ASSET PER IL TUO PORTAFOGLIO

E’ ufficialmente iniziato il periodo dell’anno in cui tutti noi siamo alle prese con l’acquisto del regalo perfetto. Che sia per la dolce metà, per i parenti o l’amico di lunga data, non è Natale senza un pensiero per chi ci sta più a cuore.
E allora perché non pensare anche al nostro portafoglio?

In questo articolo proveremo a individuare quali siano le asset class che, alla luce dei cali di quest’anno e dell’attuale contesto, rappresentano potenziali opportunità che potremo regalare al nostro portafoglio per un inizio 2023 con i migliori auspici.

Asset class obbligazionarie

Più volte abbiamo detto che, quest’anno,  le obbligazioni sono una delle asset class che più ha deluso.
Spesso si sottolinea quanto sia complesso stimare i rendimenti futuri degli investimenti finanziari.
In realtà per quanto riguarda il mondo obbligazionario, i rendimenti futuri possono essere calcolati partendo dal rendimento iniziale.

In particolare quest’anno il ribasso dei prezzi delle quotazioni dei bond ha determinato  un rialzo dei rendimenti futuri degli stessi.
Questa tabella riassume i rendimenti annui a scadenza delle varie categorie di obbligazioni investibili:

Semplificando un po’ le cose, la tabella ci dice che allineando il mio orizzonte temporale a quello della scadenza del fondo obbligazionario in cui vado a investire, otterrò un rendimento annuo pari a quello riferito alla categoria di appartenenza.  (ne parlo approfonditamente in questo articolo).
Vediamo quindi quali siano le asset class obbligazionarie a cui guardare con maggiore attenzione.

Restano ovviamente valide le considerazioni contenute in precedenti post sull’argomento per quanto riguarda le obbligazioni di elevato merito creditizio (non citate in questa sessione).

Obbligazioni High Yield

Le obbligazioni High Yield sono quelle emesse dalle società a più basso merito creditizio
Questo significa che si tratta di bond più rischiosi rispetto a quelli emessi da un’azienda altamente affidabile visto che aumenta la probabilità di default dell’emittente.

Proprio questa caratteristica rende le obbligazioni high yield molto più simili alle azioni che non ai bond (non a caso qualche tempo fa venivano  più spesso definiti come junk bond).

Il punto è che investire in obbligazioni high yield diventa  paradossalmente più rischioso quando all’orizzonte non ci sono nubi e le prospettive economiche appaiono rosee: nessuno si preoccupa della possibilità di default e i prezzi dei bond high yield sono elevati visto che hanno attratto i flussi degli investitori.

Con l’aumento delle probabilità di recessione gli investitori fiutano il pericolo, fuggono in massa vendendo e facendo scendere le quotazioni. Questo significa che gli attuali prezzi già incorporano scenari decisamente pessimistici: i rendimenti attuali ripagano il rischio speso.
Questo vale anche per i bond high yield europei che non espongono l’investitore al rischio di cambio.
Dopo averla pesantemente penalizzata, visti i livelli interessanti di rendimento,  gli operatori sembrano iniziare a mostrare interesse per questa asset class:

grafico bond hy europa
Fonte: Bloomberg

Obbligazioni dei Paesi Emergenti

Dollaro forte, tassi in rialzo e rallentamento economico sono variabili che non giovano alle obbligazioni dei paesi emergenti.
Sebbene le valute dei paesi emergenti abbiano mostrato un’inaspettata forza nel corso dell’anno (probabilmente grazie al rialzo dei prezzi delle materie prime di cui i paesi emergenti sono esportatori), complessivamente questa asset class ha decisamente sofferto.

Oltre all’attrattività dei rendimenti, i bond dei paesi emergenti possono anche costituire un contrappeso al dollaro a cui i portafogli globali sono particolarmente esposti: un indebolimento del biglietto verde (che penalizza i portafogli esposti al dollaro) storicamente tende a favorire le valute emergenti.

Obbligazioni inflation linked

Per quanto possa sembrare paradossale in un contesto di elevata inflazione le obbligazioni inflation linked sono tra i bond che hanno registrato la flessione dei prezzi maggiore.
Bisogna ricordare che il prezzo delle obbligazioni indicizzate non è influenzato dai livelli puntuali di inflazione (cioè quella che viene dichiarata nei vari notiziari) ma dai tassi reali.

