Nel corso della settimana i mercati finanziari sono stati sconvolti da un nuovo, violento e inaspettato  shock: il default delle  due banche californiane Silvergate e Silicon Valley Bank riporta prepotentemente l’attenzione sul sistema finanziario statunitense.
Il bear market che ormai è iniziato più di un anno fa e che sta mettendo a dura prova i nervi degli investitori, torna a graffiare più aggressivo che mai.

In questo articolo andremo ad analizzare la sequenza degli eventi provando a dare un’interpretazione alle recenti vicende.

Silvergate la banca “delle criptovalute”

La vicenda inizia con il dissesto di Silvergate, la banca che si è sviluppata offrendo servizi alle piattaforme di criptovalute come Coinbase, Binance e FTX ingloriosamente fallita lo scorso anno.

Silvergate fondamentalmente gestiva i depositi dei clienti di queste piattaforme.
La banca, come sempre accade, aveva impiegato i depositi ricevuti per trarne profitto.
Nel caso di Silvergate molti di questi depositi erano stati investiti in titoli di stato e obbligazioni a lungo termine.

La situazione è degenerata quando è caduta la tegola del default di FTX che ha alimentato il panico nel settore delle criptovalute già in fibrillazione: gli investitori del mondo delle cripto, allarmati, sono corsi a ritirare i propri capitali, molti dei quali depositati proprio sui conti presso Silvergate.

La banca, per far fronte alle richieste di prelevamento, ha dovuto velocemente vendere i propri titoli di stato a lungo termine.
Il problema è che il prezzo di questi titoli era crollato per effetto dei rialzi dei tassi di interesse decisi dalle banche centrali nel corso del 2022.
Silvergate ha così realizzato pesanti perdite che l’hanno vista costretta a chiudere l’attività.

Il dato positivo è che “Il piano di chiusura e liquidazione della banca include il rimborso completo di tutti i depositi”. Almeno questo è quello che trapela dalle notizie ufficiali.

Quindi, la chiusura di Silvergate non è stata causata dalle dinamiche legate alle criptovalute, ma dalle perdite generate dai sui investimenti a lungo termine realizzati a fronte dei depositi raccolti.

Silicon Valley Bank la banca delle start-up

I mercati non hanno avuto il tempo di ingoiare il boccone amaro Silvergate, prima di trovarsi a gestire la patata bollente della Silicon Valley Bank.
In questo caso si tratta di una banca specializzata nel finanziamento e nell’offerta di servizi a start-up (aziende di recente costituzione che si lanciano in business fortemente innovativi) e collegata al mondo del venture capital.
Si tratta di aziende che, agevolate dai tassi eccezionalmente bassi del periodo post covid, hanno ricevuto ingenti finanziamenti.
Queste società hanno così raccolto di ingenti somme di denaro che sono state depositate sui conti della Silicon Valley Bank (che, come nel caso di Silvergate,  ha investito i depositi in titoli a lungo termine per trarne profitto).

Le start-up sono aziende che si collocano all’inizio della fase di sviluppo e per questo hanno bisogno di molta liquidità per approvvigionamenti e investimenti ma ancora non sono in grado di produrre utili e hanno, perciò, una costante necessità di finanziamenti.
Il rialzo dei tassi ha reso i prestiti molto più onerosi rendendo difficile reperire nuovo capitale.
Ecco che queste società si sono trovate costrette a ritirare progressivamente i propri depositi presso Silicon Valley Bank.

Per far fronte a queste richieste la banca ha dovuto vendere i titoli imbattendosi in rovinose perdite esattamente come accaduto per Silvergate.

L’istituto ha provato a lanciare un aumento di capitale per ripianare i disavanzi ma la situazione di estrema tensione ha vanificato il tentativo condannando l’istituto alla bancarotta.

In questo caso la situazione per i clienti della banca è decisamente drammatica: l’autorità di garanzia assicura i depositi fino a 250.000 dollari.
La maggior parte dei clienti di Silicon Valley Bank sono però aziende con conti oltre la soglia garantita: sembra che oltre il 90% dei depositi non beneficerà della copertura.
Come spesso accade, oltre il dramma la beffa: a quanto pare il numero uno della banca ha venduto un ingente quantitativo delle sue azioni appena due settimane fa.

Implicazioni per i mercati: una nuova Lehman?

Il pensiero di molti è tonrato al 2008 quando il fallimento di Lehman Brother innescò la più grande crisi finanziaria dell’era moderna.
Gli analisti sostengono che, a differenza del 2008, il rischio di un contagio all’intero sistema finanziario resta piuttosto limitato.
Le grandi banche hanno bilanci molto più solidi e, inoltre, si preoccupano di diversificare in modo molto più attento i propri portafogli.

