
Quando lo spread sale, aumenta il costo di finanziamento delle imprese più o meno meritevoli.
Oltre al costo, aumenta anche la difficoltà nel reperire i finanziamenti: visto che viene percepito un maggior rischio, diminuirà la platea degli investitori disposti a investire in obbligazioni (che sono appunto una forma di finanziamento per le società quotate).
Ecco perché nei periodi in cui lo spread sale, la crescita economica rallenta e, con essa, le performance del mercato azionario.

Per semplificare possiamo quindi dire che questo spread misura la volatilità dei mercati finanziari.

Le small cap value hanno registrato rendimenti più elevati nei periodi  di elevata volatilità (spread ampio) e, viceversa, hanno ottenuto performance ridotte nei periodi di bassa volatilità (spread contenuto).
Questa immagine mostra l’extra performance prodotta dalle azioni small cap value americane rispetto all’S&P500 nel periodo che va dal 1970 al 2021:

SMALL CAP VALUE VS S&P500
Fonte: Verdad

Il grafico mostra che il valore aggiunto delle small cap value è stato evidente proprio nei periodi caratterizzati da maggiore volatilità (1970 e 2000) mentre nell’ultimo decennio (2010 – 2021), contraddistinto da condizioni più o meno stabili, il contributo in termini di performance è stato negativo.

Il ruolo delle small cap value in un portafoglio diversificato

Come spesso diciamo, si investe sempre in condizioni di incertezza: nessuno può dirci cosa ci riserverà il futuro.
In linea generale dobbiamo prepararci al futuro con ragionevole ottimismo:
sappiamo che, negli anni,  le probabilità di un buon risultato sono dalla nostra parte anche se nel frattempo potranno accadere eventi finanziariamente orribili.
Quindi quando si pensa al futuro bisogna necessariamente prepararsi a questi eventi.

Ecco perché prendo spesso come riferimento il cosiddetto decennio perduto  cioè il periodo tra il 2000 e il 2010 quando l’S&P 500 ha restituito un rendimento nullo (in questo articolo spiego come prepararsi all’eventualità di un nuovo decennio perduto).

Come si sono comportate le small cap value durante il decennio perduto?

Ecco qua!
questo grafico mette a confronto l’S&P500 con small cap value euro e small cap value USA nel periodo 2000 – 2010:

SMALL CAP VALUE VS S&P500
Fonte: Curvo

Visto che è piuttosto improbabile costruire un portafoglio totalmente azionario, vediamo adesso quale sia stato il contributo delle small cap value in un portafoglio diversificato.

Prenderemo come base un portafoglio 60/40 tradizionale (60% azionario globale / 40% obbligazionario governativo globale) e un portafoglio 60/40 implementato con le small cap value (20% azionario globale, 20% small cap value USA, 20% small cap value euro / 40% obbligazionario governativo globale).
L’analisi viene effettuata sempre nello stesso periodo temporale (2000 – 2010):

60-40 VS 60-40 SMALL CAP VALUE
Fonte: Curvo

Il portafoglio 60/40 tradizionale ha restituito un rendimento annuo del 2,26%, mentre la performance del portafoglio 60/40 “rivisitato” è stata del 6,71% annuo (stiamo ovviamente parlando di rendimenti composti).
Chiaramente c’è stato un prezzo da pagare in termini di maggiore volatilità e di profondità dei drawdown (60/40: – 28%; 60/40 SCV: -33% ).

Come investire in small cap value

La strategia di investimento raccomandata per inserire l’azionario small cap value è sempre quella di utilizzare strumenti ampiamente diversificati (fondi/etf) che elimino il rischio di controparte.

Ecco una mia personale selezione di strumenti focalizzati sulle small cap value:

Link alla selezione

contatta David Volpe

Conclusioni

La storia è lastricata di buone idee spinte troppo oltre da diventare cattive idee

Morgan Housel

La miglior difesa contro l’incertezza può essere soltanto un’accurata diversificazione.
Accurata significa oltre che individuare asset class decorrelate, riuscire a dare a ciascuna di esse il giusto peso.

In finanza non esistono mai verità assolute ecco perché si parte sempre da un asset class “principale” a cui abbinare, con buon senso, le componenti “satellite“.
Per la parte azionaria del portafoglio l’asset class fondamentale resta l’azionario globale.

Sebbene esistano lazy portfolio che prevedono una consistente esposizione alle small cap value (ad esempio il Golden Butterfly), la raccomandazione è quella di non prendere mai posizioni forti su attività di investimento specifiche: non è detto che nel prossimo futuro si possano presentare le condizioni per una sovraperformance delle small cap value.

Le small cap value, come abbiamo visto, possono rappresentare una fonte di diversificazione per affrontare il ritorno di un prolungato periodo di volatilità  sui mercati finanziari.
Questa scelta potrà rivelarsi efficace a condizione che non si dimentichi che la diversificazione funziona nel medio lungo periodo e non necessariamente nel breve.

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