I tassi reali sono la differenza tra tassi nominali (più semplicemente potremmo dire i rendimenti dei titoli di stato) e aspettative di inflazione (cioè le previsioni sul livello di inflazione futura).
Più salgono i tassi reali peggio si comportano le obbligazioni indicizzate.
Quest’anno i tassi reali sono saliti per effetto del rialzo dei tassi delle banche centrali (che ha determinato un rialzo dei rendimenti nominali dei titoli di stato) mentre le aspettative di inflazione sono scese (perché gli operatori confidano che le banche centrali saranno in grado di riportare l’inflazione sotto controllo).

Sugli livelli attuali le obbligazioni indicizzate potrebbero beneficiare sia di una stabilizzazione dei tassi sia di eventuali sorprese negative sul fronte inflazione.
In altre parole proteggersi da un’inflazione che sfugge al controllo delle banche centrali non è mai stato così conveniente (o quasi).

Asset class azionarie

Nei salotti finanziari più o meno virtuali il dibattito si è aperto da tempo:
quanto del sempre più probabile scenario recessivo è già incorporato nei prezzi?

La risposta esatta sarà nota soltanto ex-post.
Se da un lato i ribassi potrebbero non essere ancora terminati (ma noi speriamo che lo siano), dall’altro non ci sarà nessun segnale affidabile che darà la certezza del raggiungimento dei minimi.
Quindi meglio mantenersi disciplinati e evitare di darsi al market timing.

Azionario europeo

Secondo le aspettative, l’economia europea doveva essere quella che avrebbe pagato il prezzo più caro della crisi ucraina dell’emergenza energetica e della recessione.
Probabilmente è proprio così, peccato che i mercati non siano l’economia.

In un contesto in cui tutti sono fuggiti dalle azioni europee, sono bastati sviluppi degli eventi meno peggiori delle aspettative (un inizio di inverno più mite e un’inflazione in lieve calo) per far sovraperformare le azioni europee.
Il grafico mostra come le azioni europee quest’anno abbiano fatto meglio dell’ S&P500 e del tecnologico Nasdaq:

Nella logica di “compro quello che è sceso di più” l’Europa sarebbe quindi un’area da mettere in coda.
Considerando che gli indici azionari globali sono esposti agli Stati Uniti per circa il 70%, diversificare i portafogli con un po’ di azioni del vecchio continente potrebbe rivelarsi una scelta saggia. 
Anche perché siamo tutti in preda a una sbornia da sovraperformance delle azioni Statunitensi.
In realtà la superiorità degli Stati Uniti rispetto al resto delle economie sviluppate non è costante.
Le due aree si contendono, periodicamente, il primato delle performance azionarie.
Questo grafico mostra i periodi in cui gli Stati Uniti (grigio) hanno sovraperformato i mercati dei paesi sviluppati (MSCI EAFE in viola):

PERFORMANCE USA VS MERCATI SVILUPPATI
Fonte: JP Morgan

Come puoi notare abbiamo assistito a 15 anni di superiorità statunitense, ma non sempre è stato così e, in tutta probabilità, non sempre lo sarà.
Un altro dettaglio: in termini di valutazioni (price earning/CAPE), le azioni europee sono decisamente più a buon mercato (puoi confrontare le valutazioni delle diverse aree geografiche a questo link).

Azionario Small Cap Value

Tra esperti e addetti ai lavori non c’è identità di vedute riguardo alle potenzialità offerte dalle società a piccola capitalizzazione: molti sostengono che l’evidenza di lungo termine dimostri che le società più piccole, visto che sono più rischiose, restituiscano rendimenti maggiori.
Molti altri negano questa visione affermando che la sovraperformance sarebbe, invece, da ricercarsi in altre caratteristiche che hanno poco a che fare con la dimensione (ad esempio il settore di appartenenza).