Il fatto che la situazione attuale sia diversa dal 2008 non significa che non sia grave:
la vicenda dei fondi pensione inglesi, di Eurovita e, adesso, di Silvergate e Silicon Valley Bank mostra come gli enormi portafogli obbligazionari delle istituzioni finanziarie possano inaspettatamente trasformarsi in bombe a orologeria in grado di destabilizzare economia e finanza.

Nel tentativo di riportare l’inflazione sotto controllo, le banche centrali hanno messo in atto il rialzo dei tassi più rapido degli ultimi 30 anni.
Questa stretta monetaria non ha creato perdite soltanto nei portafogli degli investitori ma, come stiamo vedendo, rischia di minare la stabilità di istituzioni fondamentali per il corretto funzionamento del mondo finanziario ed economico.
Quindi, più che un potenziale rischio sistemico, la vicenda può rappresentare un avvertimento rivolto ai banchieri centrali per dissuaderli  da ulteriori rialzi dei tassi.

Questo grafico mette a confronto i diversi cicli di rialzi dei tassi attuati dalla FED dal 1972 a oggi. Quello attuale (evidenziato in arancione) è il più rapido dal 1980 (fonte: Blackrock):

FED FUNDS RIALZO TASSI

Una lezione importante per noi investitori

La lezione che possiamo trarne noi comuni investitori è capire quanto sia limitata la nostra capacità di interpretare e prevedere gli sviluppi dei mercati:
fino ad appena due giorni fa sembrava che le banche centrali avrebbero continuato ad alzare i tassi in modo indiscriminato. Tassi che sarebbero dovuti rimanere elevati a lungo (“Higher for longer”).

Dopo i recenti shock le preoccupazioni si spostano sulla preziosissima stabilità finanziaria, tanto che si inizia già a parlare di una possibile inversione di rotta da parte di Powell e dei suoi colleghi.
Un’ipotesi inimmaginabile fino all’inizio della settimana scorsa.

Giova anche ricordare che tra i settori più gettonati all’inizio dell’anno c’era proprio quello bancario: tassi in rialzo ingrassano i bilanci delle banche grazie all’aumento dei profitti sui finanziamenti (concessi, appunto, a tassi più alti).
Adesso il settore bancario è diventato il luogo dove nessuno vuol più stare proprio per la paura di un possibile contagio.

contatta David Volpe

Conclusioni

La finanza è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita

Nei mercati finanziari gli eventi cambiano spesso in modo totalmente imprevedibile ed è per questo che bisogna sempre aspettarsi l’inaspettato.
Mentre ci affanniamo a costruire scenari futuri, a predisporre strategie per cavalcare l’onda, il mercato ci riporta sempre con i piedi per terra.
L’investitore e il professionista esperti non devono quindi cercare di indovinare la view vincente, ma devono, piuttosto, sapere cosa fare qualsiasi cosa accada.

Difficile immaginare con precisione l’effettiva portata di questa vicenda: anche la crisi finanziaria del  2008 iniziò con il problema dei mutui subprime che, in un primo momento, fu interpretato come un fenomeno circoscritto.

Come afferma Michael Batnick, potremo essere anche davanti a un nuovo Minsky moment  inverso, in cui l’instabilità porta alla stabilità: la FED potrebbe cogliere questo avvertimento e arrestare la corsa ai rialzi, affrontando la lotta all’inflazione in modo meno rigido.

Forse non tutto il male vien per nuocere. Forse.

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2 Comments

  1. …attenzione a leggere i mercati come la pagina della cronaca, piuttosto rimanere concentrati sui propri obiettivi apprezzando di avere mantenuto asset strategici nei propri portafogli, duration lunga e qualità del credito, che sono stati demonizzati da molti professionisti, ma che ora hanno dato la certezza che non aver ribilanciato al prezzo, ma aver tenuto saldo il valore nominale stabilito, ha permesso al “bilanciere” di fare il proprio lavoro, assieme agli altri asset come chf, yen e gold che ci permette di oggi vivere il rischio di essere meno ricchi, ma mai poveri. Per il dollaro usa nel immediato, come spesso nei momenti di panico, ha arretrato su euro, ma poi come sempre ritorna a dare protezione, performance, ma soprattutto liquidità!!! Buona domenica David

  2. …attenzione a leggere i mercati come la pagina della cronaca, piuttosto rimanere concentrati sui propri obiettivi apprezzando di avere mantenuto asset strategici nei propri portafogli, duration lunga e qualità del credito, che sono stati demonizzati da molti professionisti, ma che ora hanno dato la certezza che non aver ribilanciato al prezzo, ma aver tenuto saldo il valore nominale stabilito, ha permesso al “bilanciere” di fare il proprio lavoro, assieme agli altri asset come chf, yen e gold che ci permette oggi di vivere il rischio di essere meno ricchi, ma mai poveri. Per il dollaro usa nel immediato, come spesso nei momenti di panico, ha arretrato su euro, ma poi come sempre ritorna a dare protezione, performance, ma soprattutto liquidità!!! Buona domenica David

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