Tra le azioni a piccola capitalizzazione le small cap value meritano una particolare attenzione.
Si tratta di una categoria che nasce dall’incrocio di due fattori di investimento: la dimensione (la taglia appunto small) e la sottovalutazione rispetto all’effettivo valore intrinseco (in piena ottica value)

Ebbene, secondo un recente studio di Verdad (asset manager statunitense che periodicamente fornisce analisi su mercati e asset class), le small cap value tendono a generare i migliori rendimenti proprio partendo da  contesti come quello che stiamo attraversando (ne parlo dettagliatamente in questo post).

Azionario consumi discrezionali

Il settore dei consumi discrezionali comprende quelle società che vendono beni non essenziali come elettrodomestici, auto, abbigliamento di fascia medio alta, servizi di intrattenimento ecc.
Si tratta di un settore ciclico che tende, cioè, ad essere fortemente dipendente dall’andamento del ciclo economico. Man mano che l’economia rallenta, calano i redditi e aumenta la disoccupazione, i consumatori tagliano gli acquisti di questo tipo di beni.

Inutile negare che, oggettivamente, le probabilità di recessione (il cosiddetto “hard landing” dell’economia) stanno aumentando.
E’ possibile che il settore dei consumi discrezionali sia tra quelli più avanti nell’aver incorporato scenari negativi per l’economia.
In altre parole gran parte del peggio potrebbe essere già nei prezzi delle azioni.

CONSUMI DISCREZIONALI

Il grafico mette a confronto l’andamento dell’S&P500 (viola, -14,59% da inizio anno) con il settore dei consumi discrezionali (linea blu, – 28,18% da inizio anno).

Asset class alternative

I mercati finanziari quotati continueranno a essere il posto migliore dove investire.

Chi ha patrimoni più rilevanti ha, inoltre, la possibilità di poter guardare anche ai mercati privati. 
Con questo termine si fa riferimento all’investimento in società non quotate nei mercati regolamentati.
L’investimento può essere realizzato tramite l’acquisizione di partecipazioni azionarie (Private Equity) o attraverso operazioni di finanziamento (Private Debt).

In particolare nell’attuale contesto lo strumento  del Private Equity, opportunamente inserito in portafoglio, può contribuire a aumentare i rendimenti a lungo termine aiutando a contenere la volatilità.
L’investimento nel Private Equity storicamente tende a offrire rendimenti decorrelati dall’andamento dei mercati quotati.
Il presupposto fondamentale per un corretto utilizzo di questo strumento è comprenderne le dinamiche, gli effettivi rischi e pianificarne l’inserimento in portafoglio con una strategia graduale programmata e diversificata su diverse scadenze (ne parlo dettagliatamente in questo post).

Conclusioni

Ogni lavoro sembra facile quando non sei tu a farlo

Jeff Immelt

Pretendere  il miglior rendimento dai propri investimenti è naturale purché non lo si faccia seguendo “facili” scorciatoie.
La ricerca del cosiddetto “alfa”, cioè un extrarendimento senza farsi carico di rischi aggiuntivi, è un’attività estremamente difficile che, molto spesso, non riesce neppure ai gestori più esperti e capaci.

Quelle presentate in questo articolo sono idee di investimento che nascono da un anno molto difficile: preferisco che venga ricordato come quello dell’opportunità piuttosto che come quello della disperazione.
Sono state proposte asset class alla portata di tutti che possono trovare spazio, nelle dovute proporzioni, in qualsiasi portafoglio (fatta eccezione per il Private Equity riservato a patrimoni più rilevanti).
Vale comunque la pena ricordare la massima di Warren Buffett: “Investi in ciò che comprendi”.

Se non ti senti a tuo agio con un asset class o se il professionista che ti segue non è in grado di fartene comprendere appieno rischi e potenzialità, non utilizzarla.

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1 Comment

  1. …”pasti gratis” nella vita non esistono, meno che mai regali nella finanza, pertanto credo sia fondamentale rispettare le proprie scelte di asset allocation, dalla cui costante disciplina di analisi può far individuare delle sacche di valore nascoste nei prezzi correnti, ma da implementare e non inserire ex novo. La paura non deve far cambiare le proprie scelte fatte razionalmente, lo stesso l’entusiasmo, infatti i regali molto spesso appagano chi fa il gesto, raramente chi lo riceve!!! Buona domenica David 👍🏻

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